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Perché ¹

Da Pentolapvessione

Che senso ha tutto quello che sto facendo. Il primo motore che ha dato origine a questo divenire di ricette me lo ricordo bene, arginare il sapore della tristezza. Anche questa sera l’incanto funziona come la scarpetta di Cenerentola al ballo.

Siamo in 5: N ed E, E, W ed io.
Ci avrebbero dovuto raggiungere anche G e la sua fidanzata ma sorge un piccolo disguido e all’ultimo non riescono ad esserci. G è mortificato, io tutto sommato – anche se mi dispiace molto non vederli e non avere un parere siciliano di G sulla Gelatina di mandorle – sono contenta perché è la prima volta che capita, e prima o poi sarebbe dovuto accadere un contrattempo di questo genere.
N ed E è la prima volta che vengono e sono assolutamente deliziosi. Assieme da pochissimo tubano aggraziati, romanticheggianti ma non leziosi, languidi ma non stucchevoli. Una piacevole rarità.
E invece è già venuta con F… altre volte ci ha raggiunto F da solo mentre questa sera ci raggiunge lei da sola, par condicio è fatta. E è altissima e magrissima e sembra un giunco flessuoso… cenando con lei accanto ti chiedi come sia possibile: vista la capienza del suo stomaco dovrebbe avere il girovita di Obelix o di chi ha appena ingurgitato un hula hoop. Assaggia tutto e fa bis e tris con un tale piacere da meritarsi come F che anche lui non scherza il titolo di invitata jolly, con buona pace delle modelle danesi.
Per F c’è la scatolina degli avanzi.

Maiale in crostini

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Fettina di maiale 100 g
fegato di maiale travestito da fegatini di pollo 100 g
lardo 100 g
prosciutto 1 fettina
cipolla
salvia
alloro
marsala
tuorlo
pane in cassetta
burro
limone
Facoltativo: fegatino di pollo, che diventa fondamentale

Morale del Maiale in crostini: poiché W non mangia maiale e anche io cerco di non farlo – questioni alimentari non attinenti alla religione – le ricette suine sono rimaste indietro. Bisogna recuperare. Il risultato finale è una sorta di crostino toscano molto saporito.

Funghetti coltivati ripieni

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Funghetti 14
farina 1 cucchiaio
latte 1 bicchiere scarso
burro 1 noce
parmigiano
uovo 1 + tuorlo 1
groviera 25 g
pane grattugiato
olio per friggere
sale

Morale dei Funghetti coltivati ripieni: ovviamente non li posso assaggiare ma l’aspetto è assai invitante! Ogni porzione è formata da due cappelle leggermente scavate, riempite con un composto di besciamella e funghi, accoppiate due a due, impanate all’inglese e fritte in padella nell’olio. Il profumo che si sprigiona sa di autunno. Mi accontento di assaggiare la polpettina fatta con gli avanzi di impanatura e poi fritta.

A far compagnia ai due antipasti l’ormai semi-immancabile insalata di rape crude.

Lasagnette con spinaci e funghi

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Lasagnette 350 g
spinaci 500 g
funghi secchi 20 g
burro 70 g
parmigiano
sale

Morale delle Lasagnette con spinaci e funghi: al posto delle lasagnette uso le mafaldine che con quell’arricciatura tutta fru-fru raccolgono molto bene il sugo di spinaci e funghi tagliuzzati. Nei nostri piatti la ricetta si fa in tre: E, E e W le assaggiano comprensive di tutti gli ingredienti elencati, N con l’olio al posto di burro e parmigiano, io senza funghi.

Gelatina di mandorle

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Mandorle 300 g
latte 0,5 l
zucchero 300 g
colla di pesce 30 g
rum 1 bicchierino
olio di mandorle

Morale della Gelatina di mandorle: “questo antico dolce è conosciuto con il nome di «Blanc manger»”. Non l’ho mai preparata per cui sono molto curiosa di scoprire il risultato finale. Non saprei dirvi se effettivamente lo scritto ed il realizzato coincidano.
Quello di cui sono sicura è che ha il sapore antico del caro vecchio Joel Peter.

Perché ¹

Diventa ineluttabile aggiungere le visciole.

Boules de neige

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Farina 150 g
burro 150 g
mandorle sbucciate 50 g
albumi 2
zucchero in polvere 100 g
marmellata

Morale dei Boules de neige: “fate anzitutto una pasta sfogliata con il burro e la farina… ” è chiaro dalla prima riga di questa ricetta che a preparare questi deliziosi pasticcini ci metterò metà pomeriggio. Non avete idea però di che soddisfazione mi dia padroneggiare sempre più tutti i giri e volta dell’inizialmente temutissima pasta sfogliata. Ora che cerco di prepararla all’incirca una volta la settimana la faccenda si fa sempre lunga ma decisamente più semplice, non ancora automatica ma decisamente più meccanica. Il risultato finale mi soddisfa così tanto che oso e ne faccio assaggiare tre anche alla mia panettiera. Con le mandorle tostate e gli albumi montati a neve che avanzano preparo qualche piccola meringa.

Fino al 10 novembre al fondo di ogni post comparirà  Taste&Match, aderite numerosi!

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Ed eccomi qua pronta per la serata Winexplorer ideata da Fernando Wine, alla sua seconda edizione torinese.
Due antipasti + due primi + due secondi + due dolci = Otto piatti, otto portate per otto vini, otto abbinamenti per otto assaggi, otto foodbloggers per otto pietanze.
A me il compito di cucinare un antipasto che si abbini con un secco e fresco Erbaluce Rustìa 2011 di Orsolani.
Dopo averlo annusato e assaporato sfoglio attentamente il Talismano e opto per questa ricetta di Manzo in involtini di cavolo, che da noi in Piemonte sarebbe il capunet.
Mentre le altre ragazze si sbizzarriscono in incredibili ricette fantasmagoriche che avrete presto il piacere di scoprire e l’onore di assaggiare io come sempre vado sul classico, la cara Ada è una signora tradizionale. L’unica variazione che apporto alla ricetta sono le dimensioni: dovendo fungere da antipasto riduco il formato fino a farlo diventare mignon, un boccone e via. Voi astanti avrete così modo di gustare gli antipasti senza sentirvi satolli dopo una sola portata, proprio come succede a noi questa sera.
Ci vediamo il 10 novembre!
Cliccando qui troverete tutte le informazioni necessarie per partecipare.

Per 4 persone

Manzo in involtini di cavolo

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Cavolo cappuccio 8 foglie tenere ma belle grandi
trita di manzo 200 g
mollica di pane 35 g
tuorlo d’uovo 1
parmigiano grattugiato 1 cucchiaio
prezzemolo 1 ciuffo
sugo d’arrosto
sale

Sfogliate il cavolo facendo attenzione a non rompere le foglie, mettete a bollire un bel pentolone d’acqua, al bollore salate, tuffateci dentro le foglie, appena riprende il bollore scolatele – ci vorranno pochi minuti – sciacquatele sotto l’acqua fredda e mettetele ad asciugare su un canovaccio continuando a fare attenzione a non distruggere le foglie che devono rimanere intere. Preparate il ripieno mescolando con cura in una terrina la carne trita, il tuorlo, il parmigiano, il prezzemolo tritato e la mollica di pane inzuppata nell’acqua. Dividete le foglie di cavolo in quattro parti della stessa grandezza togliendo la costa dura centrale, prendete piccole porzioni della farcia preparata e disponetele al centro di ogni foglia, arrotolate la foglia in modo che il ripieno non esca, cospargete il fondo di una teglia con il sugo finto, allineate gli involtini, copriteli con un po’ d’acqua calda in cui avete stemperato qualche altra cucchiaiata di sugo d’arrosto e infornate per una mezz’ora abbondante, finché il sugo non si è addensato.
Morale del Manzo in involtini di cavolo: è una ricetta tipica del canavesano, una cugina prima dell’Erbaluce, una ricetta volendo anche povera perché nella farcia ci potete far finire anche avanzi di arrosto, fette solitarie di prosciutto, raminghi fondi  di mortadella, remoti affettati che vagano da un po’ nel vostro frigo. Tra cavolo, carne e sugo finto il sapore è ricco e stuzzicante.
Così piccoli sono un ottimo antipasto; se preferite servirli come secondo o non avete la pazienza del Buddha e volete prepararli più grandi potete optare per dividere la foglia di cavolo in due parti, se avete la fame di Obelix e avete perso per strada la pazienza di Giobbe potete non dividere le foglie affatto.



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