NINA E I DIRITTI DELLE DONNE
di Cecilia D’Elia e Rachele Lo Piano
illustrazioni di Rachele Lo Piano
Italia collana NOMOS+
ISBN: 978-88-7609-204-6
Per parlare di questo libro non so da dove iniziare, forse da Bibì, che sembra dirmi che è un libro ancora troppo grande per lei:
- Nina e Bibì
E hai ragione, Bibì, è un libro grande. Perchè è la storia di una famiglia e di un Paese intero che ha conquistato a poco poco molti diritti e molti ancora ne deve conquistare. Come si conquistano i diritti, mi chiedi? Questa storia sembra dirci che si conquistano con la conoscenza, prima di tutto: bisogna sapere tante cose per capire che le cose si possono cambiare. E che il cambiamento è possibile e che tocca a tutti noi cercare di conquistarlo.
Per questo, nel libro ci sono delle schede di approfondimento, in cui si racconta la vita e l’impegno delle donne che hanno partecipato alla storia del nostro paese: è l’educazione esemplare, quella data dall’esempio più che dalle parole, che ci vuole testimoniare l’autrice.
Ma quando l’esempio non è possibile, le vicende sono più forti e Nonna Giovanna viene licenziata appena annuncia la sua gravidanza, è possibile comunque l’educazione: e infatti Nonna Giovanna si assume questo impegno e educa le sue figlie allo studio, fondamentale “per essere indipendenti.”
Cosa significa essere indipendenti? La storia di Nina ce lo dice: significa conoscere, per essere indipendenti nel giudizio. Agire, per non dipendere dalle azioni degli altri. Collaborare, perchè non c’è niente di più prezioso del confronto con gli altri.
E narrare. Di madre in figlia, perchè la storia sia anche riconoscimento di umanità.
Perchè parlare di questo, oggi? Ogni volta che si parla di storia e diritti delle donne, qualcuno dice che sono argomenti superati. Purtroppo, molti fatti intorno a noi ci dicono che non è così: i casi di femminicidio in Italia sono in crescita e si segnalano 12 episodi nei soli primi 15 giorni del 2012 (fonte). Le immagini che rappresentano le donne secondo stereotipi non solo vecchi, ma violenti, sono ancora permesse e a volte estese alle bambine.
L’educazione sessuale e riproduttiva, la parità dei diritti del mondo del lavoro, la tutela della maternità e il sostegno alla genitorialità sono alcuni dei diritti per cui molti lottano, convinti che possano avere conseguenze di rilievo nella vita di tutti i giorni, per tutti.
Ho detto ‘lottano’ in realtà, questa metafora bellica non mi piace e allora prendo in prestito le parole di Mariella Gramaglia, che ha scritto l’introduzione a questo bellissimo libro: “E soprattutto fatti sentire. Intendo dire: fatti sentire dal mondo.”
Bene, Bibì, vedo che mentre la mamma scrive, tu hai preso confidenza con il libro di Nina. Sono contenta: è il mio regalo e soprattutto il mio augurio, che tu cresca forte come le donne di Nina.
- Bibì e Nina
Ringrazio l’On.Cecilia D’Elia, con cui ho potuto parlare proprio oggi del suo libro e che spero venga a trovarci per raccontarci ancora la storia di queste donne, che è la storia della sua famiglia e dei nostri diritti, anche di quelli negati.
Ringrazio Emanuela Casavecchi della Sinnos Editrice, che mi ha generosamente guidata in questo percorso di incontro con Nina e Cecilia.
Questo post partecipa, con un giorno di anticipo, al Venerdì del libro. Questo appuntamento nasce da un’idea di Paola di Homemademma che sta anche organizzando una biblioteca virtuale raccogliendo su Anobii tutte le proposte, a questo link.
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