“Il NON sindaco di Firenze” così Alessandra Bencini Senatrice del M5S definisce Matteo Renzi nel suo intervento in aula al Senato.
Come non concordare su questa definizione, il Sindaco più assenteista d’italia, il Sindaco più presente in televisione, nei talk show, dibattiti, inaugurazioni e presenzialismi a go-go, insomma tutto quello che permette visibilità. Il Sindaco del “brand” per la città, del marketing della politica, il liberista del terzo millennio cerca la fuga nella politica nazionale per sottrarsi al dissenso diffuso che ormai lo circonda in città.
Nella visione “fantapolitica renziana” i lavoratori sembrano essere un qualcosa di accessorio, semplicemente funzionali allo scopo; abituato alle assunzioni di dirigenti, nomine nei Cda delle partecipate e a promuovere le candidature parlamentari da buon liberista si confonde poco con la VERA forza lavoro dell’economia, i lavoratori dipendenti. A Firenze non esiste azienda legata in qualche modo al Comune, oltre agli stessi dipendenti comunali, che non abbia visto vertenze sindacali, manifestazioni e proteste animate, che altro non sono se non la logica risposta alla politica Renziana.
La contrapposizione nasce spontanea quando l’indirizzo politico è verso il clientelismo sfrenato, verso il privilegio accondiscendente degli amministratori e dei dirigenti, spesso nominati in barba a tutte le regole di trasparenza e di merito di cui il Sindaco parla in televisione ma che forse nemmeno conosce.
Condanna per danno erariale per le nomine dei collaboratori stretti in Provincia, bocciatura della corte dei conti per le spese del personale in Comune (più di 40 dirigenti assunti a chiamata), gli stessi dirigenti che insieme ai rappresentanti sindacali sono stati rimandati a giudizio per presunte irregolarità nella sottoscrizione degli accordi e per danno erariale (ancora una volta).
Questo è Matteo Renzi, un danno erariale, un liberista che toglie ai poveri per dare ai ricchi.
Attenta Italia.
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake