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Putin vince ma non convince

Creato il 06 dicembre 2011 da Bloglobal @bloglobal_opi

di Eleonora Ambrosi

Putin vince ma non convinceLa perdita del 15% di Russia Unita alle elezioni parlamentari svoltesi nel weekend scorso non significa una sicura “primavera russa”, ma, per lo meno, serve a dare un segnale chiaro. Probabilmente nella testa di Putin rimbombano due percentuali: 64% le preferenze del 2007, poco meno del 50% i voti a favore di oggi. Nonostante Medvedev lo consideri un “ottimo risultato” e un momento storico per la Russia democratica, sulle labbra di Putin è disegnato un sorriso amaro. Non è nemmeno corretto parlare di “svolta epocale” piuttosto che “fine di un’epoca”: semplicemente i russi, attraverso queste elezioni, hanno “segnalato” che qualcosa nella gestione del Governo deve cambiare. Una cosa è però certa: per la prima volta Putin sarà costretto a stringere alleanze con gli altri tre partiti che sono riusciti ad entrare nella Duma. I comunisti si rivelano secondo partito con il 24,7%, a Russia Giusta spetta il 12,8% mentre ai liberaldemocratici il 9,6%. Putin ha affermato che 238 seggi su 450 sono una maggioranza che permette di approvare le leggi in modo sereno: ciò non gli ha comunque impedito di pronunciare la tagliente frase: “ i governi stranieri pensino a ripagare i loro debiti invece di finanziare l’opposizione in Russia”. Ha continuato dicendo che i Russi combatteranno contro questi “Giuda”: fra un attacco agli USA, uno all’Europa che minaccia di dislocare missili nell’enclave di Kalinigrad, il fervore nazionalista e il dito puntato contro i comunisti, colpevoli di aver fatto crollare l’Unione Sovietica, Putin rafforza la sua già debole immagine. Ed il paragone viene poi fatto con l’Europa, sull’orlo del collasso: lui è l’uomo che ha migliorato il benessere nel Paese, garante di coesione nazionale e ordine pubblico che ha portato la Russia a far parte dei Paesi emergenti BRICs, nonostante molti esperti la considerino ancora “in via di sviluppo”. Il benessere in Russia, infatti, è aumentato ma in modo disuguale evidenziando ancora di più il divario sociale.

Seguono le proteste: ragazze che si presentano alle urne in topless, circa 300 gli arresti a Mosca e un altro centinaio quelli a San Pietroburgo. Critiche per la gestione dei manifestanti e sospetti di brogli sono arrivati un po’ da tutte le parti: da OCSE ad Amnesty International. Questo sorprende, ma in realtà non dovrebbe poi così tanto. Più interessante invece una riflessione sul fatto che Russia Unita ha ricevuto la maggior parte dei voti dai cittadini di etnia non russa: si è registrato un consenso del 99% in Cecenia e del 91% nel Daghestan; numeri che fanno un po’impressione. Anche questo non dovrebbe stupire più di tanto il Segretario di Stato americano Hillary Clinton che ha richiesto “un’inchiesta approfondita sull’esito delle elezioni”: Kadyrov, e non solo lui, ha interesse che le cose a Mosca rimangano tali e quali.

In sintesi i numeri: i comunisti passano dall’11,57% al 19,8% mentre i nazionalisti di Zhirinovski dall’8,1% all’11,4%. L’uomo del partito comunista è Ziuganov, principale vincitore di queste elezioni che ha annunciato di voler candidare come Presidente della Duma Ivan Melnikov, suo braccio destro.

Putin: temporaneamente rimandato al prossimo esame!

*Eleonora Ambrosi è Dottoressa in Scienze Linguistiche (Università Cattolica)


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