Dinanzi ad una platea plaudente, al meeting di CL di Rimini, il presidente della Lombardia Roberto Formigoni, mentre tentava di difendersi dalle accuse che gli sono cadute sulla spalle in questi mesi, ha svelato con la voce rotta dall’emozione: “All’incontro sulla famiglia di Milano il Papa mi ha guardato e mi ha detto ‘io tutti i giorni prego per lei’. Mi sono commosso…”.
Partendo dal presupposto che il Papa prega per chi vuole, (e speriamo non solo per i potenti cattolici di turno) e che parole tanto pie quanto riservate andrebbero mantenute tali, per il semplice fatto di non lasciarle strumentalizzare dalla stampa nemica, da cui Formigoni si sente perseguitato, un po’ come accadeva ai primi Cristiani ai tempi di Domiziano, alcune domanda sacrosante nascono spontanee:
Quale sarà stato il vero senso delle parole del Pontefice?
Forse il Santo Padre intendeva dire che tutti i giorni invoca il Signore affinché illumini il governatore della Lombardia nella ricerca delle ricevute dei pagamenti delle sue vacanze, che sempre secondo voci false e tendenziose sarebbero state pagate da Pierangelo Daccò in cambio di favori politici?
Oppure Benetto XVI si è rivolto a Dio affinché il novello martire non cada più nella tentazione (come è accaduto in passato) di trascorrere le proprie vacanze ai Caraibi, luogo non tanto consono per uno come Formigoni Memores Domini che in Comunione e Liberazione indica una persona che ha fatto propri i consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza? Che il papa gli abbia consigliato un buon agriturismo, una bella certosa o un isolatissimo eremo in cui trascorrere i prossimi esercizi spirituali?
E chi ci dice che Papa Ratzinger non abbia invocato la fortezza divina affinché il navigatissimo governatore lombardo la prossima volta possa resistere alle pesantissime pressioni esterne che nel 2008 lo portarono a candidare nel suo listino la notissima igienista dentale riminese Nicole Minetti?
E’ mai possibile che con tutti i mali che affliggono l’Italia, l’Europa, il mondo intero, e lo stesso Vaticano che tra maggiordomi e corvi vive un momento di crisi, il Pontefice trovi il tempo per pregare per il “Celeste”, che in qualità di ciellino della prima ora vive già un rapporto privilegiato con l’Altissimo?
Innanzitutto appare un po’ sospetta la preghiera elitaria del Santo Padre che dice le sue orazioni non tanto per i quasi 10 milioni di lombardi quanto solo per il loro presidente che li governa da ben quattro mandati di fila. Allora perché non spendersi per i siciliani che sono stati amministrati per quattro anni dallo “sfortunatissimo” Lombardo e che ora non hanno alcun esecutivo regionale? Oppure perché non esortare il Signore perché redima Vendola, ed i pugliesi che lo hanno votato?
La lista di politici bisognosi di un’intercessione divina è lunga. Troppo lunga. Ci volete far credere che le attenzioni papali prima di ricadere su Formigoni non giochino in casa e chiedano una particolare attenzione per Angela Merkel alle prese con la più grande crisi dell’Euro, di cui i tedeschi hanno ancora capito ben poco? Pensate che il Santo Padre durante i vespri della sera non dedichi le sue odi ai fratelli ortodossi, ai greci e soprattutto al premier Antonis Samaras che si sta vedendo esplodere il paese fra le mani?
Dai noi scherziamo, al massimo l’inquilino di Piazza San Pietro avrà pregato il Signore affinché il numero uno del Pirellone la smetta di indossare quelle terribili giacche colorate che il Celeste veste in pubblico per strizzare l’occhio all’elettorato più giovane (o non si sa per quali altri arcani motivi), ed avrà fatto un buco nell’acqua, visto che come scrive Dante:
La gloria di colui che tutto move
per l’universo penetra, e risplende
in una parte più e meno altrove.
O come diciamo molto più umilmente noi: Quando erano lì a pregarlo, Lui era in altre faccende affaccendato. E Visto i Tempi, faceva bene.