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Settembre è arrivato… via alle immatricolazioni

Creato il 03 settembre 2011 da Emanuelesecco

settembre

Sì ok. Settembre è arrivato…
C’è chi questo arrivo lo vede come una maledizione e chi, invece, come una nuova avventura tutta da scoprire.
Io non la sento questa magia o questo cambiamento. Forse sarò strano io, ma ormai i mesi sono tutti uguali; salvo la temperatura, motivo per il quale abolirei la maledetta estate.

Da quando studio all’università l’unica preoccupazione esistente è quella dello studio, non certo quella di guardare fuori dalla finestra per carpire le minime variazioni metereologiche. Si studia in estate, in autunno, in inverno e in primavera.
È un cazzo di ciclo che finirà solo il giorno della laurea.
Certo, puoi prenderti una vacanza, ma non è così semplice. Il pensiero degli esami riuscirà ad assalirti anche se sei sdraiato sulla più isolata spiaggia della più piccola isola del più sconosciuto degli arcipelaghi una volta abitato dalla tribù vattelappesca e ora in mano agli occidentali imperialisti e marroni come la popò dalla troppa abbronzatura.
Ovviamente lo stesso vale per i più temerari di noi che si danno all’alpinismo estremo.
L’unico modo per non pensare al libro di testo sembra essere l’andare in vacanza in uno di quelle becere località turistiche in cui l’unico pensiero per il villeggiante è quello di mangiare come un porco, bere come una otre e saziare l’uccello fino allo spompamento del giorno dopo (perdendo anche quel briciolo di dignità che si era sforzato di mantenere integro in tutta la sua vita). In questo caso il pensiero non c’è, ma è meglio non essere in compagnia dello studente al suo risveglio: potremmo assistere a tremende gare di lanci della bottiglia di Jack e altri sport estremi.

Detto tutto questo, perché allora un essere umano decide di perseverare nella sua carriera universitaria?
Per me è semplice (e qui ci ricolleghiamo a settembre). Sì ok, c'è la passione e tutto, ma c’è un periodo dell’anno, questo per l’appunto, in cui l’avvenimento imperdibile è senz’altro l’immatricolazione delle matricole.

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Sedersi davanti all’ufficio immatricolazioni e guardare una ad una le facce che vi entrano è una sensazione unica: i loro sguardi sono pieni di vita, la maggior parte arroganti a dir poco e pieni di superbia; ma sì, facciamoli fare, perderanno da soli il loro atteggiamento da figaccione-di-quinta-ripetente-che-si-spinella-in-discoteca-ogni-sera-e-per-questo-è-convinto-di-essere-il-re-del-mondo. Ma sì, si renderanno conto da soli che nel nuovo mondo in cui stanno per entrare l’importanza rappresentata dalla loro esistenza non è neanche pari ad un’unghia tagliata da sei mesi e ammuffita del mio alluce sinistro.
In pochi mesi, i suddetti soggetti, capiranno che il loro abbigliamento super-fashion-comprato-da-papino-per-4000-euro non sarà certo motivo di ammirazione, ma di derisione (mai visto uno studente universitario medio come si veste?). E questo vale anche per le ochette-tacchettine-le-tettine-e-il-buchetto-tra-le-gambe-l’ho-solo-io che hanno scambiato la facoltà per una fottuta passerella di alta moda. Se potessi prenderei i loro dannati tacchi tanto fastidiosi e glieli ficcherei in gola, facendogli poi canticchiare L’Inno di Mameli rialzato di 5 ottave.
In fin dei conti una possibilità la meritano tutti, ma la maggior parte di loro sono in possesso di un cervello così ottuso da non capire che la loro vita è mera illusione. Però li perdoniamo, ma solo perché ci fanno sentire delle persone migliori quando ci troviamo dinnanzi a loro.

Quando finiscono le immatricolazioni è segno che le lezioni hanno preso il via, e che il solito tran tran riprende alla grande… quindi via, a studiare, a lezione, a dare esami e a godersi il poco tempo libero che ci rimane.
So già che questo mondo mi mancherà.
So già che quest’ultimo anno (sempre che io non decida di fare la specialistica) me lo voglio gustare fino in fondo.

 

E.


Vista così la vita universitaria deve apparire un inferno. In effetti lo è, ma c’è sempre di peggio.

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