Magazine Religione

Referendum scuola a Bologna: comunisti contro moderati

Creato il 10 aprile 2013 da Uccronline

Referendum BolognaIl 26 maggio i cittadini di Bologna saranno chiamati alle urne per un referendum consultivo (cioè senza raggiungimento del quorum), dal costo di 500mila euro, per scegliere se abolire o meno il finanziamento comunale alle scuole paritarie convenzionate. Si tratta di un’iniziativa portata avanti da frange rosse e stataliste, riunitesi sotto il comitato «Articolo 33» formato da Sinistra Ecologia e Libertà (SEL) e dal Movimento 5 Stelle locale.

Militanti a favore dei referendiani l’impresentabile Fatto Quotidiano nonché tutto il potpourri di personaggi con cattiva fama comunista come Margherita Hack, Paolo Flores d’Arcais, Carlo Flamigni, Andrea Camilleri e Sabina Guzzanti (mancano Odifreddi e Augias, qualcuno li svegli!), comandati dall’onnipresente laicismo di Stefano Rodotà. Non a caso il prof. Ruben Razzante, ordinario di Scienze politiche, ha parlato di Bologna come somigliante «sempre più alla Stalingrado d’Italia».

Contrari a questo esercito di ideologia, invece, ci sono tutte le forze moderate, a partire dal PD e dal PDL bolognesi, le associazioni delle scuole libere, la Curia, il sindaco Virginio Merola (PD), la CISL e i padri della convenzione che dal 1994 regola il sistema di scuole dell’infanzia paritarie come l’ex sindaco Walter Vitali, il suo vice Luigi Pedrazzi e gli ex assessori Paolo Ferratini e Luciano Vandelli. Il segretario del Pd bolognese, Raffaele Donini è sceso in campo, assieme al suo partito, per difendere le scuole materne private «che sono paritarie e svolgono un servizio pubblico. Votate B al referendum, B come bambini e come Bologna» (qui il video). L’ex sindaco Walter Vitali ha detto: «È una vecchia idea della sinistra, quella della scuola pubblica intesa come statale. La sinistra più moderna da almeno vent’anni sta cercando di superarla, mentre c’è qualcuno ora che la vuole riportare in vita. Una vittoria della risposta “A” porterebbe a maggiori oneri per l’amministrazione pubblica, e quindi a una minore di possibilità di soddisfare le richieste scolastiche ed educative delle famiglie». Anche Matteo Renzi e i renziani si sono schierati a favore del finanziamento. Altri sostenitori della libertà d’educazione sono numerosi ricercatori e docenti universitari, nonché politici di ogni colore e appartenenza.

Il primo firmatario del Manifesto per la libertà d’educazione è l’economista Stefano Zamagni, ordinario di Economia presso l’Università di Bologna. «Vogliono farsi male da soli», ha detto rivolgendosi ai personaggi dell’”Articolo 33″, «approfittano del fatto che la gente non ha le idee chiare, ma le persone capiranno e non avranno esitazioni».

Il rischio, come ricorda Repubblica, è che 1.600 bambini possano restare fuori dalle scuole. A Bologna, infatti, ci sono 27 scuole dell’Infanzia paritarie convenzionate che accolgono il 21% dei bambini e ricevono meno del 3% (cioè un milione) delle risorse che il Comune investe sulla scuola dell’Infanzia. Il costo pubblico sostenuto per ogni bambino che frequenta le scuole paritarie è pari a circa al 9% di quello sostenuto per un bambino accolto nelle scuole comunali. Destinando il milione di euro alle scuole statali, così come vorrebbero i referendari, si potrebbero ottenere non più di 160/170 posti, mettendo a rischio però i 1.736 bambini accolti nelle scuole private paritarie. I detrattori delle scuole paritarie non capiscono che i soldi destinati a questi istituti non sono dati ai privati, ma soldi destinati ad un sistema scolastico integrato che si fonda su principi costituzionali e normato da leggi dello stato (L. 62/2000).

«L’occasione è locale», ha spiegato il prof. Zamagni, «ma la posta in gioco è evidentemente nazionale. Si vuole di fatto espungere dalla Costituzione l’articolo 118, laddove viene introdotto nel nostro ordinamento il principio di sussidiarietà. Infatti vi si dice che Stato, Regioni, Città metropolitane, Province, Comuni “favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale”. Non dice: devono tollerare o riconoscere, ma: favorire. E “favorire” ha un significato molto preciso per chi se ne intende di questioni economiche». I referendari invocano l’articolo 33 della Costituzione, dove si parla di soggetti che possono istituire scuole ma «senza oneri per lo Stato», il prof Zamagni replica: «appunto: si parla di istituire, e non di gestire una realtà già esistente, come a Bologna, dove nessuno ha mai chiesto al Comune finanziamenti per creare nuove scuole materne; l’amministrazione deve però consentire alle scuole materne di realizzare il principio di libertà di scelta da parte dei genitori». Evitare oneri significa che «non si possono chiedere risorse all’ente pubblico gravandolo; ma nel caso di specie è vero esattamente il contrario: il Comune di Bologna eroga annualmente alle scuole materne e paritarie un milione di euro, ricevendo dalle stesse un contributo in termini di posti per l’infanzia pari a sei milioni. Siamo di fronte a un caso plateale in cui è la società civile che finanzia l’ente pubblico e non il contrario». La Costituzione non dice senza pagamenti, ma senza oneri: se il comune paga un milione e riceve un beneficio di 6 milioni è chiaro che non c’è l’onere.

Il problema di fondo è la solita avversione ai cattolici , ha spiegato l’economista Zamagni: «Ci sono a Bologna 27 scuole partiarie, 25 sono di matrice cattolica e due non cattoliche. Se fosse vero il viceversa non ci sarebbe stato il referendum. La motivazione ideologica è dunque ispirata ad un laicismo che si sperava fosse scomparso e che invece continua a scorrere come un fiume carsico. È evidente che si tratta di persone malate di ideologismo.

Il 26 maggio al quesito referendario bisognerà rispondere «B, come Bologna», il risultato avrà un significato nazionale. Tutti, anche i non bolognesi, possono firmare il manifesto a questa pagina. Qui il gruppo Facebook.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :