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OGM: fuorilegge la Biodiversità

Creato il 10 ottobre 2012 da Firenze5stelle @firenze5stelle

In una sentenza del 12 Luglio, la Corte di Giustizia dell’ Unione Europea, ha confermato il divieto di commercializzare sementi di varietà tradizionali  non  iscritte nel catalogo ufficiale europeo. Una  sconfitta per le associazioni volontarie impegnate nella salvaguardia della varietà delle piante antiche, l’unica alternativa a sementi industriali ed OGM.

Le sementi tradizionali sono il risultato di millenni di selezione, derivati dall’esperienza agricola umana, un tesoro conservato nei secoli e protetto dagli agricoltori;

Sementi che  riassumono la memoria storica e biologica dell’agricoltura ; quel patrimonio genetico che determina la biodiversità dei prodotti agricoli.

La direttiva comunitaria europea,  in vigore dal 1998, riserva la commercializzazione e lo scambio di sementi alle ditte sementiere vietandolo agli agricoltori, ciò che hanno fatto per millenni diventa un reato.

 L’intero mercato mondiale delle sementi è oggi,quasi totalmente, gestito da sette aziende multinazionali che detengono i brevetti e che si occupano contemporaneamente della produzione di sementi, veleni per l’agricoltura e OGM.

L’iter per registrare un nuovo semente richiede circa 12-15 anni di lavoro e costare fino a 1 milione di euro, capitali di cui può disporre solo una grande azienda e non un piccolo agricoltore.

OGM: fuorilegge la BiodiversitàDiverse associazioni di Seed Savers, si sono  impegnate in  un progetto di recupero delle tradizioni culturali rurali, per salvaguardare la varietà delle piante antiche, salvandole dall’estinzione e coltivandole in orti su piccola scala. Il pregio di queste varietà di semi deriva dall’elevato valore nutritivo dei prodotti che producono e dal loro facile adattamento all’agricoltura eco-compatibile. Selezionate per essere non tanto omogenee e perfette esteticamente, ma buone e gustose, oltre che resistenti in maniera naturale a molte avversità. Le loro caratteristiche non soddisfano, però,  i criteri di omogeneità e stabilità richieste per rientrare nel catalogo ufficiale europeo; inoltre, non possono essere brevettate in quanto patrimonio dell’umanità.

 Le sette grandi multinazionali del settore sementiero, detengono la quasi totalità del mercato, possono commercializzare le sementi ibride di cui detengono i brevetti.

 Al contrario delle vecchie varietà, gli ibridi sono brevettabili e offrono imbattibili garanzie di stabilità ed omogeneità, il registro prevede che le varietà in esso incluse si riproducano dando vita a prole ad essa simile e che tutti gli organismi derivati da un medesimo processo siano omogenei e simili. Questa norma favorisca solo ed esclusivamente chi detiene i brevetti di tali incroci.

La sentenza del 12 luglio della Corte di Giustizia europea, arriva in risposta ad una controversia tra due imprese francesi, l’associazione no-profit Kokopelli e un produttore di sementi Graines Baumaux sas. La Graines Baumaux sas aveva denunciato la Kokopelli accusandola di commercializzare sementi non iscritte nei cataloghi ufficiali; le sementi in questione sono di varietà arcaiche. Inizialmente la Corte di Giustizia aveva sentenziato che: “L’assenza di una semente dal catalogo non è indice del fatto che non sia “buona”, perché le norme che ne regolano l’iscrizione non riguardano alla futura la salubrità delle piante, ma a logiche commerciali.” nel caso specifico la commercializzazione di varietà arcaiche rientrava nella deroga prevista dalla direttiva 2009/145/CE, assolvendo di fatto la Kokopelli. Ma il 12 Luglio, a seguito del ricorso della gigante Graines Baumaux sas  la Corte ribalta il verdetto e sancisce :‘’l’obbligo d’ iscrizione ufficiale di una varietà vegetale per la sua commercializzazione, così come previsto dalle direttive sementiere, non viola i principi del libero esercizio di un’attività economica e della libera circolazione delle merci, e nemmeno interferisce con gli impegni presi per la tutela delle risorse fitogenetiche.’’ La”Graines Baumaux” ha chiesto ai giudici francesi di imporre a Kokopelli di pagare 100 mila euro per danni e inoltre – esplicitamente –”la cessazione di tutte le attività dell’associazione”, pericolosa per il business. La Corte europea ha motivato e giustificato il suo verdetto a favore della Graines Baumaux sostenendo che il divieto del commercio delle sementi antiche e tradizionali ha l’obbiettivo di ottenere ‘’una accresciuta produttività agricola’’ come se l’Europa fosse affollata di popolazioni malnutrite, bisognose di aumentare le loro rese alimentari.

Con questa sentenza si mettono fuorilegge tutte le associazioni di volontari impegnati nel recupero delle varietà antiche e tradizionali – alcune anche Italiane – che commettono il ‘’crimine’’ di preservare e distribuire a chi le chiede sementi fuori del catalogo ufficiale.

 La Corte di Giustizia ha preso la sua decisione contrariamente al suo Avvocato Generale che, nella memoria depositata il 19 maggio precedente, rilevava che ‘’la registrazione obbligatoria di tutte le sementi nel catalogo ufficiale era una misura sproporzionata e violava i principi della libertà di esercizio dell’attività economica, della non-discriminazione e della libera circolazione delle merci’’. Violando praticamente uno dei tre dogmi del liberismo. 

 A QUESTO LINK TROVATE LA SENTENZA INTEGRALE

Per capire al meglio la sentenza, bisogna sottolineare l’obbligo di registrare le sementi di varietà orticole presso un apposito registro europeo. La registrazione costa tempo (l’iter dura molti anni) e denaro (fino ad 1 milione di euro) e richiede che le varietà registrate soddisfino precisi criteri di stabilità, distinzione e omogeneità.

La deroga prevista dalla direttiva 2009/145/CE lascerebbe maggiori libertà per la vendita ed il commercio di sementi di varietà arcaiche, ma di fatto essa viene disattesa in quanto le condizioni di iscrizione al registro delle varietà arcaiche non differiscono da quelle del registro suddetto; e altre deroghe sono valide solo all’interno di certi territori ben precisi, da cui originano le varietà considerate.

La Corte di Giustizia Europea, sottolinea l’importanza dei registri e del commercio unicamente delle varietà in essi contenuti, per impedire la vendita e la coltivazione di sementi potenzialmente nocive o che non consentano una produzione agricola ottimale, caratterizzata dal massimo profitto. In pratica, che tutto ciò che rappresentano le antiche varietà orticole può essere nocivo perché non sufficientemente produttivo (per le lobby sementiere). Le vecchie varietà open pollinated, ad impollinazione libera davano al contadino la chance di riseminarle, anno dopo anno, senza dover acquistare più le sementi. Anno dopo anno, i contadini potevano selezionare piante eccezionali, piene di gusto, profumo, bellezza, storia, vita. Erano le piante della loro vita, e le trasmettevano ai loro figli ed eredi;  le stesse piante che hanno sfamato l’Europa. Oggi con i nuovi, produttivi ibridi, perfetti e uguali, il contadino viene espropriato di un suo fondamentale diritto: quello di conservare e tramandare i propri semi. 

Cosa fare? Cercate i semi dei vostri nonni. Coltivate gli ecotipi della vostra regione. Adottate una vecchia varietà orticola! Contattate le associazioni di Seed Savers, in Italia sono attivi diversi gruppi, da Gli Amici dell’Orto a Coltivare Condividendo, dalla Rete Semi Rurali a Civiltà Contadina. Provate anche con le associazioni di coltivatori biologici e gli Istituti Agrari che possono fornire sementi di antiche varietà cerealicole.

Liberi cittadini si stanno unendo contro questo abuso di potere, che compromette il futuro dell’agricoltura tradizionale:

http://www.navdanyainternational.it/index.php/seed-freedon-salviamo-i-nostri-semi/229-dichiarazione-per-la-liberta-dei-semi

Il 9 ottobre 2012 a Roma, Vandana Shiva ha presentato il rapporto “LA LIBERTA’ DEI SEMI”, promosso da Navdanya International, AIAB e FIRAB con l’adesione di una fitta schiera di sigle.

Vandana Shiva, con un video diffuso in tutto il mondo, ci esorta a seguire l’esempio di Gandhi e di Martin Luther King, che hanno detto: “Non seguiremo le leggi ingiuste, ma una legge più alta, quella dell’umanità”.

I brevetti sulla vita violano questa legge più alta e noi non lo permetteremo.OGM: fuorilegge la Biodiversità

“Gli incontri sono alcune delle tappe importanti della campagna lanciata dall’Alleanza Mondiale per la Libertà dei Semi, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini e i governi sull’emergenza dei semi e sulla necessità della loro salvaguardia per garantire sicurezza e sovranità alimentare dal livello locale a quello mondiale.

La presenza in Italia della scienziata e attivista è un appuntamento del vasto calendario di iniziative che ruotano attorno alla giornata del 16 ottobre. Tale data è stata intitolata Giornata Mondiale della Sovranità Alimentare dalla società civile italiana (nelle vesti del CISA – Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare) e internazionale (rappresentata dall’IPC – International Planning Committee for Food Sovereignty) che si incontreranno a Roma in questi giorni per i lavori del Comitato Sicurezza Alimentare della FAO”.

 Coltivate, condividete, seminate biodiversità. Perché i semi che abbiamo ricevuto dal passato, dai nostri nonni, sono un Patrimonio inestimabile da difendere e tutelare. 

 

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