Oro, cosa accadrà dopo gli aggiornamenti del WGC
INVESTIRE IN ORO
Le buone notizie sono relative soprattutto al consumo indiano: nel subcontinente il dato è cresciuto del 39 per cento a 225,1 tonnellate: alla luce di quanto sopra, per la prima volta, dal 2012, l’India si appresta a diventare il primo compratore di oro su base trimestrale. Il merito è naturalmente attribuibile all’allentamento delle restrizioni alle importazioni di oro, e al fatto che in Cina il consumo è sceso del 37 per cento a 182,7 tonnellate a causa della campagna anti-corruzione che ha ridotto la domanda dei beni di lusso.
Fatte tale debite premesse sugli aggiornamenti legati al WGC, cerchiamo di comprendere quale potrebbe essere il presumibile futuro del metallo prezioso, le cui vendite impetuose hanno trascinato al ribasso i prezzi, i quali – dal canto loro – potrebbero presto essere accomodati in una nuova fase discendente fino a quando il dollaro non intraprenderà la strada attesa dagli investitori.
La via passata è d’altronde ben nota: il dollaro forte ha spinto il lingotto verso il basso, coinvolgendo inoltre altre commodity in questo percorso discendente. A nuocere ulteriormente al metallo dorato e alle altre commodity, anche il fatto che i bilanci trimestrali pubblicati da molte società minerarie e del settore abbiano deluso le attese dei principali analisti.
La domanda che pertanto vogliamo cercare di porci è: cosa accadrà all’oro nel corso dei prossimi mesi? Il lingotto sarà destinato a riprendere un ciclo di ribassi, o abbiamo finalmente toccato il fondo? Purtroppo per tutti coloro che attendono risposte certe e univoche, l’istanza di cui sopra non ha un riscontro determinato. Dopo aver toccato il fondo alla fine del 2011, il prezzo dell’oro ha infatti dapprima subito una correzione tecnica nel 2012, e poi introdotto un ciclo al ribasso nel 2013. Da quel momento in poi il destino dell’oro si è ancor di più legato indissolubilmente a quello del dollaro, dando l’impressione che il destino del secondo fosse in grado di influenzare più di altre determinati il primo.
Lo scenario odierno è un mix di fattori che rendono piuttosto complessa qualsiasi analisi. Dinanzi a sentimenti molto negativi sul futuro delle quotazioni, infatti, vi sono coloro i quali ritengono che l’oro abbia ora toccato un nuovo minimo, e si appresti quindi a riprendere una strada di risalita. C’è tuttavia chi ritiene che le ondate di vendite non siano terminate, e che alcuni provvedimenti in grado di influenzare pesantemente la domanda di metalli preziosi (come quanto sta accadendo in Cina) possano nuocere ulteriormente alla stabilità del mercato.
La nostra impressione è comunque che la debolezza dell’oro non sia finita, e che almeno fino ai primi mesi del 2015 le quotazioni del lingotto non siano destinate a crescere. Parziali sorprese potrebbero tuttavia avvenire se la fiducia americana dovesse trovare qualche crepa, ritardando quindi il decisionismo della Federal Reserve, e contribuendo a rendere un po’ più aleatorio il futuro a stelle e strisce. In caso contrario, è probabile che l’oro possa essere ancora coinvolto in nuove ondate di deprezzamento che, tuttavia, non dovrebbero infrangere più i supporti dei più pessimisti.