Niente più infiltrazioni pericolose, agenti in borghese e pedinamenti per raccogliere le informazioni sui delinquenti e sui possibili sospettati. Il ministero degli Interni ha “le chiavi” per entrare nei profili facebook.
Privacy addio: il profilo Facebook non sarà più privato (anche se impostato correttamente) almeno agli occhi delle forze dell’Ordine. Una violazione di privacy in nome della sicurezza.
ACCORDO NON DIVULGATO
Stavolta noi italiani siamo i primi in Europa. L’accordo è stato siglato tra Polizia di Stato e i pezzi di grossi di Palo Alto nel quartier generale di Facebook, in California. I buoni rapporti tra i nostri poliziotti postali e Facebook andavano avanti da un po’ (vedi qui e qua) senza darne notizia.
FACEBOOK: CHI VISITA IL TUO PROFILO?
Non potrai mai sapere chi visita il tuo profilo e se un tuo amico ha visto o meno le ultime foto della tua vacanza. Puoi star certo però che la polizia postale o i carabinieri possono risalire a qualsiasi pagina, documento, file audio, video presente sul social network in nome delle indagini.
IN NOME DELLA LEGGE !
In realtà, ormai da un paio d’anni, gli attenti cyber coop italici navigaano nei meandri della rete. Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e persino i vigili urbani scandagliano le comunità di Internet per ricavare informazioni sensibili, ricostruire la loro rete di relazioni, confermare o smentire alibi e incriminare gli autori di reati. Sempre più persone conducono in Rete una vita parallela e questo spiega perche alle indagini tradizionali da tempo si affianchino pedinamenti virtuali.
Con la differenza che proprio per l’enorme potenzialità del Web e per la facilità con cui si viola riservatezza altrui è molto facile finire nel mirino dei cybercop: non è necessario macchiarsi di reati ma basta aver concesso l’amicizia a qualcuno che graviti in ambienti “interessanti” per le forze dell’ordine
PRIVACY SU FOTO / ALBUM & BACHECA ?
Entrano dappertutto. E non sempre l’autorità giudiziaria viene informata delle modalità con cui vengono condotte alcune indagini telematiche. Un ufficiale dei Carabinieri, che chiede di rimanere anonimo, ammette che
certe violazioni della legge sulla riservatezza delle comunicazioni vengono praticate con disinvoltura non sempre facciamo un resoconto alla procura e nei verbali ci limitiamo a citare una fantomatica fonte confidenziale
. Grazie all’accordo di collaborazione con il social network più famoso del mondo, chi conduce queste indagini non è obbligato ad avvisare un magistrato perchè « la fantasia investigativa può spaziare e le osservazioni virtuali potranno essere impiegate anche in indagini preventive »
AVANTI PREGO, LA MIA PRIVACY È VOSTRA
Personalmente possono controllare e scandagliarmi da cima a fondo. Anzi probabilmente visto che ho un blog pubblico, non ho nulla da nascondere. Il mio pensiero (ovviamente negativo) sul Governo di cui fa parte l’ho già espresso pubblicamente su queste pagine. Mi pare una situazione già nota: vi ricordate “1984″ di G. Orwell? Il grande fratello. Quello vero.