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siamo ancora vivi

Creato il 22 dicembre 2012 da Nefarkafka666

Personalmente non ci ho mai creduto. Solo sperato. Purtroppo siamo ancora qui. La cosa che mi stupisce e la mancanza di stupore. Dopo che per anni ci hanno scartavetrato i coglioni con questa storia dei Maya, con libri, film, trasmissioni televisive, filmati su internet si arriva alla resa dei conti, non succede nulla e nessuno dice niente? Il minino sindacale sarebbe stato almeno reclamare un'epidemia di diarrea ad Abbiate Grasso. Tutti quelli che ci hanno creduto adesso dove sono? Sono attoniti, perplessi o incazzati per aver speso fior di quattrini in un rifugio a prova di bomba e cibo liofilizzato?Io sono un po' deluso.Andando al lavoro ieri mi sono detto che piuttosto che razzolare con quegli abeti avrei preferito vedere all'orizzonte un fungo atomico, una cascata di fuoco, una gigantesca onda di merda... e invece nulla. Cielo terso e limpido sui cavalcavia dell'autostrada. Siamo (sono) talmente assuefatti alla noia, allo squallore e alla ipocondriaca piccolezza delle nostre banalità massificate che la prospettiva di un cataclisma definitivo appare quasi allettante. Almeno scuoterebbe un po' dalla noia e porrebbe tutti quanti davanti alla consapevolezza di aver fatto solo cazzate per tutta la vita. Di aver rincorso cazzate per tutta la vita. Di aver lasciato perdere le cose importanti, di essersi sacrificati per nulla. Il problema è che formattare il sistema è la sola soluzione: non se ne esce, ci siamo dentro e non se ne esce. Non se ne può uscire perché tutti gli spazi sono occupati: ogni interstizio è occupato. Anche fare scelte come mollare tutto e fare l'hippy o il barbone non serve perché alla fine rimani sempre all'interno del mondo. Di quel mondo che vorresti rifiutare ma che continua a fagocitarti perché ormai anche il barbone e l'hippy sono elementi che ne fanno parte e che sono culturalmente e fattivamente omologati. In fin dei conti vivono con gli scarti della società che essi stessi rifiutano, quindi, in realtà la accettano, o meglio ne accettano solo una parte e per giunta quella peggiore: il denaro (elemosinato o guadagnato suonando Bob Dylan ad un angolo di strada con un cane pulcioso addormentato su un sacco lì vicino) e tutto ciò che esso comporta. E se vendi tutto e te ne vai in un'isola del centro America ad aprirti un ciringuito sulla spiaggia, tempo due giorni e trovi due "ganassa" comaschi e bianchi come mozzarelle che ti chiedono un apertass.E quindi siamo nella merda e non possiamo tornare indietro. E anche potendo tornare indietro fino a quando dovremmo tornare indietro? Come si fa a stabilire quale è stato il momento in cui le cose hanno preso il corso che stiamo vivendo oggi, che il piano si è inclinato in modo inesorabile? E se tutto questo fosse inesorabile? Se non ci fossero (mai state) alternative a questo status quo fatto di povertà, monotonia e noia?Per fortuna sarà qualcosa di molto più banale e a mandare tutto a puttane. Noi stessi. L'organismo sociale ha in sé il paradigma del cancro e prima poi lo divorerà. Sarà qualcosa di molto banale e volgare a farci fuori tutti. Inquinamento, carestia, fame. O più semplicemente qualche vaccaro giunto alla Casa Bianca si convincerà che la sicurezza e gli interessi americani sono minacciati dalla diffusione del kebab, della pita greca e del riso alla cantonese a scapito degli hamburger di McDonald e farà cadere qualche bomba. Se l'unione europea la dichiarasse illegale perché è troppo calorica e nuoce alla salute (in fin dei conti un liquido che io uso come antiruggine per i miei rasoi forse non è molto salutare) quanto tempo ci metterebbero ad esportare anche nel vecchio continente democrazia e pollo fritto del Kentucky?Credo che sia estremamente probabile finire vaporizzati per la coca cola e questo sarebbe triste ed osceno. Se dovessi finire disintegrato perché il capo di uno stato fornito di atomica ha contratto la rabbia ed in una crisi di idrofobia ha pestato il pulsante rosso coglierei il lato ironico e fumettistico della cosa e la vivrei come una citazione kubrickiana della storia che una volta tanto imita l'arte. Ma sarebbe triste ed osceno essere vaporizzato per i dividendi di una multinazionale. Di più: sarebbe estremamente volgare.  Forse dobbiamo prendere atto di una cosa.La fine del mondo è solo rinviata a data da destinarsi.siamo ancora vivi

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