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Stanno uccidendo Piazza Tahrir

Creato il 12 giugno 2012 da Baraem

In questi giorni il Cairo e' tranquillo.
La vita procede normalmente, le strade sono piene di auto, le scuole sono finite, la gente lavora e Piazza Tahrir si e' svuotata.
Stanno uccidendo Piazza Tahrir Sono passata li' ieri, e tranne il traffico, non ho trovato altro che venditori ambulanti e tende. Una decina di persone in tutto. Nessun vero Rivoluzionario, nessun vero manifestante.
La ruota della quotidianeita' ha ricominciato, parzialmente, a girare, contornata da discorsi fiume nei caffe', nei taxi e nelle case su chi sara' il nuovo presidente e su quanto e come la nostra vita cambiera'.
Intanto, pero', qualcosa e' cominciato a cambiare, in maniera subdola e viscida, proprio nella casa della Rivoluzione, proprio e nuovamente tra il Popolo.
E questa volta ad essere prese di mira, sono state le donne.
Se durante la Rivoluzione, i 18 giorni che hanno portato alla caduta di Moubarak la Piazza era un mix di donne e uomini di ogni eta', ceto sociale e religione, oggi non e' piu' cosi'.
Se prima erano i militari e le Forze Armate i nemici delle manifestanti femminili intimidite in ogni maniera, a suon di botte e test della verginita', oggi a spaventare le donne della Rivoluzione sono gruppi sconosciuti di uomini che le molestano, in maniera violenta, di giorno ed in gruppo. Naturalmente senza che la polizia, tra l'altro inesistente, intervenga.
"Non e' stato normale, non si e' trattato di una "solita molestia" a cui siamo abituate qui in Egitto, sembrava una cosa organizzata".
A parlare e' Nihal Saad, 26 enne egiziana che lo scorso 02 Giugno, e' stata assalita per un'ora e mezza da un gruppo di uomini proprio in Piazza Tahrir dove si trovava con quattro sue amiche a manifestare contro la sentenza di Moubarak
"Quello che ci insospettisce e' che si tratta di gruppi molto grandi. Ed e' impossibile che tutti i molestatori del Cairo si riuniscano ogni volta in Piazza." Continua Lail-Zahra, amica di Nihal e anche lei vittima dell'aggressione del 02 Giugno.
Proprio a seguito di quest'episodio e' stata invocata lo scorso Venerdi' in Piazza una marcia femminile, per richiedere che questi personaggi siano fermati. Poche donne hanno partecipato alla marcia, che tra l'altro non e' durata piu' di un'ora e che e' terminata con nuove molestie ed aggressioni.
"Secondo me si tratta di ControRivoluzione: lo SCAF, i militari, chiunque ha interesse a far ritornare attivo il vecchio regime " afferma Nadine Wahab, attivista di Tahrir e membro del Movimento  "I Nostri diritti" creato da El Baradei .
"Non organizzero' piu' nulla a Piazza Tahrir finche' non si sapra' chi sono queste persone. E la cosa mi spezza il cuore, perche' Tahrir e' stato il posto dove da sempre mi sono sentita piu' sicura"dice Nihad Saad, organizzatrice della marcia dello scorso Venerdi'.
(fonte "The daily beast")
Come commentare quello che sta accadendo? Credono forse che molestando le donne la gente decida di non andare piu' a manifestare? Oppure e' una maniera per far capire al Popolo che nulla e' cambiato, e che "se i piani alti " decidono noi non possiamo far altro che accettare?
L'altro ieri sono stata a casa di un'amica, in una zona molto popolare del Cairo, ribattezzata "Il governatorato cinese d'Egitto"
Parlo di Dar El Salem, quartiere abitatissimo a sud del Cairo, a dieci minuti di auto da El Maadi, zona invece inn del Cairo.
Ho visitato Dar El Salem molte volte in passato. L'ho sempre trovato sicuramente sporco, ma nulla di piu' di altre zone della capitale.
Quello che ho visto invece due giorni fa mi ha fatto piangere, letteralmente, dentro il minibus.
Via Ahmed Zaki, piu' grande strada a due sensi della zona e' divisa, nel vero senso della parola, da immondizia.
Non parlo di sacchetti, lattine o sigarette. 
Parlo di kilometri interi dove sorgono vere e proprie montagne alte alcuni metri di immondizia, una quantita' enorme di qualcosa di indefinibile, che quando arriva a toccare la sponda dell'altro lato della strada viene "ripulito" con una ruspa.
"Meno male che oggi e' pulito" ha detto l'autista del minibus "fino a ieri passavamo sopra l'immondizia che aveva invaso la strada stessa" continua mentre gli altri passeggeri si tappano il naso e chiudono i finestrini.
Una scena devastante, tristissima, che mi ha riempito di rabbia e disgusto, incapacita' di reazione e impotenza.
Donne che fanno la spesa con i bambini, negozi aperti e persone sedute per strada davanti ai caffe'. Il tutto difronte montagne altissime e lunghissime di sporcizia, sacchi sopra sacchi, mobili buttati li', insieme ad altre cose che dal sole e dal tempo sono divenute irriconoscibili.
"Prima della Rivoluzione non era cosi'" mi ha detto la mia amica. "Prima pulivano, c'era immondizia e' vero, ma pochissima. La situazione e' ora intollerabile. Abbiamo reclamato e pensa che dopo la caduta di Moubarak i manifestanti sono venuti a pulire. Ma ora nessuno pensa a questo quartiere e noi viviamo cosi', che possiamo fare?"
Che possiamo fare?
Dovremmo chiederlo ai Fratelli (non ) Mussulmani, cosi' bravi e decisi ad aiutare questo Paese che in Parlamento non si parla altro che di "eta' di matrimonio delle donne" o "di pistole per bambini che urlano frasi anti Islamiche (??)"
Dovremmo portare un po' di parlamentari a vivere in questi quartieri e mangiare il pane "pubblico" dei chioschetti che si trova proprio davanti le montagne di immondizia.
Credete che farebbero qualcosa o si sentirebbero, per cosi' dire, a casa?
Io sono disgustata. Le cose stanno andando male, malissimo.
La gente e' ormai arrivata al punto del "stavamo meglio prima".
Certo, la punizione ha avuto i suoi frutti.
Dopo di piu' di un anno di violenze, sangue e morti, crisi di benzina e gas che hanno ucciso non so' quante persone, mancanza di Polizia nelle strade, scioperi degli operatori ecologici lunghi mesi, mancanza di lavoro, caduta libera del turismo, dopo tutto questo, che cosa dovrebbe dire questa gente?
Mancano pochi giorni al ballottagio.
Io ho deciso di non votare. Non ce la faccio. Mi hanno detto che non votando do chance al nemico, ma a questo punto non so piu' chi sia il vero nemico.
Chiunque vinca sara' una perdita, non credo che l'Egitto si rialzera' tanto presto dalla situazione in cui trova. 
Stanno uccidendo Piazza Tahrir, ed io non voglio esserne complice.
Stanno uccidendo Piazza Tahrir


Immagini  di Via Ahmed Zaki (non scattate da me, quello che ho visto era di gran lunga peggiore)
Stanno uccidendo Piazza Tahrir


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