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Per quanto riguarda il primo punto, è sotto gli occhi di tutti che la copertura dell'evento sia stata massiccia, probabilmente dovuta anche all'assoluta mancanza di altri avvenimenti rilevanti nel paese in questo week end, ma questo non basta a spiegare il fenomeno nell sua totalità. Infatti già da settimane le primarie del centrosinistra sono argomento di discussione e riflessioni, i candidati sono apparsi un po' ovunque e (cosa nuova) si sono mossi anche fisicamente, perché essere radicati sul territorio sembra sia tornato fondamentale. Abbiamo anche assistito (si fa per dire) al confronto all'americana tra i cinque contendenti negli studi di X-Factor, cosa che ha scatenato un fiume di commenti soprattutto su Twitter, superbamente brillanti e ironici. Come avviene sempre di più in questi anni tutti si sentono in diritto, anzi in dovere di dire la propria su qualunque argomento, certo risultando simpaticissimi e "sul pezzo", giungendo alla ridicolizzazione di un evento che avrebbe anche potuto avere la sua pregnanza. Un esempio su tutti il tifo sgangherato della galassia indipendente e buontempona per Bruno Tabacci, uno che per storia e scelte personali c'entra con la sinistra come Comunione e Liberazione con la spiritualità. Tanto per dire una cosa piccola: Bruno Tabacci si è più volte detto favorevole alla linea del rigore e della fantomatica Agenda Monti, Mario Monti quello del complotto dei poteri forti, l'emanazione dei banchieri eccetera. Ma tutto questo non importa di fronte alla possibilità di apparire sempre un passo avanti. Tornando sul punto, secondo cifre ufficiose avrebbero votato poco più di 3 milioni di persone, ottimo risultato senza dubbio ma ricordo che nel 2005 quando le primarie vennero inaugurate e con contendenti (e analisti) meno cool, a votare furono 4 milioni e rotti (quasi tutti per quella mummia di Romano Prodi).
Secondo punto: ho sentito da più parti esultare per la grandezza delle primarie, una giornata di democrazia eccezionale, richiami al voto di personaggi improbabili che non sapevano nemmeno dove cercare la propria tessera elettorale. Insomma la solita rottura di coglioni da parte di chi partecipa all'ennesimo "evento", credendosi migliore di chi non vi partecipa. Alla festa della democrazia non ho voluto prendere parte perché credo che la festa alla democrazia sia stata fatta da tempo in Italia. Non ultimo segnale è la personalizzazione della contesa, il farsi seguace di una persona, personaggio, icona. Il Partito Democratico pur di nascere ha lasciato morire un Governo, ha desertificato l'area alla sua sinistra e Veltroni ancora ne mena vanto, ha riconsegnato l'Italia in mano a sprovveduti servi di un magnaccia che come tale si è comportato. Pagando in contanti.
C'era stata la promessa di un cambio di legge elettorale, e qui andiamo al terzo punto, che ancora non si vede. Non vedendosi all'orizzonte il cambiamento (all'americana, alla tedesca con bacio alla francese...), ieri si sono svolte primarie figlie del berlusconismo, figlie dell'idea che sia bene affidarsi ad una persona che intorno a sé costruisca una squadra che lo soddisfi, all'amatriciana insomma. Invece servirebbe una squadra che solo in seguito decida da chi farsi guidare. La politica dovrebbe essere fatta di idee e iniziative che solo dopo essere state realizzate prendono un nome, così come avviene in natura per cui un fenomeno esiste e quando viene scoperto gli si assegna un sostantivo. La politica che abbiamo oggi somiglia ad un supermercato dove trovi i prodotti, colorati e preventivamente reclamizzati, da mettere nel carrello, ci sono quelli affezionati al prodotto che usavano da giovani e quelli che amano provare tutte le novità. Alla fine, in fondo al corridoio, la cassa. Due euro stavolta.
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