Non sono convinto della morte di Gheddafi per due ordini di motivi.
Primo: non mi convince che un uomo così scaltro, per decenni incontrastato al potere, amico di potenti in tutto il mondo e potentissimo egli stesso, si sia fatto prendere in quel modo banale che abbiamo visto tutti attraverso i vari media. Dalle immagini fuggenti apparse in TV mi è perfino sembrato troppo giovane per un settantenne in fuga da mesi.
Secondo: non mi è piaciuto il modo in cui è stato giustiziato (sembra che sia stato davvero lui a morire, ma stiamo comunque parlando di un uomo). Anche il peggiore criminale del mondo, non mi stancherò mai di ripeterlo, ha diritto ad un equo processo.
Quei giustizieri che abbiamo visto in TV, si sono comportati alla stessa stregua del raìs dittatore, facendo giustizia sommaria e straziando un corpo umano che, seppure ferito a morte, merita sempre e comunque rispetto.
Camoron, Sarkozy ed anche qualche loro sgherro di riserva, hanno urlato di gioia alla notizia della morte del dittatore. Ma io, dopo aver visto il modo incivile in cui è stato giustiziato, non mi unisco al loro coro.
Preferisco affidare l’anima dell’ucciso alla misericordia divina, con cui tutti, prima o poi, dovremo fare i conti.
E preferisco immaginare Gheddafi in mezzo ai Tuareg del deserto, magari pentendosi dei suoi numerosi peccati.