Magazine Poesie
l cielo plumbeo era ricoperto da una folta coltre di nubi, la pioggia cadeva senza sosta da tutto il giorno, inzuppandomi fradicia. La nebbia aleggiava all’orizzonte e avanzava verso di noi in una densa foschia, impedendoci la vista. Non riuscivamo a vedere oltre un palmo dal nostro naso, ma sentivamo gli zoccoli dei cavalli avanzare, il sordo suono dei tamburi all’orizzonte, lo scintillio delle lame. Il Primo Ministro Cao Cao stava avanzando verso la guarnigione di Xia Pi a passo svelto, insieme alle sue truppe, ai suoi generali, famosi per la loro crudeltà.Ascoltando il sordo tonfo dei tamburi, ordinai agli arcieri di puntare in quella direzione e, oltre a piovere acqua, iniziarono a piovere frecce, sia da una parte che dall’altra. Non c’era scampo, né per noi, né per loro.“Fran Shin!” gridò una voce a me familiare.Guardai di sotto, mentre una freccia mi volava sul capo. “Cosa c’è comandante Lu Bu?”.“Fammi uscire di qui, ho una lezione da impartire”.Sospirai. “Comandante non si dimentichi che solo qualche giorno fa ha risciato di essere ucciso”.La Lepre Rossa, il famossissimo destriero di Lu Bu, dotato di un manto scarlatto, nitrì e quel suono stridulo sembrò simile ad un ruggito, che seppe rompere il silenzio fra le truppe. Fu come sentire un tuono che serpeggiava alto nel cielo, dividendo due nuvole grigie.“Avanti Fran Shin, non farmi perdere tempo”.“Aprite le porte” gridai agli uomini di sotto. “Comandate le coprirò le spalle”.Mi guardò dritto negli occhi. “Lo so e per questo sei l’ufficiale più in gamba di tutti”. Stava per uscire dalla guarnigione, quando improvvisamente si arrestò e tornò a fissarmi. “Un mio segnale e raggiungimi immediatamente, gli arcieri mi servono anche in campo”.Annuii. “Siamo prontissimi, mio signore”.Lu Bu usciì dal forte. La sua possente mole era coperta da una liscia armatura nera con sopra disegnati leoni ruggenti, i pennacchi rossi del suo elmo svolazzavano al vento, mentre le grosse mani brandivano una lunga spada dal manico tempestato di rubini.L’osservavo combattere impressionata dalla sua bravura, dalla sua agilità, dalla sua potenza. Il cavallo si impennò, mentre Lu Bu spezzava le gambe al destriero dell’avversario, che restò schiacciato dal peso dell’animale. Senza esistazione il mio comandante lo uccise, prima di correre verso un altro nemico.I soldati del generale Cao sembravano cadere come mosche, uno dopo l’altro, schiacciate dai nostri valorosi uomini. Ad un tratto, serpeggiando fra le nebbia, uno degli ufficiali nemici si faceva spazio, ammassando cadaveri lungo la sua scia. La sua crudeltà mi fece venire i brividi, mentre una scarica elettrica mi attraversava il corpo, partendo dalla radice dei capelli e terminando alla punta dei piedi. I suoi colpi perfetti andavano sempre a segno, lasciando l’avversario privo di vita. I suoi grandi occhi scintillavano di sadismo, mentre minute goccioline di sangue presero ad imbrattergli il volto.Sentii un fischio, osservai la direzione dalla quale proveniva: Lu Bu mi stava chiamando. Scesi lungo le scalinata della balaustra e mi gettai sul mio cavallo, un’altra Lepre Rossa, e, insieme ad un gruppo di arcieri, mi diressi fuori, accompagnando il mio signore.Sfoderai la mia Phoenix: una lunga asta di giada intarsiata d’oro, alle due estremità, da bocche di drago uscivano due lame taglienti e mortali, immerse nei veleni più letali che esistessero. Era alquanto pesante, solo un uomo poteva usarla, ma io avevo abbastanza muscoli da sollevarla. Le lame erano grosse e leggermente curve, in modo da formare una spece di falce, il manico era spesso e grosso, il suo peso si sentiva anche sulla schiena, quando la trasportavo. Apparteneva alla mia famiglia, tradizionalmente passava da padre in figlio, ma quando mi rapirono dalla mia amata patria, Dong Zhuo prese con sé anche quel gioiello, porgendomelo come dono se avessi accettato di partecipare alle sue campagne. Accettai, decidendo di tradire gli stessi voleri del mio genitore, andando contro l’Imperatore e la dinastia Han.Gridai, mentre iniziavo a mietere vittime tra i vari nemici, mentre la pioggia bagnava il mio mantello, colando lungo le estremità, scivolando sugli stivali di cuoio. Il sangue schizzò via a fiotti, sporcandomi il volto, macchiandomi l’armatura.“Stai attenta, Fran Shin” disse Lu Bu superandomi. “Qui siamo in compagnia dei migliori ufficiali di Cao Cao e, per tanto, cerca di evitarli, lasciali a me. Non voglio che tu muoia!”.Annuii. “Cercherò di esaudire questo suo ordine, mio signore”.“Ora va e sorprendimi”.Svoltai verso destra, posizionando gli arcieri in modo da coprire le spalle di Lu Bu. Scoccarono alcune frecce, tutte andando a segno.“Ottimo ragazzi, ora venite con me” dissi, facendoli avanzare verso la guarnigione. “State allerta”.Improvvisamente l’acqua del fiume si alzò e coprì gran parte del campo: qualcuno doveva aver rotto gli argini, cercando di farci annegare tutti. Lu Bu tornò verso di me.“La nebbia rende tutto difficile, dobbiamo ritirarci e affrontarli al forte”.“Ma saranno in tanti”.“Vuoi morire annegata?”.Scossi la testa e ordinai di aprire la guarnigione. Entrammo e in silenzio attendemmo, mentre un’onda si abbatteva sulle mura del forte, prima di prendere il suo corso e scivolare lungo il suolo già zuppo d’acqua.“Aprite!” gridai e le porte si aprirono.Ci fu un lampo che serpegiò fra le nuvole grigie, illuminandole, prima che il tuono scoppiò in un sordo boato. Quel suono sembrava proclamare il nostro destino, come se fosse stato un segno degli dei.“Cosa succederà ora, comandante?” chiesi rivolta a Lu Bu.“Tutto dipenderà da noi, Fran Shin”.“Lei torna di fuori?”.Il cavallo nitrì nuovamente, prima di scuotere la testa. Lu Bu gli accarezzò la criniera cercando di calmarlo. “Hai ragione tu, affrontarli tutti qui è una follia”.“Vengo con lei”.Spronò il cavallo, avanzando verso il nemico. Lo seguii, portando con me i miei fedeli arcieri, posizionandoli in un posto non lontano dal mio signore.“Vi voglio svegli, ragazzi”.Mi diressi verso Lu Bu, ma fui intercettata dal generale nemico che prima aveva catturato la mia attenzione per la sua abilità e crudeltà in battaglia. Si scagliò su di me, ma immediatamente parai la sua lunga scimitarra. Lui la ritirò per colpirmi lateralmente, ma, per fortuna, fui abbastanza veloce per parare anche quel colpo.Un sorriso perfido si dipense sulle sue labbra carnose, prima di spingermi atterra con una possente spallata. Ruzzolai giù dal cavallo, il fango mi colò in gola, intanto mi macchiava la faccia. Il generale nemico mi sovrastava, seduto sul suo destriero nero come la pece. La spada, che brandiva ben salda in una mano, sembrava splendere di luce propria, mentre goccioline di pioggia scivolavano lungo la sottile punta acuminata. I suoi occhi scintillarono, prima di darmi il colpo di grazia. Ma, girandomi e lanciando un fischio verso gli arcieri, non troppo lontani da me, una freccia che, dall’alto scoccò, gli si conficcò in un occhio. L’uomo gridò in preda al forte dolore, mentre il sangue prese a colare senza sosta.Con un rapido gesto si tolse il dardo col suo occhio conficcato sulla punta. Lo guardò come se nulla fosse accaduto, prima di alzare lo sguardo al cielo e ringraziare i suoi antentai per il dono mandatogli. Senza battere ciglio, si conficcò il suo bulbo oculare in bocca e prese a gustarselo.Mentre indietreggiavo, fissavo quella scena come ipnotizzata. Quel suo gesto animalesco e primitivo mi fece eccitare, risvegliando in me sensazione mai provate allora, facendomi battere a mille il cuore.Qualcuno mi afferrò per la vita, issandomi sul suo cavallo. Riconobbi Lu Bu e il suo porfumo. Mi stava salvando, prima che il generale nemico riprendesse la sua decisione di ammazzarmi. Velocemente ritornammo alla guarnigione, ma, una volta oltreppassata e aperte le porte posteriori, la lasciammo alle mani nemiche, decidendo ad una rapida e indolore ritirata.“Abbiamo perso?” chiesi in un sussurro.“Momentaneamente” rispose Lu Bu. “Tu stai bene?”.Annuii. “Chi era quel generale così spietato?”.Rise. “Hai conosciuto il crudele Xiahou Dun, che i tuoi arcieri gli hanno fatto perdere il suo occhio sinistro”.“Già” risposi continuando a pensare a quell’uomo, che nonostante la sua barbara crudeltà, aveva un bel volto affascinante, dei lineamenti mascolini e decisi, gli occhi grandi e luminosi ed io ero riuscita a deturpare quella bellezza. “Che peccato” dissi.“Per cosa?” chiese Lu Bu scuotendomi dai miei pensieri.Arrossii e per fortuna lui non mi vide. “Per aver perso”.“Ci rifaremo Fran Shin, ci rifaremo”.
Ci accampammo in un’enorme vallata, la pioggia aveva deciso di smettere e le nuvole si erano diramate, lasciando un cielo stellato e un’aria fresca. Montammo le tende e accendemmo dei piccoli fuochi per scaldarci o prepararci la cena. Ma, mentre vedevo un uovo cuocere lentamente in un tegame, mi tornava alla mente l’occhio di Xiahou Dun conficcato sulla freccia.Bevvi un sorso di acqua fresca e decisi di andare a riposare. Entrai nella mia tenda, mi sfilai la Phoenix adagiandola accanto al mio giaciglio, mi tolsi il mantello e mi adagiai sulla fresca e morbida paglia. Chiusi gli occhi e cercai di non pensare a niente, cercai di far tacere per un attimo la mente e i ricordi della battaglia, ma, il volto del generale nemico non voleva andarsene, continuando a galleggiare nel buio del mio cervello.Ma, un rumore simile al suono di un corno, mi fece alzare di scatto, afferrando la Phoenix. Indossai il mantello e uscii dalla tenda, correndo verso Lu Bu col cuore che batteva come un forsennato nel petto, perché quel suono lugubre non era nulla di buono, i guai si stavano avvicinando.“Cosa diamine succede?”.“Un’altra battaglia e credo che non sia Cao Cao” disse Lu Bu.Una delle spie, che doveva controllare il territorio in caso i nemici si facessero vedere di nuovo, giunse a noi col fiato ansante. Si inginocchiò dinanzi a Lu Bu. “Sun Jian, è Sun Jian”.“Cosa diamine ci fa qui?” sbottai all’improvviso.“Mantieni la calma Fran Shin” disse Lu Bu dandomi una pacca sulla spalla. “Posiziona gli arcieri, mentre tutti voi spegnete i fuochi. Li abbatteremo col favore delle tenebre”. Un ghigno malefico comparve sulle labbra di Lu Bu.Afferrai il cavallo che uno dei soldati mi porgeva e, una volta salita sopra, mi avviai dagli arcieri, ordinandogli di posizionarsi negli angoli bui in modo da non farsi vedere dai nemici. Per fortuna le stelle in cielo ci avrebbero garantito la luminosità per vedere, ma poteva essere un punto anche a nostro svantaggio, perché così anche il nemico ci avrebbe visto.Restammo in silenzio, mentre ascoltavamo il rumore deli zoccoli sul terreno, le voci degli uomini che giungevano, i tamburi sordi risuonare per la vallata. Gli stendardi del Regno di Wu sventolavano nell’aria, anch’essa intrisa nella quiete prima della tempesta.“Fran Shin” sussurrò Lu Bu. “All’attacco”.Ci scagliammo su Sun Jian e i suoi uomini per attaccarli di sorpresa. Immediatamente la calma della vallata si ruppe come un filo che troppo si tende, mentre il suolo veniva imbrattato dal sangue dei caduti.Improvvisamente, come se qualcuno accendesse e spegnesse una luce, sentii una lama conficcarsi in una gamba, penetrandomi la coscia. Caddi al suolo, mentre il sangue si versava al suolo. Con la poca luce vidi il volto dell’uomo che mi aveva ferito e restai sgomenta: davanti a me c’era Liu Bei e mi fissava con vivo furore. Tremai e indietreggiai, mentre pensavo come non avesse fatto a riconoscermi, mentre un altro pensiero si insinuava nella mia testa. Non c’era solo Sun Jian, ma anche gli uomini di Liu Bei, mentre dall’altro versante avanzava Cao Cao con i suoi uomini. Ci avevano circondato e ci stavano ammazzando senza pietà.Zhang Liao, uno dei generali di Lu Bu, immediatamente corse in mio aiuto, ferendo Liu Bei ad una spalla con una delle sue lance. Mi alzai e zoppicante mi trascinavo fuori dal campo di battaglia, cercando di uscire inerme dalla situazione poco favorevole. Ma, delle lunghe corde si legarono intorno al collo, mentre, con un forte strappo, venivo trascinata al suolo, verso il nemico.Il generale nemico mi legò i polsi e le gambe in modo da impedirmi qualsiasi movimento. Alzai lo sguardo su di lui, mentre stringeva in una mano la mia arma. Era uno degli Wu, era molto giovane, al massimo doveva avere ventiquattro anni. I lunghi capelli castani erano legati in una coda, aveva la mascella quadrata e mascolina, gli occhi grandi e severi erano di un verde smeraldo. Era molto alto e indossava una veste rossa, sulla quale era ricamata una tigre ruggente.“Tu sei la Giovane Tigre” sbottai all’improvviso, lasciandolo sbigottio. “Sei il figlio di Sun Jian, Sun Quan”.Non rispose, limitandosi a tirarmi verso il suo destriero. Mi issò sul cavallo, prima che salisse anche lui e andasse via. Poco dopo giunsero anche le altre truppe, capeggiate da Sun Jian e Sun Ce, il figlio maggiore. Portavano con loro il bottino di Lu Bu e alcuni dei suoi generali.Mi venne un colpo quando non vidi il mio signore e le lacrime mi salirono agli occhi, prima di cadere silenziose lungo le guance.Dopo due settimane di marcia, arrivammo a Jiankang, la capitale dei Regni del Sud. Era mattina presto e il sole splendeva nel cielo terso. Il vento soffiava mite e caldo, trasportando con sé l’odore della città in festa per il ritorno dei loro eroi. Ad ogni loro passo, la gente gettava petali di rose rosse, come gli stendardi degli Wu, che si agitavano nella brezza primaverile. Ormai il terrore era stato sedato, Dong Zhuo giustiziato e con lui il mio caro signore, che aveva perso la testa per mano di Xiahou Dun, come seppi diversi anni dopo.Entrammo in un grosso palazzo rosso, salimmo scale di marmo bianco e percorremmo corridoi dipinti, che mostravano le scene di varie battaglie, che gli antenati di Sun Jian avevano combattuto prima di lui. In lontananza si sentì il ruggito di una tigre che, a capo chino, si avvicinò a Jian, leccandogli il palmo della mano. L’uomo accarezzò la testa del grosso animale, prima di superarlo, seguito da me, Sun Quan e Sun Ce. E, dopo diversi giorni, tornai a chiedermi di me cosa sarebbe accaduto.Scendendo degli scantinati, Sun Jian mi gettò in prigione, mentre mi fissava con occhi di brace.“Di te proprio non so che farmene” disse con la sua voce profonda e calma. “Forse diverrai lo spuntino della mia tigre”.Scrollai le spalle. “Morto il mio signore, la mia vita vale molto meno”.Prese a lisciarsi il pizzetto, mentre mi scrutava attentamente. “Guardami” disse e alzai il capo. “Il tuo volto non mi è nuovo, da quache parte già ti ho vista”.“Padre” disse Sun Quan, attirando l’attenzione del genitore. “Ha la bellezza di una principessa, non credo che si meriti di fare una fine simile”.“La vuoi come concubina, Sun Quan?” chiese scherzoso il fratello Sun Ce.L’altro scrollò le spalle. “E’ anche un’ottima guerriera, potrebbe esserci utile”.“Potrebbe anche tradirci sul campo di battaglia” disse Sun Jian sempre pensieroso.“Padre, lo ha detto stesso lei, morti Lu Bu, lei non ha nessuno da serivire”.Sun Jian si avvicinò alle sbarre della mia cella, stringendo il ferro nelle mani per osservarmi più da vicino. “Ha bisogno di un duro addestramento, figliolo e, credimi, bisogna che la domini se non vuoi essere tradito”.“Cosa?” chiese Sun Quan non capendo le parole del padre.“Visto che sei così interessato a lei, te l’affido” disse Sun Jian risoluto nella sua decisione. “E’ tutta tua”.Sun Jian e Sun Ce uscirono dalle prigioni, lasciando il pover Sun Quan da solo, dinanzi al mio cospetto. Anche lui mi stava guardando con i suoi splendidi occhi verdi.“Avresti dovuto ammazzarmi” gli dissi. “Ora tuo padre non ti avrebbe accollato questo grosso fardello”.Il giovane scrollò le spalle. “Vedrai, ti farò diventare uno dei nostri”.Mi avvicinai alle sbarre e, mettendo le braccia da fuori, riuscii a toccare le sue mani, che penzolavano lungo il busto, e le strinsi fra le mie. “Sun Quan considerami già tale”.In quel momento mi considerai un po’ come una vecchia puttana: da pochi giorni, forse, il mio comandante era morto ed io già gli stavo voltando le spalle, vendendomi al migliore offerente per avere salva la vita e non per finire come un delizioso bocconcino per quell’enorme tigre.“Ma dovrai conquistare la mia fiducia” disse Sun Quan deciso. “Come ti chiami?”.“Fran Shin, generale di corpo d’armata di Lu Bu”.“Ora sarai il mio capitano, Fran Shin…il capitano della Giovane Tigre”.
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