Magazine Racconti

Sorrisi di carta

Da Fabry2010

di Alfonso Nannariello

Nella foto di Giovanna con la matrigna c’era anche mamma, che aveva solo un paio d’anni in più.

Erano vicino al mare, durante una vacanza, tutte e due curate nell’aspetto e ben vestite. Giovanna con una veste a fiori, sbracciata e con una collana, mamma con un vestito a maniche lunghe e un bel colletto bianco, come la cravatta.

Mamma sembra un agnello mansueto. Ispira dolcezza e affetto con quel corpo esile e fragile e quella spontanea e naturale inclinazione a reagire all’avvallamento dell’umore e alla debolezza.

Nel breve viaggio tra le sue foto, quella reazione la si nota spesso, a cominciare da quelle che più inclinano alla tenerezza, quella del ‘39 e quella del ‘40, di quando era con la maestra Carola in quarta e quinta elementare, e finire alle altre di quando era molto più grande fatte sotto il cielo di Roma col sole o quello piovoso di Cagliari, o da qualche altra parte in gita con i suoi fratelli.

Ha sempre solo un principio di sorriso. Nonostante si togliesse di torno le cose di ogni giorno e si permettesse qualche svago, mamma sembra sorreggere involucri, scatole e fardelli che non lasciava con il resto, a casa. Sembra portarsi dentro, quasi da sempre, più di qualche peso, qualcosa di doloroso.



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