Il Comune e l’Associazione parenti delle vittime lanciano un sito con l’obiettivo di raccontare le storie di chi ha vissuto quel tragico 2 agosto 1980.
Dalla lapide al blog collettivo, dalle manifestazioni di piazza agli hashtag online, la commemorazione di eventi del passato passa sempre più dalla rete.
Lo scorso anno la rete civica Iperbole del Comune di Bologna aveva invitato gli utenti a condividere su Twitter e Facebook un ricordo della strage di Bologna. Accompagnate dall’hashtag #ioricordo, erano arrivate decine di testimonianze di parenti delle vittime, di sopravvissuti, ma anche semplici di bolognesi che si trovavano a pochi metri dalla stazione il 2 Agosto 1980.
In occasione del 32esimo anniversario della strage, Iperbole rilancia il progetto con unTumblr che intende aggregare tutte le testimonianze condivise l’anno scorso e quelle che ancora oggi continuano ad arrivare. Un modo per sottrarre alla velocità della rete i migliori contributi e provare a costruire una memoria dal basso di uno degli eventi più tragici della storia italiana recente.
http://dueagosto.tumblr.com/tagged/vittime#.UBo-Z2E0OfU
Maria insieme ad Angela, la figlia di soli 3 anni, aspetta nella sala d’attesa. Stava partendo con due amiche, Verdiana e Silvana, per una vacanza sul lago di Garda. Angela è la vittima più piccola della strage. I resti di Maria furono furono riconosciuti solo il 29 dicembre. A casa Fresu, a Gricciano di Montespertoli, rimangono i genitori di Angela e i suoi sette fratelli. Il nonno Salvatore ricorda la sua nipotina Angela: “Voleva sempre venire sul campo con me, in trattore”.
ANGELA FRESU (3 anni)
MARIA FRESU (24 anni)
il #2agosto la mia nonna era nella sala d’attesa.Persone accanto a lei sono morte,lei è qua.Da quel giorno ha i capelli bianchi come la neve (Luca Ghinelli)
Giuseppe e Antonio, due fratelli, due compagni di giochi e lavoro. In vacanza a Rimini conoscono tre ragazze straniere e decidono di accompagnarle a Bologna a prendere il treno.Ricorda Antonio: “[…]e così siamo arrivati sul primo binario dove c’era proprio un treno che partiva per Basilea. Noi eravamo sulla destra delle sale d’aspetto, lontano dai vagoni, e per avvicinarci ci siamo avviati verso sinistra. Giuseppe camminava in fretta, andava sempre di corsa lui. Io invece mi sono fermato e voltato indietro per aspettare un nostro amico che camminava lentamente. A quel punto ho sentito un gran botto, poi sono svenuto e non ho visto più niente. Mi sono svegliato per terra, fuori della stazione, e mi hanno portato all’ospedale perché avevo la testa rotta. Giuseppe non l’ho visto fino alla sera, quando ho saputo che era morto”.GIUSEPPE PATRUNO (18 anni)
Da wikipedia:
La strage di Bologna, compiuta sabato 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna, è uno degli atti terroristici più gravi avvenuti in Italia nel secondo dopoguerra. Come esecutori materiali furono individuati dalla magistratura alcuni militanti di estrema destra, appartenenti ai NAR, tra cui Giuseppe Valerio Fioravanti.
Alle 10.25 di 32 anni fa, alla stazione di Bologna un ordigno esplose causando la morte di 85 persone inermi, colpite in modo barbaro dal terrorismo di destra e successivamente dai depistaggi dei nostri servizi di sicurezza.La bomba era composta da 23 kg di esplosivo, una miscela di 5 kg di tritolo e T4 detta “Compound B”, potenziata da 18 kg di gelatinato (nitroglicerina ad uso civile).
Faccio completamente mie le parole di Mario Calabresi (La Stampa, 31.7.2010):
“I morti delle stragi italiane sono vittime quattro volte e per questo è difficile per i loro parenti e per tutta la società farsi una ragione di questa tragedia collettiva. Sono vittime della bomba: hanno perso la vita e non c’era nessun motivo perché ciò accadesse, non avevano scelto di fare lavori pericolosi, di esporsi al rischio in nome di una causa, di un’ideale o per difendere le Istituzioni, non avevano nemici ma la sola colpa di trovarsi casualmente nel posto sbagliato.
Lapide alla stazione di Bologna
Tutto questo non ci permette davvero di fare i conti con il dolore e con la rabbia mentre le foto sbiadiscono e la memoria rischia di fare la stessa fine. Avevo dieci anni quando scoppiò la bomba alla stazione e oggi provo ancora la stessa sensazione di quella sera in cui, nascosto dietro il divano per non farmi vedere da mia madre che mi aveva già mandato a letto, ascoltavo il telegiornale: incredulità. Una perdita di equilibrio verso qualcosa che non poteva essere immaginato e compreso per la sua gratuità e la sua bestialità”.
La vicenda giudiziaria della Strage di Bologna si è chiusa con la condanna all’ergastolo, quali esecutori dell’attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, mentre l’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vennero condannati per il depistaggio delle indagini.Il 9 giugno 2000 la Corte d’Assise di Bologna emise nuove condanne per depistaggio: 9 anni di reclusione per Massimo Carminati, estremista di destra, e quattro anni e mezzo per Federigo Mannucci Benincasa, ex direttore del SISMI di Firenze, e Ivano Bongiovanni, delinquente comune legato alla destra extraparlamentare. Ultimo imputato per la strage è Luigi Ciavardini, con condanna a 30 anni confermata nel 2007.
Sono immerso da mesi nella lettura – matta e disperatissima – di saggi, libri, paper, relazioni, Considerazioni Finali degli anni Settanta, al fine di completare con lo storico Sandro Gerbi un saggio dedicato alla figura di Paolo Baffi, Governatore della Banca d’Italia dal 1975 al 1979.
Quando Baffi e Bankitalia tutta subirono il vile attacco giudiziario nel marzo 1979, il giudice istruttore del tempo era Antonio Alibrandi, il quale non nascondeva il suo orientamento politico. Non a caso il figlio, Alessandro Alibrandi (poi morto in uno scontro a fuoco con la polizia nel 1981) era un militante dei NAR – Nuclei Armati Rivoluzionari – gruppo eversivo di destra, che per la magistratura è il gruppo responsabile dell’esecuzione della strage di Bologna del 2 agosto 1980.Ogni anno, come scrive Mario Calabresi, in occasione del 2 agosto, siamo costretti a leggere dichiarazioni farneticanti dei condannati con sentenza definitiva come Valerio Fioravanti. Stiamo parlando dello stesso Fioravanti che festeggiò con Francesca Mambro l’assassinio del giudice Mario Amato – che indagava come il giudice Occorsio sui NAR – con ostriche e champagne.
Il nostro codice di procedura penale prevede in luogo dell’ergastolo, la detenzione di 30 anni. Fioravanti ha scontato la sua pena, ma continua a parlare a vanvera offendendo chi ha perso un figlio, un padre, un fratello. Un Paese civile che prevede nella Costituzione la rieducazione del condannato deve però far rispettare almeno l’impegno al silenzio da parte di efferati eversori.
P.S: per approfondimenti, consiglio la lettura di Riccardo Bocca, Tutta un’altra strage, BUR Rizzoli
Strage di Bologna: ricordare per la democrazia
Messaggio del Presidente della Repubblica Napolitano a 32 anni dall’eccidio: “Il ricordo delle vittime innocenti del terrorismo consente di trasmettere il senso della libertà e della democrazia”. Cancellieri: “Molti interrogativi restano senza risposta”.
“Nel trentaduesimo anniversario della strage rivolgo il mio pensiero commosso alleottantacinque vittime di quel vile atto terroristico e agli oltre duecento feriti, rimasti indelebilmente segnati dall’orrore di quella mattina, e sono vicino ai famigliari delle vittime e dei feriti”. E’ quanto scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato al Presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, Paolo Bolognesi.
2 Agosto, Raisi contro Bolognesi: «È un abusivo»
Il deputato di Fli attacca il presidente dei familiari: «Non ha titoli per stare nell’associazione»
L’AMACA di Michele Serra
Basta avere perso la suocera per considerarsi a pieno titolo parente delle vittime di una strage? Sembra Achille Campanile, puro umorismo nero, è invece la cronaca politica di questo pazzesco Paese, nel quale uno dei condannati per la strage di Bologna (il serial killer Giuseppe Valerio Fioravanti) e un deputato di destra non convinto della sentenza (Raisi) accusano il presidente dell’Associazione delle vittime di non essere legittimato a quel ruolo perché in quella mattanza ha perduto solamente la suocera…
Ridere e piangere per la stessa notizia è cosa che capita sempre più spesso. Non sai se siano la vergogna o il ridicolo, l’ira o l’ilarità a garantire il miglior esito ai tuoi sentimenti. Nel dubbio, preferendo non fare domande a Fioravanti, è al deputato Raisi che chiediamo di chiarire meglio la sua posizione stilando una graduatoria che consenta ai parenti delle vittime di tutte le stragi di legittimarsi. È sufficiente perdere la moglie? Un figlio può bastare? E quanti punti in meno valgono, secondo Raisi, un cognato, un cugino? E un partner molto amato, ma non sposato regolarmente, vale, quanto a gravità del lutto, come un coniuge regolare, o la Chiesa metterebbe il veto?
Strage di Bologna: il vero scandalo sono le parole di Gelli
Come accade ogni anno, sono iniziate le polemiche che precedono la commemorazione dellastrage alla stazione di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980. Questa volta la buriana ha riguardato due persone condannate in via definitiva per quell’attentato: Licio Gelli, 10 anni per i depistaggi, eValerio Fioravanti, ergastolo (per quanto ora libero) come esecutore materiale.
Il primo, capo della loggia P2, ha detto che a provocare l’esplosione è stato un mozzicone di sigaretta. Non è una gran novità, dato che nel 1981 raccontava la stessa storia con una variante: allora il mozzicone era di sigaro. Per quanto riguarda più in generale il discorso sull’esplosivo, ne sono state inventate di tutti i colori, ma non si dimentichi che quello deflagrato a Bologna era stabile e doveva per forza essere innescato da un dispositivo, cosa che avvenne.
Più grave, a mio avviso, è che Gelli dica che lui e i suoi fedelissimi piduisti fossero delegati alla nomina dei vertici dei servizi segreti di quegli anni. Che, guarda caso, erano tutti iscritti all’organizzazione dello stesso venerabile. Questo la dice lunga sulla limitatezza della libertà delle nostre istituzioni e dunque della nostra democrazia.Venendo a Fioravanti, avrebbe detto – poi smentendo di averlo fatto – diverse cose su di me. Lascio perdere il cinico sarcasmo su mia suocera, uccisa a 50 anni dall’esplosione. Volevo commentare un altro paio di passaggio. Intanto che farei politica sulla pelle delle vittime e dell’associazione che presiedo. Ecco, si sappia che – pur tra le differenze di vedute – il lavoro dell’associazione è corale. Intanto ne fanno parte solo familiari delle vittime e non estranei che ci bazzicano intorno. Ci sono 5 riunioni all’anno e quando si decidono il manifesto per l’anniversario e il testo del discorso dal palco da leggere il 2 agosto di ogni anno se ne parla tutti fino alla sera prima e ognuno ha il diritto di dire qualcosa e ogni input viene ascoltato.
Inoltre, secondo Fioravanti, io sarei un “vecchio partigiano mosso dall’ideologia”. Sono nato nel 1944 e dunque non posso aver preso parte alla guerra di Liberazione, ma sono iscritto all’Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. E non ho problemi ad ammetterlo: sono orgoglioso di quell’iscrizione.
FONTI :
http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Bologna
http://www.rassegna.it/articoli/2012/08/2/90635/strage-di-bologna-ricordare-per-la-democrazia
http://www.linkiesta.it/bologna-strage
http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2012/07/31/strage_bologna_tumblr_ricordo_online.html
http://dueagosto.tumblr.com/
http://www.beccogiallo.org/shop/edizioni-beccogiallo/31-la-strage-di-bologna.html