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Quello che il renzismo non dice (60) – Sulla vittoria di Tsipras in Grecia e su “The others” (2001) di Alejandro Amenábar.

Creato il 25 gennaio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
untitleddi Rina Brundu. È uno dei miei film preferiti in assoluto. Tanto straordinario che nella cattolicissima Italia hanno finanche censurato la sua pagina wikipedica che, appunto, non è mai stata tradotta dall’inglese. Sto parlando dell’imperdibile “The Others”, un film del 2001 diretto da Alejandro Amenábar e interpretato da una strepitosa Nicole Kidman. Senza stare qui a raccontarne la trama, proprio perché sono in tanti a non conoscerlo, mi limito a dire che si tratta di una produzione che fa proprie – in maniera coscientemente artistica e moderna – date teorie parapsicologiche: detto altrimenti i suoi personaggi principali sono dei morti. Meglio ancora, sono dei morti che non sanno di esserlo.

Ecco, quando guardo ai protagonisti della vita politica italiana post crisi-economica, post infinite-crisi-politiche, post scandali di tutti i tipi; quando guardo a quegli “eroi” della vita politica italiana che nonostante lo status-quo non perdono occasione per presenziare in questo o quello studio televisivo, participare a questo o a quell’esilerante show mediatico, sproloquiare su tutto e su tutti ripetendo come un disco rotto pseudo-concetti imparati a memoria da una eternità di tempo…. mi tornano alla mente proprio i personaggi di The Others. Insomma, ho la netta impressione che questi nostri politici siano esattamente come i characters immortali di Alejandro Amenábar: sono morti ma non sanno di esserlo!

L’odierna vittoria di Tsipras (1) alle elezioni politiche greche (secondo i primi risultati Syriza avrebbe la maggioranza assoluta: tra i 146 e i 156 seggi sui 300 del parlamento greco) –  contro cui non ha potuto neppure l’intervento in extremis della Banca Centrale Europea governata da Mario Draghi, mi fa pensare che quella mia sia in realtà un’impressione condivisa da milioni di cittadini europei. E che presto, prestissimo, una tale “impressione-convinzione” produrrà i suoi effetti sostanziali anche in un’Italia attualmente ingolfata dentro le maglie di un renzismo gattopardico che si è trasformato nel tempo nella pedina importante che ha impedito e impedisce scenari mutati che siano davvero tali.

Di fatto io non penso che Alexis Tsipras trascinerà il suo Paese al tracollo economico abbandonando gli impegni che i suoi predecessori hanno sottoscritto con l’Europa. Ma il suo avvento, per quanto possa sembrare outrageous al pensiero politico ortodosso, è senz’altro importante in termini di immaginario ideale. È un segno sostanziale e tangibile di cambiamento. Di rinnovamento. Di promessa di un futuro diverso. Di una classe politica diversa che abbia come prima preoccupazione il bene comune piuttosto che il proprio tornaconto personale. Vale a dire di quel futuro che a noi italici è per il momento parzialmente negato: noi infatti viviamo ancora con “gli altri”… viviamo governati da una casta politica morta ma che purtroppo non sa di esserlo.

  1. Alexīs Tsipras è un politico greco, leader di SYRIZA e candidato, per il Partito della Sinistra Europea, alla Presidenza della Commissione UE nelle Elezioni europee del 2014.
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