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Ora è davvero ufficiale: Monti accetta la candidatura a premier per continuare a riformare il Paese e rinnovare la politica

Creato il 29 dicembre 2012 da David Incamicia @FuoriOndaBlog

Ora è davvero ufficiale: Monti accetta la candidatura a premier per continuare a riformare il Paese e rinnovare la politica Alla fine Mario Monti ha davvero rotto gli indugi, anche se ormai tutto lasciava presagire quale sarebbe stata la sua scelta definitiva, e ha annunciato in una breve conferenza stampa convocata a sorpresa la propria disponibilità a guidare come candidato alla carica di premier una coalizione centrale e riformatrice, oltre il vecchio schema del bipolarismo coatto e inconcludente degli ultimi vent'anni. Lo ha fatto con un discorso destinato a passare alla storia come lo spartiacque morale fra una delle più fosche parentesi della nostra vicenda politica nazionale, durata troppo a lungo e caratterizzata dalla rissa permanente fra gli opposti estremismi di destra e sinistra, e l'inizio di quel cambiamento che in molti aspettavamo e che solo adesso può realmente concretizzarsi sul piano dell'offerta democratica. E forse non si sbagliava chi, come me, già a novembre del 2011 pronosticava che con l'avvento al governo di una figura a suo modo rivoluzionaria come Monti nulla sarebbe più stato come prima.
Queste le parole pronunciate dal premier uscente:
Ho tenuto oggi una riunione con gli esponenti politici e della società civile che hanno dato per primi l’adesione alla cosiddetta “Agenda Monti”. Altre adesioni stanno pervenendo in queste ore.
Ho riscontrato nella riunione di oggi un consenso ampio, convinto, credibile che mi induce a dare il mio incoraggiamento a tali forze in occasione delle imminenti elezioni politiche. 
L’iniziativa è quella che ho annunciato il 23 dicembre in conferenza stampa: non è un’iniziativa contro questo o contro quello. È un’iniziativa per prolungare nel tempo, intensificare nel passo ed estendere negli obiettivi quella modalità di governo che ha consentito nell’ultimo anno di affrontare una grave emergenza finanziaria. 
Noi riteniamo, io ritengo, che l’emergenza non sia finita; è fortunatamente finita - così sembra - l’emergenza finanziaria, ma c’è una altrettanto grave – e forse di più – emergenza davanti ai nostri occhi: è l’emergenza della disoccupazione, soprattutto della disoccupazione giovanile e della mancanza di crescita. 
Certo, riteniamo di aver posto, con le azioni di inizio delle riforme strutturali negli ultimi 13 mesi, i semi di una politica per la crescita, ma moltissimo rimane da fare.
Noi riteniamo che per fare questo l’Italia debba avere un’evoluzione nella propria politica. 
L’asse tradizionale che consiste nella destra e nella sinistra ha un valore storico, ha un valore simbolico, ha anche un valore sostanziale per alcune questioni come quelle della distribuzione del reddito e della ricchezza, ma non mette in evidenza a nostro giudizio il vero asse che serve oggi all’Italia, quello che punta all’Europa e che punta alle riforme per trasformare il nostro paese, facendo leva sull’Europa e mettendo così in grado l’Italia di influenzare il corso delle cose in Europa.
Non è quindi un tentativo di coprire una posizione di centro tra una sinistra e una destra, non è il tentativo di inserirsi tra due poli di un bipolarismo i cui limiti sono stati evidenti in questi ultimi anni.
È il tentativo di rompere alcune barriere e alcuni confini e di introdurre nuovi criteri di aggregazione delle forze politiche e della società civile, cioè individuare chi è disposto ad impegnarsi per le riforme vincendo le resistenze delle corporazioni, delle lobby, di forme arcaiche di sindacalismo - mentre il sindacalismo in generale ha un grande valore - e quindi per favorire un cambiamento del Paese.
Questo significa, ripeto, non immaginare alleanze con gli uni o alleanze con gli altri. Questa è una operazione, noi crediamo, di rinnovamento nel profondo della politica italiana che può e che deve un giorno avere vocazione maggioritaria.
Noi crediamo che se il Paese deve evolvere positivamente, occorre che una maggioranza degli italiani si riconosca nella politica dei fatti, nel rifiuto delle promesse elettorali vacue, nel rifiuto del populismo, nel solido riferimento all’Europa.
Non abbiamo pensato di creare un partito. Esiste - lo ricordate forse dalla mia conferenza stampa - il mio desiderio di favorire il dibattito politico italiano, facendo in modo che le forze politiche si schierino sulle idee e non che io mi schieri a favore di questo partito contro quell’altro partito.
E c’è questa prima positiva, importante risposta di schieramento sulle idee; è stato inventato da altri prima che da me questo riferimento all’agenda Monti e abbiamo visto che è un riferimento che può essere mobilitante.
Non ho mai pensato di creare un partito, ci sono state troppe cose affrettate e strumentali nella vita politica italiana incentrate su singole personalità.
È ovvio che io non sono l’uomo della provvidenza, non posso risolvere situazioni che altri non potrebbero risolvere. Con tanta buona volontà, credo di essere riuscito a far lavorare insieme forze che non avevano mai lavorato insieme nel passato e credo che questo abbia consentito all’Italia di mettersi in sicurezza e, questa è la ragione per cui vengo richiesto ora di favorire un “rassemblement”, un lavorare insieme da parte di diverse forze. 
Verrà preparato uno statuto, una modalità che consenta una ordinata e proficua coesistenza e cooperazione tra forze politiche, movimenti, associazioni e singoli. 
In termini elettorali, visto che la scadenza è vicina, so che questo dibattito tende a presentarsi in termini di lista unica o non lista unica. È stato molto interessante vedere le posizioni emerse nella riunione di oggi; è stato deciso che al Senato, dove anche per ragioni tecniche questo è consigliabile, ci sarà una lista unica provvisoriamente denominata “agenda Monti per l’Italia”, non so se questa sarà la denominazione definitiva.
Anche per la Camera i partecipanti alla riunione mi hanno offerto la loro disponibilità ad accettare una lista unica, ma io ho pensato che, proprio rifiutando il personalismo nella politica e rispettando le diverse identità, le diverse storie, fosse più opportuno, più significativo avere una lista dell’UDC, per esempio e in particolare, una forza politica che ha visto per prima tra le forze politiche i limiti del bipolarismo combattivo e che è stata ancora più delle altre un sostegno permanente all’attività del nostro Governo e così ci sarà quella lista.
Ci sarà poi una lista civica, non so se ce ne saranno altre anche perché il processo di adesioni è ben in movimento e ci sarà una coalizione di queste liste.
Io vigilerò sull’osservanza di certi criteri nella formazione delle liste, questo è molto importante. Saranno stabiliti standard e criteri esigenti - questa è una delle cose che i nostri cittadini domandano - e accetterò di incoraggiare questo sforzo congiunto della politica responsabile e della società civile nelle forme che saranno definite, per esempio, accettando, immagino, di essere designato come capo della coalizione o comunque dando il mio impegno per il successo di questa operazione.
Un'operazione che, ripeto, non è contro questo o contro quello, ma è a favore di una evoluzione della politica italiana sulle cose e sulla volontà e, io spero, un po’ di mostrata capacità di gestire le leve delle politiche.
Ho dimenticato di dire una cosa molto importante: hanno partecipato a questa riunione solo le prime forze che hanno aderito all'Agenda, ma è un fatto significativo perché abbiamo visto esponenti di forze politiche oggi presenti in Parlamento, in particolare Pier Ferdinando Casini per l’UDC e per se stesso soprattutto, altri parlamentari uscenti che si riferiscono al Terzo Polo come Benedetto Della Vedova o Linda Lanzillotta o Nicola Rossi.
Abbiamo visto esponenti politici finora appartenuti ad altri poli, non del centro, che hanno ritenuto interessante aderire a questa nuova idea e formazione, ad esempio il senatore Pietro Ichino e l’onorevole parlamentare europeo Mario Mauro, rispettivamente finora domiciliati nel PD e nel PDL.
Abbiamo avuto esponenti significativi della società civile in varie forme organizzate, non era presente Luca Cordero di Montezemolo perché è all’estero, ma erano presenti i due principali responsabili di Italia Futura, Carlo Calenda e Andrea Romano.
Erano presenti altre personalità della vita civile o dell’amministrazione locale, il Presidente Dellai della Provincia di Trento, Andrea Olivero, fino a pochi giorni fa presidente delle Acli, e sto di sicuro dimenticando qualcuno, erano anche presenti alcuni Ministri del Governo che sta per concludere il proprio mandato.
Io credo di aver detto, spero con semplicità, tutto quello che è rilevante, quindi questa formazione ci sarà alle elezioni, il suo riferimento è non tanto - lasciatemi dire - alla mia persona, che c’è e che si impegna, ma al programma che insieme abbiamo elaborato e che è oggetto, sarà oggetto, di contributi aperti per essere più rafforzato ed adeguato alla complessa realtà italiana ed è ovvio che il riferimento all’Europa che non è un riferimento servile ma è un riferimento protagonistico se così posso dire è centrale e condiviso da tutti. 
Mario Monti

I PUNTI PRINCIPALI DELL'AGENDA MONTI
Ora è davvero ufficiale: Monti accetta la candidatura a premier per continuare a riformare il Paese e rinnovare la politica

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