Facile parlare dopo una partita eccellente, chiusa con 20 punti, di cui 14 nel quarto periodo, per portare i Miami Heat di James, Wade e Bosh alla vittoria contro gli odiati rivali dei Boston Celtics. Ma è proprio dopo una prestazione del genere che tutto può avere inizio: che Norris Cole sia un’altra gemma pescata dal diabolico Pat Riley? Fin dall’inizio del training camp (breve…) ci si chiedeva se il solo Mario Chalmers non fosse stato insufficiente per ricoprire la posizione di playmaker, dopo la partenza di Bibby e la mancata firma di un altro veterano tipo Billups o Baron Davis. E invece coach Spoelstra e la dirigenza hanno pensato che nella squadra di LeBron e Flash, due “registi” all’occorrenza, si poteva dar fiducia a Cole. La matricola da Cleveland State, conterraneo proprio di King James (è di Dunbar, Ohio), è stato scelto al primo giro del Draft col n. 28 dai Chicago Bulls e dopo varie trade è finito agli Heat, per la gioia di Riley.
Nell’opening night in casa dei Dallas Mavericks, ha firmato 7 punti, in una gara che non ha mai avuto storia, mentre stanotte ha chiuso con 5 e qualche difficoltà al tiro in una gara complessa per la sua squadra. Contro i Celtics invece è stato tutto un altro discorso: nel finale, con i verdi in rimonta lanciati dalle bombe di Dooling e Allen, Norris ha dimostrato immensa personalità (mai mancata…) segnando 8 degli ultimi 9 punti della squadra, prendendosi tiri non facili e comunque con la pressione di molti occhi addosso all’esordio sul campo di casa. Niente, la mano non ha tremato e Cole ha chiuso il discorso, venendo poi travolto dagli abbracci di LeBron e gli altri.
Tre partite non sono nulla per valutare, probabilmente una stagione intera non basterà, però Cole ha quelle caratteristiche fisiche, tecniche e soprattutto caratteriali, per imporsi in uno spogliatoio come quello degli Heat dove di gente carismatica ce n’è… Come tipo di giocatore ricorda Antonio Daniels (altro ragazzo dell’Ohio, di Columbus…), decisivo nel 1999 per il titolo degli Spurs: non un playmaker, non una guardia, non un tiratore puro, ma un attaccante, uno con personalità, con buon atletismo, buone doti difensive e capace di giocare al fianco di grandi veterani prendendo il palcoscenico quando gli viene concesso.Norris Cole è rimasto al college a Cleveland State per tutti e quattro gli anni di eleggibilità, laureandosi in scienze motorie. Con i Vikings è migliorato di anno in anno ed è riuscito comunque ad avere visibilità nonostante frequentasse un ateneo non di primo piano. Le sue cifre sono cresciute in maniera esponenziale, fino al quarto anno, chiuso a 22 punti, 6 rimbalzi, 5 assist e 2 recuperi a sera, con un high di 41 punti, 20 rimbalzi e 9 assist contro Youngstown State (non Duke, vero, ma van sempre fatti…). Cole è stato il primo di sempre nell’Horizon League a conquistare contemporaneamente i premi di Giocatore e Difensore dell’anno. In più è arrivato tra i cinque finalisti del Cousy Award come miglior playmaker d’America 2011 (vinto da Kemba Walker).
Questi i 20 punti di Norris Cole contro i Celtics: