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Panta rei

Creato il 28 dicembre 2010 da Selena
Quando si vive lontani dal proprio paese, ma che sia anche in un'altra cittá, non solo all'estero, ció che si lascia sembra fermarsi nel tempo. Come emigrante vedo la mia terra e le persone che conosco come il giorno in cui son partita, il 25 marzo 2004. Per me tutto é rimasto come allora, anche se ci son tornata varie volte a "casa".
Gli amici non invecchiano, il paese non cambia, tutto rimane immutabile, statico, pronto ad accogliermi cosí com'era, senza scossoni.
Eppure ogni volta che torno vedo un paesino diverso, tanti cambiamenti, e niente rimane com'era prima. Negozi che hanno chiuso, altri che hanno aperto, chi ha fallito, chi si é spostato. Lo noto.
E la gente? No, li vedo sempre uguali.
Ma ora non torno da settembre 2009, piú di un anno. Molti dei miei vecchi amici e conoscenti sono nel Fb, ci teniamo in contatto, guardo le loro foto, e sorrido ripensando a quando uscivamo insieme. Guardo le foto, certo, di oggi, non dei tempi passati, e noto come son cambiati. Alcuni son sempre uguali, per loro il tempo sembra non passare. Per altri invece il tempo é un nemico, e devo dire che non li tratta bene.
Ma ció che piú mi stupisce, positivamente, son le varie nascite. Le mie amiche hanno figli, i miei amici hanno figli, e caso vuole che quest'anno sia stato molto prolifico! Purtroppo son bimbi che nel migliore dei casi vedró crescere solo attraverso delle foto. Purtroppo non assistiró a matrimoni, battesimi, compleanni, natali e pasque. Sono ormai un mondo del quale io non faccio parte, ma a cui partecipo, in sordina, come spettatrice.
E poi arriva il momento in cui in una giornata come questa scopro che il mio grande amore, il mio primo vero amore, che non sento da due anni, ha avuto una bimba, a giugno. E penso alla gran casualitá, giá che Gabi doveva nascere proprio a giugno, se non avesse avuto fretta.
Cosí, oggi, senza un vero motivo, gli ho scritto un sms, riassumendo in poche parole due anni. E scopro questo parallellismo tra le nostre vite.
Precisiamo: é stato il primo vero amore, ma ora é un amico. Non si pensi male! Son 7 anni che non ci vediamo di persona, solo ci chiamiamo qualche volta, un sms ogni tanto, e cosí ci teniamo informati sulle nostre vite. Oggi avevo voglia di sapere come gli andavano le cose. Curiositá femminile. E son felice per lui, contenta che entrambi condividiamo la stessa esperienza nello stesso momento. Incredibile...
Peró d'improvviso ho anche aperto gli occhi. Perché lui era quell'amore che non faceva dormire, quello che non si sa mai nella vita che torni, quello che prima di venire in Spagna mi faceva delle promesse, ma poi il destino ci ha divisi. Peró prima lui c'era. Nel senso che era una possibilitá sempre presente, anche se non l'avrei mai scelta. Cosí, senza malizia, era bello pensarlo. E sicuramente anche lui pensava questo di me. Un gioco, forse, chissá.
Ora no, ora é come se ci fosse un punto, un presente che non ha niente a che fare con il passato. E va bene cosí, non mi dispiace mica, anzi.
Ció a cui penso é che....mi rendo conto di essere madre.
Fino ad ora ero la madre che si prende cura di un pupetto, che lo nutre, lo veste, lo bagna, lo passeggia, lo coccola, lo fa dormire, lo sveglia, lo fa giocare. Insomma, una madre che oltre a coprire tutte le sue necessitá condivide del tempo prezioso con questo cucciolo d'uomo.
Ora mi rendo conto che sono una madre perché non posso fare tutte le pazzie che facevo prima. E non perché non ne sia capace, ma per il semplice motivo che tutto ció che io faccio ricadrá su mio figlio!
Le pazzie le potró ancora fare, quando finalmente sto pupo mi lasci le forze per poter essere ancora una persona, non solo una madre. Ma ora non potró piú comprarmi un biglietto d'aereo per l'Italia e dire "Me ne vado per 3 giorni, ci vediamo!". Non potró pensare di fregarmene di tutto e tutti e farmi gli affari miei. Come non potró neanche immaginare che un giorno ci potrebbe essere quel grande amore ancora disponibile per me. Immaginarlo, mica averlo davvero. La mia é solo l'idea romantica, sempre é stata cosí, che poi la realtá é sempre ben diversa.
Insomma, d'improvviso realizzo che ho delle responsabilitá, che devo insegnare a mio figlio a comportarsi bene, a non dire parolacce, a dare il buon esempio. D'improvviso capisco che non potró piú avere momenti d'infantilismo acuto. Che mai piú potró starmene a letto un giorno intero, o in giro per i fatti miei senza avvisare nessuno. Non che prima fossi un'anima in pena senza doveri, ma era bello sapere che potevo esserlo. Ora questa possibilitá non ce l'ho piú. Ora ho delle responsabilitá verso un'altra persona, non solo verso me stessa.
Cosí che dopo tanto tempo realizzo che il mondo non si é fermato dove l'ho lasciato, che tutto scorre, tutto cambia, che anche i grandi amori  hanno una vita, si sposano, forse, hanno figli, invecchiano. Sento che quel posto che ho lasciato quasi 7 anni fa giá non mi appartiene, che non ci son piú io a passeggiare tra quelle strade, che non ci son piú i gruppi d'amici con cui si usciva i sabati sera, che son finiti gli aperitivi senza fine.
Sento come che quell'immagine che avevo, quel ricordo, quella certezza, ormai é sbiadita, come una vecchia foto. Sento che qualcosa se n'é andato per sempre, ed é un pó triste. Sento che il mio passato ormai non m'appartiene, e non é una frase fatta, semplicemente vuol dire che io non son piú quella di prima, che non faccio piú parte del posto dove vivevo.
Forse é questo ció che succede emigrando: dopo alcuni anni c'è questa separazione netta tra quel che si era e ció che si é, una persona che perde il passato, vive solo del presente, e sogna con un futuro.
Io lo sapevo per certo che non sarei mai tornata a "casa", che quel 25 marzo 2004 era l'inizio di quel presente.
Peró sarebbe bello, un giorno, ritrovarsi tutti insieme, noi, con i nostri compagni, i bimbi, in quel paesino, ricordando i bei tempi passati.
Perché devo ricordarlo, Panta Rei, tutto scorre, nulla dura eternamente.

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