Già lo scorso anno, il comico aveva annunciato sul blog una sua possibile incursione al festival, nel post “Che Fazio fa”, in cui denunciava il neo presentatore, “colpevole” di aver siglato un contratto da oltre cinque milioni di euro con l’emittente Rai.
Ironicamente, Fazio aveva risposto al tweet, invitando Grillo a intervenire come cantante “Se hai due pezzi belli ti prendiamo! Ripeto: due pezzi!”.
Quindi, nonostante si fosse vociferato di un possibile “blitz” del comico geneovese al fianco di Celentano, la minaccia dell’occupy Ariston non ebbe luogo.
Un anno dopo, Grillo rilancia la sfida, ma senza specificare le motivazioni del suo eventule intervento. Benchè le tempistiche siano tutt’altro che casuali (l’annuncio coincide con le dimissioni di Letta e le successive consultazioni, cui il M5S non parteciperà), l’unica cosa apparentemente data per certa è il blogger abbia acquistato un biglietto in platea, senza aver ricevuto invito dall’organizzazione.
Allarmata la reazione di Michele Anzaldi, deputato del Partito democratico e segretario della Vigilanza sulla Rai, che commenta:”Il presidente della Vigilanza, Roberto Fico, rassicuri i cittadini che pagano il canone sulle reali intenzioni del blitz di Beppe Grillo al Festival di Sanremo. Il leader del Movimento 5 stelle vuole danneggiare la trasmissione di punta della programmazione del servizio pubblico?”. “Gli introiti pubblicitari – spiega Anzaldi – e la visibilità che il concorso musicale garantisce alla Rai sono un bene prezioso, che non può essere messo a rischio dagli intenti propagandistici di Beppe Grillo. La Rai deve essere messa in condizione di poter fare il proprio lavoro senza assalti estemporanei, sarebbe gravissimo se il leader del partito che esprime il presidente della commissione di Vigilanza creasse un danno economico all’azienda e mettesse in difficoltà i lavoratori che permettono la realizzazione del Festival”.
D’altra parte, Grillo ha familiarità con il palco di Sanremo, cui partecipo per cinque volte, fino al 1986, causa la famosa battuta sui socialisti “ladri” pronunciata a Fantastico nel 1986, che costò a Baudo un richiamo dai dirigenti Rai e dal Psi, e a Grillo un periodo di esilio dalla tv pubblica.