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Scegliere cosa mangiare e con chi collaborare

Da Pausagolosa @pausagolosa

Scegliere cosa mangiare e con chi collaborareNon dovete smettere di bere coca cola se vi piace la bevanda, ma potete scegliere anche un centrifugato di carote, potete scegliere cosa comprare e di cosa nutrirvi.

Essere padroni delle scelte, che non devono essere indotte attraverso la pubblicità o autoindotte. Sforziamoci tutti di creare una controtendenza, un cambiamento, iniziando proprio dal cibo. Scegliamo cosa mangiare e con chi collaborare.

Quando si iniziano le famose “collaborazione a marchio”, ci si avvicina a delle grandi entità aziendali con una certa “leggerezza”, ci si entusiasma quando arriva il bottino di guerra, ma quel bottino non è gratis, ma ha un prezzo che a mio avviso è fin troppo alto.

Se pensiamo che le aziende in questione ogni anno spendono centinaia di migliaia di euro in richiami pubblicitari che passano su tutte le reti nazionali , si sfregano le mani quando gli scrive il blogger di turno che vende un banner pubblicitario in cambio di una scatoletta di alici. Non vi sembra un po’ poco per far fare profitti milionari a chi è in grado di pagarsi 600 mila euro di pubblicità?

Scegliere con cura, senza intermediari e forse rimetterci anche, perché le materie prime per preparare le ricette da pubblicare costano, ma vale veramente la pena utilizzare la tal farina che ha le stesse caratteristiche di quella venduta al discount per pochi centesimi?

Una mossa intelligente invece potrebbe essere quella di fare rete, di unire tutte le menti creative che circolano in rete e scrivono nei blog o conoscono aziende ed aziendine che hanno voglia di farsi conoscere e farle conoscere a tutti, esiste la vendita on line, e tante altre forme di vendita. Quante volte cerchiamo il tal olio extra vergine con le tali caratteristiche od il burro fatto a mano, o tante altre golosità che nei negozi di prelibatezze non arriveranno mai, visto che non si possono permettere una rete di vendita che agisca in maniera capillare? Fare insieme un lavoro che non ha precedenti, dando voce a quelle piccole aziende, che senza passaggi pubblicitari rimangono nell’ombra, o vengono conosciuti da uno sparuto gruppo di persone, i soliti fortunati.  Ribadisco, non è male collaborare con i marchi, ma diventa una sorta di succursale dell’azienda dove si lavora e che ti controlla la vita . Se poi, ti stufi e vuoi esprimere un tuo personale parere, non lo puoi fare.

Il consumatore si è adeguato ad un sistema dove non è più padrone delle sue scelte, che sono più dettate dal far quadrare un bilancio mensile ridotto all’osso. Non è sempre vero che la qualità è scadente o non raggiungibile per gli alti costi. Vi do un banale esempio. A Roma circolano dei camioninci di latte crudo. Fanno stop a rotazione nei mercati rionali. Se ti porti la bottiglia da casa, fai il pieno e prendi il latte appena munto a 1 euro, altrimenti paghi 10 centesimi in più se non hai la bottiglia. L’acqua si può prendere direttamente alle fonti, pagandola pochi centesimi, sempre con la bottiglia da casa. Vuoi verdure fresche e latte appena munto? Vai alla scuola Agraria che si trova sulla via Ardeatina. Hanno uno spaccio aperto per poche ore, dove trovi i prodotti che producono i ragazzi che studiano nella scuola: olio, vino, verdure dell’orto, latte fresco, piante aromatiche e un bellissimo vivaio. Sempre nei mercati rionali, se vai a mezzogiorno, trovi i banchi che devono finire le derrate e svendono fino ad arrivare al 50%/70%. Certo, mi direte: ci vuole tempo. Bisogna andare fino a la, oppure trovare i posti che lo fanno. Ma se non iniziamo, quando?


Filed under: Dolci

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