Magazine Cucina

Tour del Chianti L’area del Chianti in Toscana è un...

Da Mriitan @MassiRiitano

Tour del Chianti
L’area del Chianti in Toscana è una delle zone della regione più conosciute ed apprezzate dai visitatori di tutto il mondo.Da un punto di vista geografico i confini del Chianti non sono definiti in modo netto, tuttavia il territorio si può considerare compreso tra le province di Firenze e Siena. In alcuni casi si usa suddividere il Chianti in “fiorentino” e “senese”, ma questo avviene sopratutto in riferimento alla produzione viticola.

Territorio
Il Chianti offre a chi lo visita un susseguirsi di paesaggi unici, contraddistinti da dolci e verdi colline, ampie distese di vigneti ed oliveti, piccoli borghi, caratteristiche pievi e case coloniche in pietra.I paesaggi del Chianti sono talmente belli e particolari da venir spesso fotografati e riprodotti in cartoline e calendari distribuiti in tutto il mondo.Il nome “Chianti”, sinonimo nel mondo anche del suo prestigioso vino, viene usato correntemente per indicare aree di territorio diversamente delimitato. Occorre quindi fare un po’ di chiarezza.Sotto l’aspetto geografico il Chianti è un terreno di colli medio alti che si estende per quasi venti chilometri (con andamento grosso modo nord-sud-sudest).
Il suo punto più elevato è il Monte San Michele alto 893 metri. E’ bagnato da ben cinque fiumi che ne movimentano la configurazione con le loro vallate: Pesa, Greve, Ombrone, Staggia e Arbia.Sotto il profilo storico il nome dovrebbe attribuirsi solo ai comuni di Gaiole, Radda e Castellina (detti appunto “in Chianti”) cioè ai territori che componevano l’antica “Lega militare fiorentina del Chianti” e che aveva per emblema il Gallo Nero.Più modernamente, anche in virtù della legge sulla denominazione dei vini, con l’espressione “Chianti” si comprendono sia i territori dei tre comuni della “Lega” che quelli fiorentini di San Casciano e Tavernelle nella Val di Pesa, di Greve, e parte di Barberino in Val d’Elsa, nonchè quelli senesi di Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi. Solamente i vini prodotti in questi comuni possono fregiarsi del nome “Chianti Classico” e sono contrassegnati dalla celebre etichetta Gallo Nero

Il territorio del Chianti
Visti da una altura, e le alture non mancano, l’argento degli olivi, la verde geometria delle viti, le strade sottolineate dai cipressi, le gialle ginestre ai limiti dei boschi formano quadri tanto suggestivi e armonici da fare supporre un’ unica mente ispiratrice.Questo basterebbe per invogliare chiunque a conoscere questo territorio, anzi l’ideale visita della Toscana dovrebbe partire dal suo cuore, appunto il Chianti, per poi estendersi alle altre più note località turistiche che lo circondano, per meglio comprenderle.

La viabilità nel Chianti è oggi ottima e le strade fortunatamente non invitano alla velocità, ma a godere il paesaggio in un susseguirsi di saliscendi. Da Firenze è un ottimo punto di partenza la statale 222 via Chiantigiana Nuova da Ponte a Ema.Da Siena si imbocca la via Chiantigiana Vecchia evitando la superstrada per Firenze, per poi ricongiungersi alla Chiantigiana nuova. Raccordi interni con località minori favoriscono la scoperta del turista stimolando la sorpresa e la voglia di fermarsi. Non per niente si allude al territorio anche come “Chiantishire” o contea del Chianti per il grande numero di stranieri, ovviamente non solo inglesi, che vi risiedono stabilmente.

Indicare una località del Chianti è fare torto a centinaia di altre, tuttavia non si può non citare la Badia a Passignano, bella e antichissima sede della Lega del Chianti, facilmente raggiungibile anche dalla superstrada Firenze-Siena, il piccolissimo borgo medievale di Volpaia talmente suggestivo da far pensare ad un set cinematografico, e il possente, storico castello di Brolio già residenza del Gran Barone Ricasoli, inventore della moderna vinificazione.

Il Chianti, una delle zone più belle e famose della Toscana, è da sempre legato al vino e alla sua cultura. Le sinuose colline del Chianti sono disegnate da chilometri e chilometri di vigneti, che ogni stagione colorano in modo unico il paesaggio. Verde, viola, rosso e giallo sono i colori che brillano su queste colline e che ogni anno attirano migliaia di visitatori.

Tra Firenze e Siena sono molte le fattorie, le aziende vinicole e le cantine che orgogliosamente offrono il loro prodotto con passione e fatica. Grandi, piccole, vecchie o nuove, tutte le aziende vinicole del Chianti offrono la possibilità di degustare i loro pregiati vini. Infatti non vi serve altro che una buona cartina e uno stomaco di ferro per iniziare questo tour di degustazioni dei vini del Chianti, sia che vi muoviate in bus sia che abbiate la macchina.

Un po’ di storia
L’ antico territorio del Chianti, già etrusco poi romano, ricco di fitti boschi, di acque e di selvaggina aveva un aspetto quasi più montuoso che collinare anche se con cime modeste. Ai margini delle grandi vie di comunicazione, era poco accessibile e questo l’ha in qualche misura posto al riparo dalle grandi invasioni barbariche dopo la caduta dell’Impero romano.

Dal Medioevo al Rinascimento è stato invece un continuo campo di battaglia e scaramucce fra i potenti Comuni delle città di Siena e Firenze, che si contendevano quelle terre. Di questi scontri e battaglie sono fedeli testimoni i molti castelli e borghi fortificati, che si incontrano anche a breve distanza l’uno dall’altro, proprio per il reciproco controllo che le guerre feudali, richiedevano. Castelli, borghi e piccoli paesi, case coloniche, pievi, ville rinascimentali, spesso seminascosti da boschi e valli, costruiti nella pietra emergevano come elementi naturali del paesaggio: gioielli che in parte si offrono ancora agli occhi di un visitatore più attento. Quando i signori medievali cessarono di guerreggiare, alcune vallate sono state disboscate e rese adatte all’agricoltura: boschi di castagni e querce, ma anche da campi di olivi e sopratutto di viti. Tutte coltivazioni di qualità altamente specializzate, che contribuiscono ancora oggi alla ricchezza del territorio del Chianti.

Chianti Classico
L’espressione Chianti Classico indica il cuore più puro e più antico della regione del Chianti. Infatti il Chianti è diviso in ben sette aree geografiche, ognuna delle quali ha una propria produzione, denominazione ed etichetta.

Il Chianti Classico si estende tra le province di Firenze e Siena e include soltanto 14 comuni:
tutto il territorio dei comuni di Greve in Chianti, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti e Radda in Chianti, e parte del territorio dei comuni di Barberino Val d’Elsa, San Casciano in Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa in provincia di Firenze, e dei comuni di Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi in provincia di Siena.

E’ in questa ristretta area geografica, che conta circa 70 mila ettari di superficie, che si produce uno dei vini più conosciuti ed apprezzati al mondo, il vino Chianti Classico. Un vino prodotto fin dai tempi degli Etruschi ed usato come pregiata merce di scambio già nel XVII secolo. Sin dal XIII secolo questa zona della Toscana venne identificata come territorio vinicolo denominato Chianti e i suoi confini furono determinati con un editto del Granduca Cosimo III de’ Medici nel 1716.

Ciò che distingue il Chianti Classico dagli altri vini del Chianti è l’inconfondibile etichetta rosa con il simbolo del Gallo Nero su sfondo oro. Questa particolare etichetta rappresenta il Consorzio Vino Chianti Classico, nato nel 1924 per tutelare questo vino e la sua denominazione.

Il Chianti Classico è un vino DOCG, tra i riconoscimenti più prestigiosi per i vini italiani, unico nel suo genere e dalle precise caratteristiche. Infatti un vino non basta sia prodotto nel Chianti per ottenere la denominazione Classico. Deve essere composto allo 80% di Sangiovese, vitigno tipico di questa zona, e il restante 20% è a discrezione del produttore che generalmente usa vitigni come il Canaiolo e il Colorino, Cabernet Sauvignon e il Merlot, giusto per citarne alcuni.

Altri elementi caratteristici di questo vino sono il colore rosso rubino vivace, un odore di mammole ed un sapore asciutto, sapido ed armonico, oltre ad una gradazione alcolica minima di 12 gradi.

Le uve migliori del Sangiovese vengono invece destinate alla produzione di Chianti Classico Riserva, vino particolarmente pregiato dal colore rosso rubino intenso con un invecchiamento minimo obbligatorio di 24 mesi, di cui almeno 3 in bottiglia ed una gradazione alcolica minima di 12,5 gradi.

Si dice che chi prova il Chianti Classico non lo scordi mai… Provare per credere!
Il simbolo del Chianti Classico è un Gallo Nero su sfondo oro. La leggenda narra che per porre fine alle loro dispute nel corso del XIII secolo, Firenze e Siena decisero di fare una gara molto particolare: il punto d’incontro tra due cavalieri partiti al canto del gallo rispettivamente da Firenze e da Siena, avrebbe segnato il confine dei rispettivi territori. I Fiorentini scelsero un galletto nero e si narra che lo tennero a digiuno e al buio per qualche giorno prima della gara, cosicchè quando venne liberato cantò molto prima dell’alba permettendo al cavaliere fiorentino di arrivare più lontano. Il confine fu infatti fissato a meno di 20 km dalle mura di Siena. Da allora il Gallo Nero fu adottato dalla Lega del Chianti prima e poi dal Consorzio Vino Chianti Classico come simbolo di questo pregiato vino.

——————————————————————————————————————————————————————————-

Alloggio
Bed and Breakfast Ancora del Chianti, Greve in Chianti Firenze, Toscana
B&B Ancora del Chianti
Via Collegalle, 12
50022 Greve in Chianti
Firenze – Italia
Tel./Fax +39 055 854044
Mobile 339/1587642
[email protected]
Nel ringraziare per l’interesse, siamo lieti di CONFERMARE la prenotazione:
dal 19.09 (in), al 22.09 (out), 3 notti
Camera doppia matrimoniale con bagno privato a 85,00 Euro prezzo giornaliero, per camera, colazione inclusa
Totale: Euro 255,00
A conferma della suddetta prenotazione, La preghiamo di farci pervenire un numero di carta di credito via email o fax.
Come raggiungerci:
Dall’Autostrada A1, uscire a Firenze Sud. Subito dopo il casello prendere la prima strada sulla destrae seguire le indicazioni per Siena – Greve in Chianti SS222. Passare i paesi di Strada in Chianti, Chiocchio, Spedaluzzo e in località GRETI (al km 20.7 dall’uscita dell’autostrada) seguire le indicazioni “Ancora del Chianti” e prendere una strada sulla sinistra in salita. Poco dopo diventa sterrata. Procedere con cautela e girare a sinistra alla successiva indicazione dopo circa 2 km. Girare ancora a destra e passato un gruppo di case e attraversato 400mt di vigne e olivi, dopo una fila di cipressi trovate la casa.

Check in: nel pomeriggio. Se non possiamo accogliervi di persona, metteremo un cartello alla porta di casa. Basta salire le scale e arrivare al terrazzino. Sulla porta a vetro ci sarà un messaggio con indicato la vostra camera e il percorso. Le chiavi saranno infilate nella porta. Possiamo non essere a casa oppure siamo in casa ma occupati con i bambini. Confidiamo nella vostra comprensione e ci incontreremo il mattino seguente a colazione.
Se avete necessità di comunicare con noi, non esitate:
B&B 055/854044 – Laura 339/1587642 – Filippo 333/4327873

L’esperienza dell’agriturismo in Toscana nelBed and Breakfast o in appartamento nel cuore del Chianti Classico. Tra vigne, cipressi e olivi, riscoprite le tradizioni della campagna toscana tra Firenze e Siena, in un’atmosfera giovane e accogliente, la base ideale per visitare la Toscana. Laura e Filippo vi danno il benvenuto all’Ancora del Chianti.
Laura cura l’accoglienza e il soggiorno degli ospiti in ogni dettaglio. Ha decorato personalmente gli interni e ama dipingere i fiori del suo giardino con l’acquerello. Ogni mattino prepara la ricca colazione a buffet sul terrazzo ombreggiato. Filippo ha una forte passione per la terra e la vita all’aria aperta. All’Ancora si occupa delle vigne e degli olivi, producendo vino Chianti e olio biologico. All’Ancora del Chianti parliamo inglese, francese, tedesco, spagnolo e promuoviamo il turismo sostenibile.

——————————————————————————————————————————————————————————-

Lunedi 19 Partenza da Napoli ore 7.00, arrivo a Greve (420 km) ore 12.00
Greve in Chianti
Il nostro viaggio non può che partire da Greve in Chianti, considerata la porta d’ingresso del Chianti. Questa vivace cittadina è famosa per la sua particolare piazza, che sin dal medioevo era il mercatale dei borghi, castelli e fattorie dei poggi circostanti. La piazza, dalla forma quasi triangolare, è costeggiata su tre lati da ampi portici, che riparano dalla pioggia e dal sole durante lo shopping e al centro ospita la statua di Giovanni da Verrazzano, scopritore della Baia di New York. Nella parte stretta, si trova la chiesa di Santa Croce di origine medievale, ma dalle forme neorinascimentali che ospita alcune preziose opere d’arte sacra, tra cui un trittico con Madonna e Santi di Bicci di Lorenzo.

Greve in Chianti viene considerata da alcuni la porta del Chianti, per la sua strategica posizione a metà strada tra il centro di Firenze e il centro di Siena. Si trova infatti lungo la strada statale SR222, detta anche Chiantigiana, a circa 30 chilometri da Firenze e 40 chilometri da Siena.

E’ certamente molto pittoresca e merita di essere visitata. E’ una piccola cittadina in cui si respira l’aria di paese, dove è piacevole fermarsi a prendere un caffè o un gelato durante una gita nel Chianti. Ma cosa c’è da vedere a Greve? Un po’ della sua storia ci aiuterà a capire le cose che ancora oggi vediamo.

La storia di Greve è legata a quella dello splendido Castello di Montefioralle di cui fu mercatale dal XIII. La sua posizione favorevole all’incrocio di tre importanti vie di pellegrinaggio, la via Chiantigiana, la via per il Valdarno e la via per la Val di Pesa, ne favorì il fiorente sviluppo e già all’inizio del ’500 si era formata la caratteristica piazza, descritta da Leopoldo I come “una bella piazza dove vi è ogni sabato un grosso mercato di bestiami e grasce” (generi alimentari di ogni genere).

E la piazza di Greve è ancora oggi il punto focale della città. Città piccola che non ha tantissime cose in se’ da vedere, ma che valgono comunque una sosta per una piacevole passeggiata nella piazza e intorno ad essa. Greve è anche molto viva e vi vengono spesso organizzati mercati, sagre e festival durante tutto l’anno. Vi consigliamo sempre di fermarvi al punto informazioni in piazza vicino al comune e chiedere il calendario degli eventi nella zona.

Nella piazza si svolge ancora al sabato il mercato settimanale. Ciò che la rende particolare, oltre alla forma triangolare, è il porticato che ne circonda i tre lati. Quasi come una cornice, il porticato ospita botteghe artigiane, ristoranti, alberghi e negozi che offrono prodotti artigianali del posto.

Greve offre inoltre la possibilità di assaggiare e degustare molti prodotti tipici del Chianti. Sotto i portici della piazza infatti si trovano molti negozi di artigiani, enoteche e ristoranti. Tra questi l’Antica Macelleria Falorni che offre solo prodotti tradizionali chiantigiani. A pochi passi dalla piazza poi si trova il Museo del Vino.

Pranzo rapido ….e giro per Greve, pomeriggio che continua con…
Alcune delle botteghe sono ormai diventate famose e non ci si può non fermare, come l’Antica Macelleria Falorni che dal 1729 produce specialità norcine toscane, o come la Bottega dell’Artigianato specializzata nell’arte dell’intreccio e della lavorazione del legno d’ulivo. Sulla piazza si affaccia anche il Palazzo del Comune in stile neorinascimentale costruito sulla rovine del vecchio palazzo pretorio del Rinascimento. Alla destra del palazzo si trova la grande statua di Giovanni da Verrazzano, scopritore della baia di New York, nato a pochi chilometri da qui.

Sul lato opposto al Comune si trova la Chiesa di Santa Croce dalla particolare facciata neoclassica. Costruita sui resti dell’antica chiesa medievale, conserva alcune opere d’arte di rilievo provenienti dalle chiese nei dintorni. Tra i pezzi più pregiati un affresco del XIV secolo raffigurante una Madonna col Bambino e un trittico di Bicci di Lorenzo del 1420 circa.

A pochi passi dalla piazza si trova il Museo di Arte Sacra ospitato nell’antico ospizio di San Francesco, dove è conservato l’altare originale dell’annesso oratorio, caratterizzato da uno splendido gruppo scultoreo in terracotta dipinta. Tra le altre opere sono conservate un’Annunciazione trecentesca proveniente dalla Chiesa di S.Croce, una Madonna col Bambino tra i Santi Bartolomeo e Francesco dalla Chiesa di Santa Maria a Cintoia e una Madonna col bambino tra i Santi Antonio Abate e Lucia della chiesa di Sezzate.

————————————————–\

Museo Arte Sacra Orario estivo:
dal 1 Aprile al 31 Ottobre
Mar-Gio-Ven 16-19
Sab-Dom 10-13 16-19
(Le opere del Museo)

Allestito nei locali dell’ex convento di San Francesco, il museo ospita un’importante raccolta di dipinti, sculture, paramenti e arredi sacri che testimoniano la rilevanza storica e la vitalità artistica del territorio di Greve in Chianti. Nell’oratorio al piano terra si trova, nella sua posizione originale, l’opera più importante della collezione: la grande terracotta policroma raffigurante il Compianto sul Cristo morto, accostata dopo il recente restauro all’ambito di Baccio da Montelupo. Nello stesso ambiente sono collocate altre opere di destinazione ecclesiastica, tra cui: un’Annunciazione trecentesca di anonimo maestro fiorentino; un’interessante tavola realizzata da un anonimo pittore fiorentino nei primi decenni del secolo XVI, raffigurante la Madonna col Bambino in trono tra i Santi Antonio Abate e Lucia; una Madonna col Bambino fra i Santi Bartolomeo e Francesco di Francesco Granacci; e un bassorilievo in marmo del secolo XIV raffigurante San Francesco. Nella saletta adiacente, che in origine era la sacrestia, sono esposti i paramenti sacri, alcuni arredi liturgici e due oggetti particolarmente preziosi: una Croce reliquiario in cristallo di rocca, eseguita fra il XIII e il XIV secolo, e un raro pezzo cinquecentesco in vetro dipinto, una piccola finestra raffigurante San Silvestro papa benedicente eseguita probabilmente su disegno di Francesco Granacci. Al primo piano si trova la sezione dedicata ai dipinti, con tele databili dal secolo XVII al XIX, fra le quali si segnalano l’Assunzione della Vergine, già attribuita a Jacopo Vignali e poi accostata allo stile di Giovanni Montini, e la Vergine Assunta tra i Santi Lucia e Antonio da Padova di Francesco Curradi. La sezione dell’oreficeria presenta arredi sacri appartenenti ai secoli XVI, XVII, XVIII e XIX, tra i quali un turibolo e una navicella cinquecenteschi e il Reliquiario di San Cassiano del secolo XVII, provenienti tutti dalla Badia di Montescalari. Due vetrine nel corridoio al primo piano costituiscono la sezione archeologica del museo che, in attesa della nuova sistemazione presso il Palazzo Comunale, presenta una campionatura dei numerosi reperti rinvenuti sul territorio di Greve in Chianti. Il complesso espositivo di San Francesco, oltre al museo di Arte Sacra, ospita anche una saletta riservata alle mostre temporanee.

————————————————–/

Un altro interessante museo è il Museo del Vino che offre la degustazione di quasi 200 vini diversi, per ognuno dei quali c’è una spiegazione informatizzata della produzione e del gusto. Inoltre sono esposti molti antichi attrezzi per la produzione del vino e oltre 180 tipi di cavatappi.

————————————————–\

Orario di Apertura: da Lunedì a Domenica 10,00 – 19,00
Le Cantine di Greve in Chianti – Galleria delle Cantine, 2 – 50022 Greve in Chianti – Firenze – Toscana – Italia – Tel. e Fax: (+39) 0558546404 – e-mail: info@lecantine

————————————————–/
Da non perdere se si passa per Greve è il piccolissimo borgo fortificato di Montefioralle, che si trova in cima ad una collina a meno di due chilometri dal centro. Qui è nato il grande navigatore Amerigo Vespucci come si nota dall’ape, stemma della famiglia, sopra un portone.

Ore 17.00 – Check in B&B
Cena a Greve
Ristorante Locanda Borgo Antico Via Case Sparse 115 loc. Dimezzano 50020 Lucolena – Greve in Chianti (Firenze)
Il gallo Nero: Via C. Battisti, 9 I-50022 Greve in Chianti (FI) – E-mail: [email protected] – Tel 055-853734 – Fax 055-8544802

——————————————————————————————————————
Martedi 20/09 Ore 10.30
Barberino Val D’Elsa a 19 km da Greve
La città di Barberino Val d’Elsa è uno splendido borgo medievale immerso nelle verdi colline tra Firenze e Siena offre un bellissimo panorama sul Chianti.

Anche qui un ampio parcheggio per i turisti ed entrando dalla Porta Senese, ancora ben conservata, si arriva nella via principale, via Francesco da Barberino sui cui si affacciano antichi palazzi, con splendidi portoni e nidi di rondine alle grondaie.

Alla fine della strada si trova la Porta Fiorentina, non più esistente, Percorrendo la via parallela alla principale ( a dx andando dalla porta senese alla fiorentina) si trova un antico forno dove assaggiare schiacciata e cantuccini, il nome è Vendita pane e paste.

Si arriva poi alla Chiesa di San Bartolomeo da vedere visto che si è li.

Ci dirigiamo poi verso Castelnuovo Berardenga (59 km da Barberino), strada scorrevole ad alta velocità quindi percorribile molto rapidamente.
La città di Castelnuovo Berardenga è anch’essa caratterizzata da una stradina medievale, ma veramente poca cosa.

Volevamo vedere il Museo del Paesaggio, che presenta una ricca documentazione sia scritta che grafica sulla storia del paesaggio senese, ma era chiuso. Degustiamo così un ottimo gelato artigianale, con gusti particolari tra cui vaniglia all’aceto balsamico e ci riposiamo un pò al fresco del gazebo.

Meta successiva Gaiole in Chianti (21 km da Castelnuovo).
Luogo importante per i mercati che si svolgevano un tempo è un mix di architetture, una piccola strada da visitare, dove ci fermiamo alla Cantinetta del Chianti (via ricasoli,33, Gaiole), dove gustiamo un piatto di formaggi di mucca di diversa stagionatura, accompagnati da uva,fichi e miele di acacia ( abbinamenti perfetti) e un piatto di salumi fiorentini (salame,prosciutto e finocchiona) con un calice di Chianti classico Ciona.

abbiamo come obiettivo il giro del castello di Brolio alle 18, ma è presto e dopo un giretto per queste strade, tutte in perfette condizioni e che si lasciano guidare tra tornanti e saliscendi che nascondono panorami incantevoli di vigne e ulivi, decidiamo di puntare su Radda in Chianti che non era in programma. Bene facciamo, il paesino racchiude come tutti i paesi della zona degli incantevoli ristorantini, che invitano a fermarsi, enoteche, macellerie e salumerie, finiamo per acquistare un calice con il gallo nero, stemma del Chianti, e un tagliere fatto a mano, molto caratteristico dal taglio irregolare.

È ora del castello, una delle serate prenotate da casa che attendiamo.

Il suggestivo Castello di Brolio domina da oltre 10 secoli le vallate che lo circondano nella parte meridionale del Chianti Classico. Situato su un’alta e solitaria collina a pochi chilometri dal centro di Gaiole in Chianti, il castello ha origini longobarde e sin dal 1141 appartiene all’importante famiglia toscana dei Ricasoli.

Indirizzo località Brolio 53013 Gaiole in Chianti (SI)
Ingresso Giardini euro 5,00 Giardini e Museo euro 8,00 degustazione inclusa nel biglietto
Orario da martedì a domenica 10.30 – 12.30 e 14.00 – 17.30
Nonostante la vicinanza a Siena, che dista circa 20 chilometri e il cui profilo può essere scorto all’orizzonte, Brolio è sempre stato legato a Firenze diventando un avamposto strategico nella difesa del territorio. Per questo ha subito molti assedi e distruzioni e di conseguenza è stato più volte ricostruito seguendo lo stile dell’epoca. L’ultimo attacco lo ha subito durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, come si vede dagli evidenti segni sulla facciata.

Il castello che vediamo oggi è frutto della ricostruzione voluta da Bettino Ricasoli nell’Ottocento, secondo il gusto medievale dell’epoca. Splendidi e molto suggestivi i giardini all’italiana dalle caratteristiche forme geometriche e il parco romantico che circonda il castello. Dal giardino si gode di una vista mozzafiato sui possedimenti dei Ricasoli, famosi produttori di vino. All’orizzonte, nelle giornate serene, si scorge la splendida Siena.

All’interno del Castello si può visitare la Cappella di San Jacopo con la cripta di famiglia, e un piccolo museo della Collezione Ricasoli che conserva le armi appartenute alla famiglia, documenti e oggetti appartenuti a Bettino Ricasoli tra cui una parte della sua collezione di fossili e minerali.

Ciò che stupisce di Brolio è la sua bellezza e magnificenza, oltre che la sua storia millenaria strettamente legata al territorio e alla produzione del Chianti Classico. Infatti i Ricasoli già negli anni ’40 del secolo scorso esportavano il loro ottimo vino in tutto il mondo, nessun zona esclusa.

Tour del Castello di Brolio al tramonto, questo il titolo suggestivo, ci accompagna a visitare il castello, i giardini, la cappella e il museo Susanne, una simpatica signora tedesca CGE parla un italiano perfetto, e ci racconta tantissimi aneddoti sul barone ricasoli e a sue vita.

Il tour si conclude con l’aperitivo e la cena all’Osteria del Castello dove gustiamo

Antipasto misto dell’Osteria
Tortelli fatti a mano con ragù di cinta senese
Tagliata di manzo alla griglia con contorni di stagione
Crostata di crema e frutta
Selezione dei vini Barone Ricasoli
Torricella , Chardonnay di Toscana Igt
Brolio, Ch. Classico Docg
Granello, IGT Toscana
Acqua e caffè

Rientriamo a Greti alle 22.00, dopo 13 ore di giretti, 155 km fatti, stanchi a contenti.
——————————————————————————————————————
Mercoledi 21/09 ore 10.00
Panzano in Chianti (7 km da Greve)
A pochi chilometri da Greve si trova Panzano, popoloso paese del Chianti. Sin dal XII secolo Panzano ha svolto un ruolo importante nella difesa dei territori di Firenze. Il Castello di Panzano fu infatti un’importante baluardo a difesa della Repubblica di Firenze nelle guerre tra Firenze e Siena. Del Castello rimangono evidenti tracce nel borgo antico, dominato oggi dalla Chiesa di S. Maria, risalente al 1200, ma completamente ricostruita nel 1800 secondo lo stile neoclassico. E’ piacevole passeggiare per il borgo antico e respirare l’aria dei tempi andati e soffermarsi nella piazzetta principale a bere un bicchiere di vino. Infatti a Panzano ci sono alcune enoteche e ristoranti che offrono degustazioni di vino e prodotti tipici. In più c’è l’Antica Macelleria Cecchini, famosa per l’ottima bistecca alla fiorentina, che viene tagliata decantando la Divina Commedia.

Più avanti si trova la Pieve di San Leolino, ricordata sin dal 982. Nonostante l’aspetto rinascimentale dell’esterno caratterizzato dall’elegante portale in pietra serena e dall’armonioso porticato, la pieve rimane uno splendido esempio di basilica romanica a tre navate. Al suo interno sono custodite alcune preziose opere d’arte di maestri locali.

Ore 12.00
“The Wine & Food Experience”

http://www.verrazzano.com/programmi-visite-guidate/pdf/it/wine_food_experience_it.pdf

http://www.verrazzano.com/prenotazioni-visite-guidate/prenotazioniVisiteGuidate.php

Presso Il Castello di Verrazzano che si trova nel cuore del Chianti lungo la S.R. 222, la “Chiantigiana”, che unisce Firenze e Siena serpeggiando tra le colline.

Per il GPS impostare la destinazione sul navigatore come segue:
Via Citille, 32 Località Greti 50022
Coordinate polari: (lat 43° 36,28′ 29,00″ N) (long 11° 18,4′ 39″ E)
Dal Lunedì al Sabato
Visita guidata in gruppo dei giardini del Castello e delle cantine storiche d’invecchiamento
seguita da una degustazione assistita di una selezione dei nostri migliori vini:
“Verrazzano Rosso” rosso di Toscana IGT
Chianti Classico DOCG
Chianti Classico DOCG Riserva
Alle degustazioni seguirà un pranzo a base di prodotti gastronomici tipici abbinati al nostro
Chianti Classico e ad altre specialità della cantina storica:
Prosciutto DOP, salamino di cinghiale e soprassata, lardo della Val di Greve, fettunta;
un primo di pasta con salsa agli aromi;
carni alla brace (inverno) – arista arrosto (estate) con insalata e fagioli all’olio;
pecorino e assaggio di formaggio stagionato con “Balsamico di Verrazzano”;
“cantuccini” tradizionali con Vin Santo;
caffè e assaggio di Grappa.
Orario visite dal Lunedì al Venerdì: ore 12.00
Orario visite Sabato: ore 11.00
Durata: 3h circa
Prezzo per la stagione in corso: Euro 48,00 p.p. (IVA compresa)
Ore 16.00 verso
Castellina in Chianti (a 20 km da Greve)
Proseguendo verso Siena si trova Castellina in Chianti, le cui origini sono antichissime, come testimonia le tombe etrusche di Montecalvario. La posizione favorevole all’incrocio di quattro zone del Chianti rese questa città un’importante capoluogo strategico e militare tra Firenze e Siena. A testimonianza di questa funzione resta oggi l’imponente Rocca che domina la piazza centrale e il suggestivo camminamento di Via delle Volte che attraversa il borgo e offre scorci sul panorama mozzafiato. Passeggiando per la città potrete inoltre ammirare bei palazzi signorili appartenuti ad importanti famiglie senesi e fiorentine. Da vedere anche la Chiesa di S. Salvatore ricostruita dopo la Seconda Guerra Mondiale ma che custodisce al suo interno un bellissimo affresco tardo trecentesco di un maestro toscano. Sicuramente merita una visita anche il Museo Archeologico del Chianti Senese, che ripercorre l’antica storia di questa zona e conserva i reperti etruschi di Montecalvario.

————————————————–\

Un museo archeologico nel Chianti
Nel cuore del Chianti e nel centro medievale di Castellina, Il Museo occupa un edificio dominato dalla Torre, che i fiorentini costruirono nel Quattrocento per difesa dalla vicina e ostile repubblica di Siena.
Il museo racconta la storia antica del Chianti attraverso materiali e dati archeologici raccolti nel territorio dei quattro comuni del versante senese: Castellina, Gaiole, Radda e Castelnuovo Berardenga.

L’ingresso, pensato come estensione della piazza da cui si accede, accoglie il visitatore con proiezioni e postazioni (totem con touchscreen) che introducono al contenuto del Museo e agli itinerari archeologici nel territorio.
Il percorso espositivo è scandito nei periodi fondamentali per la formazione del paesaggio chiantigiano, come documentano ricerche e scoperte archeologiche. Dalla presenza dei pastori che 4000 anni fa si muovevano con le stagioni alla ricerca dei pascoli si passa al Chianti dei principi etruschi (fine VII- VI secolo a.C.), che hanno lasciato nell’imponente tumulo di Monte Calvario, proprio alle porte di Castellina, un’orgogliosa testimonianza del loro potere. Il periodo successivo (IV-III secolo a.C.), caratterizzato dalla diffusione di abitati fortificati su posizioni elevate, conclude la storia etrusca del Chianti.
L’uso dello schermo multimediale In ogni sala il percorso è illustrato, anziché da pannelli, da proiezioni multimediali (filmati, fotografie e animazioni su schermo) che descrivono i manufatti esposti e i diversi contesti di provenienza.
Un museo su misura La visita prosegue nella Rocca medievale, che fu baluardo della repubblica fiorentina nella secolare contesa con quella senese e sede del Capitano di uno dei terzieri della Lega del Chianti. Salendo in cima alla Torre si gode di una suggestiva vista sul centro abitato, sui monti del Chianti e, nei giorni più chiari, fino a un lontano orizzonte che abbraccia larga parte della Toscana centrale.
Orario di apertura Il Museo è aperto:
dal 1 Aprile al 31 Ottobre tutti i giorni
11.00 – 19.00. Biglietto intero € 5.00
Contatti
Tel. 0577/742090 ; Fax 0577/741388;
I pastori del Bronzo Finale – X secolo a.C.
SALA 1 Il Chianti 3000 anni fa
Luoghi di ritrovamento Sulla collina di Poggio La Croce, a Radda in Chianti, sede di uno scavo etrusco iniziato nel 1989, durante la campagna di scavo del 1995, fu individuato un grande edificio costruito con pietre murate a secco lungo oltre 30 metri e largo 14.
L’anno successivo, con la ripresa delle indagini, fu possibile mettere in relazione l’edificio con i resti ceramici che gli archeologi trovarono negli strati di terra al suo interno, e che erano molto più antichi di quelli pertinenti al villaggio etrusco. Iniziò cosi, da questa scoperta, la consapevolezza che 3000 anni fa il Chianti era meta di gruppi umani che praticando la pastorizia avevano scelto questo territorio per realizzarvi degli stanziamenti estivi.

I Temi della ricerca
Questa stratigrafia individuata a Poggio La Croce, è pertinente al Bronzo Finale – Protovillanoviano -, databile fra la fine del XI ed il X secolo a.C. Considerazioni di carattere stratigrafico che testimoniano la presenza, all’interno di questa occupazione, di differenti frequentaziuoni del sito, e la constatazione che questi uomini realizzarono un recinto in pietra per poi costruirvi al suo interno strutture molto povere fatte di frasche, fanno ritenere che questa presenza fosse a carattere stagionale con una ricorrenza protrattasi per alcuni anni. Su questa base e sulla valutazione complessiva del periodo storico in cui è collocabile questo ritrovamento è possibile ipotizzare che l’attività di questi uomini fosse legata alla transumanza di greggi dai pascoli invernali, situati in pianura, a quelli estivi localizzabili su fasce altimetriche più elevate. In quest’epoca il territorio del Chianti è parte di un territorio vastissimo gravitante sulle linee di transumanza definite dal corso del fiume Ombrone, verosimilmente organizzato secondo modelli insediativi che fanno intuire un certo grado di definizione.
Reperti esposti
Nella parte superiore della vetrina sono esposti i reperti ceramici che per le forme e i motivi decorativi determinano la cronologia assegnata a questo ritrovamento.
Nella parte centrale e nel palco sottostante si trovano gli oggetti che rimandano alle attività praticate nell’insediamento. Si segnalano in particolare gli oggetti che testimoniano la lavorazione del latte evidentemente per la produzione del formaggio (resto di bollitore e di colino), gli strumenti per la lavorazione del corno di cervo, confermata da oggetti semilavorati e da veri e proprie riserve di materia prima, fuseruole e rocchetti che testimoniano la filatura della lana. L’attivià di allevamento è inoltre simbolicamente testimoniata da una figurina plastica, purtroppo non ben conservata, che raffigura un bòvide.
E’ importante infine segnalare che in questa vetrina sono esposti anche alcuni reperti – sempre provenienti dall’area archeologica di Poggio la Croce – che attestano una fase della storia del territorio chiantigiano precedente a quella dei pastori: si tratta di pochi e piccoli frammenti di oggetti ceramici riconducibili, per le caratteristiche della decorazione, all’Età del Rame e nello specifico alla cultura denominata del Vaso Campaniforme (4000 anni fa). E’ questa la più antica testimonianza, proveniente da indagine di scavo, di occupazione del territorio, e per questo di estremo interesse; i dati attualmente a disposizione degli archeologi non permettono una articolazione maggiore della notizia.

I principi etruschi VII-VI sec. a.C.
SALA 2 Il Chianti 2700 anni fa
Luoghi di ritrovamento Questa fase della storia del territorio chiantigiano è attualmente quasi esclusivamente narrata dal ritrovamento di tombe gentilizie riconducibili prevalentemente alla tipologia a camera, spesso con tumulo, copertura a pseudo-volta e dromos di accesso. Le attestazioni presenti nel museo comprendono esempi proveniente da quasi tutto il territorio chiantigiano.
La prima tomba individuata e scavata (1902), di cui ancora oggi è possibile apprezzare tutta l’antica imponenza, è il Tumulo di Montecalvario che dista poche centinaia di metri dal museo, che verrà presentato nella sezione dedicata alla sala 4. Sempre nel Comune di Castellina in Chianti si trova la necropoli del Poggino, presso Fonterutoli, che ha restituito cinque contesti tombali, alcuni dei quali riferibili al V secolo inoltrato. Il territorio di Radda in Chianti è invece rappresentato dalla tomba a camera rinvenuta in località La Malpensata, poco distante dal capoluogo; quello di Castelnuovo Berardenga dalla tomba B della necropoli del Poggione, in località Campi.

I temi di ricerca Le ricerche archeologiche ci presentano un territorio che conosce una straordinaria fioritura nel corso della seconda metà del VII secolo a.C.
In un’economia pre-industriale le risorse naturali rappresentano una ricchezza decisiva; il Chianti a queste unisce, in periodo etrusco, l’importanza strategica di trovarsi in un punto cruciale tra le vie naturali di collegamento dell’Etruria. Ancora oggi terra di confine, il Chianti si trova tra direttrici viarie, segnate dall’idrografia, estremamente importanti: da sud lungo il corso dell’Ombrone e poi dell’Arbia da una parte, da quello dell’Elsa e dello Staggia dall’altra. Verso nord sempre il corso dell’Elsa, quello del Pesa e della Greve, tutti affluenti dell’Arno.
Le grandi tombe monumentali chiantigiane, con molte deposizioni, sono indice di una netta divisione in classi della società determinata dall’emergere di nuclei familiari egemoni, la cui principale fonte di potere è costituita dal controllo sulle direttrici di traffico.

I reperti esposti Nei corredi tombali compaiono materiali di prestigio che indicano notevoli accumuli di ricchezza: sono presenti oreficerie, avori, bronzi e ferri, buccheri e ceramica dipinta, quest’ultima in gran parte anche di importazione.
Gia nella sala 1 inizia l’esposizione del corredo relativo alla Tomba della Malpensata, di cui sono oggetti significativi l’orecchino d’oro a bauletto, la brocchetta e l’affibbiaglio in bronzo. Appartengono allo stesso contesto le numerose punte e finali di lance e giavellotti in ferro presenti nell’ultima parte della vetrina. Nella sala successiva, quella dedicata espressamente ai principi, nei corredi pertinenti ai contesti della necropoli del Poggino e della tomba B del Poggione, i reperti che meglio rappresentano il rango sociale degli antichi proprietari sono le produzioni ceramiche attiche a figure nere, quelle etrusche di imitazione corinzia, gli avori, i balsamari in pasta vitrea e gli elementi decorativi in ferro realizzati a traforo; produzioni, queste ultime, che testimoniano il livello raggiunto dall’artigianato locale.

Gli insediamenti fortificati d’altura IV-III sec. a.C.
SALA 3 Il Chianti 2300 anni fa
Luoghi di ritrovamento Fin dagli anni ’70 era iniziato lo scavo archeologico di Cetamura nel comune di Gaiole in Chianti: un insediamento etrusco di sommità con attestata una fase di periodo ellenistico.
Alla fine degli anni ’80, con l’inizio dello scavo a Poggio La Croce nel comune di Radda in Chianti, grazie all’identificazione di un insediamento analogo a quello di Cetamura, è stato possibile studiare con una prospettiva più ampia la presenza di questi insediamenti nel territorio chiantigiano definendone gli elementi distintivi, il significato nell’organizzazione economica del territorio, la denominazione in insediamenti fortificati di altura.
Questa fase della storia del territorio chiantigiano è quasi esclusivamente rappresentata da reperti provenienti da contesti abitativi, contribuendo a fornire un quadro originale sulla vita quotidiana degli etruschi.

I temi della ricerca:Alla fine del IV a.C. assistiamo alla nascita di un nuovo tipo di insediamento che possiamo denominare insediamento fortificato d’altura. Esso è costituito, come lo scavo di Poggio La Croce sta testimoniando, da una cinta muraria che racchiude l’area abitata e da altre opere murarie di terrazzamento che contribuiscono a definire e strutturare il sito. All’interno di questa superficie sono costruiti gli edifici: a Poggio La Croce al momento ne sono stati individuati quattro di cui due sicuramente pertinenti ad abitazioni e i restanti ancora da definire attraverso le successive operazioni di scavo.
Questo tipo di insediamenti sembra testimoniare una diversa gestione economica delle risorse agricole del territorio chiantigiano. Possiamo ipotizzare che in questo periodo le famiglie gentilizie avessero optato per residenze localizzate nei centri urbani e che sul territorio fossero presenti livelli differenziati di popolazione che avevano la mansione sia di conduzione che di gestione della terra, questo nuovo assetto determinò la nascita di un nuovo e prima non realizzato sistema di villaggi.
L’abbandono di questi insediamenti, considerando i dati forniti dallo scavo di Poggio La Croce, avvenne verso la fine del III secolo a.C. in maniera repentina a causa di un evento traumatico imprevisto (probabilmente legato alla seconda guerra punica) che non permise agli abitanti di portar via e recuperare i loro manufatti. La quantità e lo stato di conservazione dei reperti archeologici e la completa conservazione delle dinamiche di crollo osservata nell’edificio n. 2 indicano questa ipotesi come la più probabile.

Reperti esposti:Dagli insediamenti provengono numerosi materiali che testimoniano le normali attività domestiche da quelle legate alla produzione e preparazione degli alimenti, a quelle relative alla tessitura, all’attività venatoria, alla lavorazione e riparazione di utensili in ferro, ecc. Di eccezionale importanza il ritrovamento nell’area dell’edificio n. 1 di Poggio La Croce di una notevole quantità di semi combusti – provenienti da un rito di fondazione – che testimoniano gli elementi caratterizzanti le abitudini alimentari della comunità, per altro completate dal ritrovamento di numerosi resti ossei pertinenti alla macellazione e consumazione di carne. Fra i semi recuperati si segnala la presenza della vitis vinifera che attesta l’antichità di questa coltivazione in un territorio in cui il vino costituisce il prodotto tipico per eccellenza. I due scarabei in corniola, provenienti da Cetamura e Poggio La Croce, fanno ipotizzare la presenza nei villaggi di una figura egemone con funzioni di comando. Da Cetamura si segnalano le numerose e interessanti presenze epigrafiche tra cui l’attestazione di due gentilizi etruschi.

Note:I reperti in bucchero provenienti da Cetamura e Poggio La Croce (vetrina 1), per lo più rinvenuti in strati sottopavimentali degli edifici di epoca ellenistica, sono testimonianze relative ad una frequentazione di questi siti pertinente al VI secolo a.C. ancora da chiarire.
Ed ancora sono testimonianze molto importanti, anche per il loro alto valore artistico, quelle riferibili al V secolo a.C. (presenti nella stessa vetrina) sulle quali la ricerca deve ancora compiere i necessari sviluppi. Menzioniamo la kilyx attica a figure rosse proveniente dallo scavo di Poggio La Croce, la testa di Kouros a tutto tondo in pietra serena proveniente da Salivolpi a Castellina in Chianti (Testa Vanni), un bronzetto etrusco rinvenuto genericamente nel territorio del medesimo Comune.

Il Tumulo di Montecalvario VII-VI sec. a.C.
Sala 4 (sala focus) Gli Etruschi nel Chianti
In questa sala, materialmente separata dalle altre da un lungo corridoio, si è scelto di presentare un argomento che ha diverse implicazioni nella storia del territorio chiantigiano, tali da giustificarne l’approfondimento e la creazione di un palcoscenico espressamente dedicato.

La scoperta Il tumulo etrusco, costituito da quattro tombe disposte secondo i punti cardinali, si trova nei pressi del paese di Castellina in Chianti ed è comunemente conosciuto come il Tumulo di Montecalvario. Questa denominazione si deve al fatto che questa collinetta di forma conica e dalle pendici scoscese, determinata dalla presenza del monumento funerario etrusco, veniva utilizzata, fino agli inizi del secolo scorso, per lo svolgimento delle funzioni religiose della “via crucis”: dalle pendici orientali fino ad arrivare alla sommità.
La scoperta di questo monumento è stata importante per focalizzare l’attenzione sulla presenza degli Etruschi nella regione chiantigiana, sia da parte degli studiosi che più in generale degli appassionati di questa materia.
E proprio partendo dalle vicende che riguardano la sua scoperta, scopriamo un lungo susseguirsi di eventi che addirittura hanno inizio nel ‘500 quando Castellina in Chianti era uno dei borghi fiorentini al confine con Siena. Proprio nel tumulo etrusco di Montecalvario si è voluto, infatti, riconoscere la fonte ispiratrice di un disegno attribuito a Leonardo da Vinci, che riproduce un progetto per la costruzione di un grandioso mausoleo. Attualmente questa ipotesi viene considerata possibile da alcuni studiosi, confutata da altri. Tuttavia che una tomba etrusca, agli inizi del ‘500, sia stata scoperta “in un castello del contado nostro – cioè fiorentino, l’autore della notizia è appunto tale – detto la Castellina” è un dato documentato con certezza, anche se sembra che quel ritrovamento sia da attribuire ad un monumento diverso dal Tumulo di Montecalvario ed oggi apparentemente perduto.
Ancora nel 1850, sempre a Castellina in Chianti, si ha notizia di una nuova scoperta: questa volta siamo certi che si tratti proprio del tumulo etrusco poiché la notizia è riportata in un’opera in cui si descrive proprio l’ ”oratorio” di Montecalvario.
Le indagini archeologiche vere e proprie furono tuttavia condotte solo a partire dall’ultima riscoperta avvenuta nel 1902 e si conclusero nel 1916.

Il monumento Le quattro tombe che costituiscono il tumulo sono state realizzate secondo un progetto unitario, in cui l’architetto ha variato la planimetria degli edifici – che presentano una diversa articolazione degli ambienti – adattandola alla conformazione naturale del terreno. Le strutture sono costruite con enormi lastroni e pietre, che, in corrispondenza della copertura, sono disposte a formare una falsa volta: infatti l’uso del tumulo di terra delimitato da un muro di pietre, come elemento che lega le strutture conferendo stabilità al monumento, indica che l’architetto etrusco non conosceva ancora la tecnica della volta e della cupola.

I reperti esposti Nella vetrina è esposta (per la prima volta nel Chianti a 91 anni dalla sua scoperta) la testa felina in pietra serena, con la bocca spalancata e la lingua penzoloni, che secondo l’ipotesi dell’archeologo che la trovò, Luigi Pernier, era collocata sullo stipite della porta di una delle tombe con la funzione di proteggere il sepolcro contro ogni profanazione.
Quanto ci resta del corredo funebre, andato per la maggior parte perduto, risulta comunque sufficiente a trasmetterci l’idea, insieme all’architettura del monumento, della grandiosità del tumulo. In questo senso i reperti più significativi sono rappresentati dagli elementi strutturali (ad esempio il timone, le parti dei mozzi, coprimozzi e cerchioni in ferro) e decorativi (lamina in bronzo con decorazione a rilievo, elementi applicati come il leoncino in bronzo) pertinenti ad un carro principesco, interamente ricostruibile, di cui a breve è previsto il restauro e la ricostruzione.

————————————————–/
A Castellina potrete ovviamente degustare i vini in una delle molte enoteche del borgo e assaporare l’arte norcina del Chianti che produce salumi dal sapore indimenticabile.

Nonostante le cose da vedere non siano moltissime, vale la pena fare una passeggiata per il corso principale dove c’è sempre gente e che, anche se d’aspetto recente, ha una lunga storia.

Di origine etrusca, Castellina passò sotto il dominio di Firenze a partire dal XII secolo, diventandone un importante avamposto proprio per la sua strategica posizione lungo la strada che collega Firenze a Siena. Fu distrutta e ricostruita diverse volte a causa delle lotte tra le due città, ogni volta con mura di fortificazione più grandi. Si narra che anche il Brunelleschi fosse stato chiamato per la progettazione di parte delle fortificazioni.

Delle mura oggi è rimasto lo splendido camminamento coperto, oggi Via delle Volte con botteghe e ristoranti. La via segue il perimetro delle vecchie mura, racchiudendo parte del grazioso centro storico. Consiglio di percorrerla ad orari diversi del giorno per godere a pieno dello splendido panorama del Chianti che si gode dalle antiche feritoie.

Il centro è attraversato dal corso principale, via Ferruccio, su cui si affacciano negozi, botteghe artigiane, ristoranti e importanti palazzi come Palazzo Banciardi e Palazzo Squarcialupi, entrambi appartenuti a importanti famiglie del paese. All’interno di Palazzo Squarcialupi si trova anche l’Enoteca Antiquaria che raccoglie vini da oltre 100 anni e rappresenta un importante archivio storico per la conservazione delle caratteristiche originali del Chianti Classico.

Da visitare anche la Chiesa di San Salvatore, ricostruita nel 1945 che conserva un prezioso affresco di Lorenzo di Bicci raffigurante la Madonna col Bambino e una statua lignea rinascimentale. A pochi passi, al centro del paese si innalza la Rocca con un alto torrione merlato da cui si gode una splendida vista.

A due passi dal centro storico consiglio l’ottima gelateria artigianale Antica Delizia, dove è d’obbligo la sosta per un gelato gigante. Inoltre appena fuori dal paese vi suggerisco di visitare il tumulo etrusco di Montecalvario, importante esempio di architettura funebre etrusca.

Si prosegue per
Radda in Chianti (11 km da Castellina)
Lasciando la via Chiantigiana e prendendo la statale SR429 si raggiunge Radda in Chianti che conserva il suo originale aspetto medievale. Le antica mura proteggono ancora il centro della città, che si sviluppa in un dedalo di viuzze concentriche. Il Palazzo del Podestà domina insieme alla Chiesa di S. Niccolò di origine romanica il centro del borgo. Il Palazzo fu usato per quattro secoli dal Capitano della Lega del Chianti, come ricordano i molteplici stemmi sulla facciata. Alla periferia del paese si trova l’antico Convento dei Francescani di S. Maria in Prato.

A Radda potrete perdervi dolcemente passeggiando tra le viuzze del centro per scoprire scorci particolari della vallata circostante, sorseggiando un bicchiere di vino e tenendo un buon panino nell’altra mano.

Vicino Radda si trova il Castello di Volpaia, un antico borgo fortificato. La costruzione in pietra arenaria ha un caratteristico colore scuro, che rende il castello diverso dalle altre fortificazioni del Chianti. Nonostante sia stato segnato dalle guerre tra Firenze e Siena, la struttura è ancora ben riconoscibile: la poderosa torre principale e una delle torri minori. Da vedere anche la Commenda di S. Eufrosino, chiesa quattrocentesca oggi sconsacrata e sede di un’enoteca. Oggi il Castello di Volpaia è un piccolo borgo turistico dove si può degustare l’antica tradizione del vino.

Radda in Chianti è un grazioso paese medievale racchiuso tra imponenti mura di cinta. Situato su un poggio tra le valli dell’Arbia e del Pesa, ha antichissime origini. Abitato fin dal IX secolo a.C. viene citato in una pergamena del 1002. Sotto l’influenza di Firenze, Radda fu la sede della Lega del Chianti e del podestà inviato da Firenze, come testimonia lo splendido Palazzo del Podestà del XV secolo, la cui facciata è decorata con gli stemmi delle famiglie. Il paese conserva la pianta medievale caratterizzata da stretti vicoli che sbucano nella piazza del paese dove si affaccia la Chiesa di San Niccolò, di origine romanica che un venerato Crocifisso ligneo del XV secolo.

Poco distante dalla piazza si trova la Ghiacciaia Granducale, costruita alla fine del 1800 per conservare la neve e trasformarla in ghiaccio. Da visitare anche il Museo d’Arte Sacra del Chianti, ospitato all’interno del Convento francescano di Santa Maria in Prato. All’interno sono esposti diversi capolavori proveniente dalla chiese e pievi vicine, tra cui un polittico raffigurante la Madonna con bambino e santi di Neri di Bicci del 1474.

Nei dintorni di Radda in Chianti si trovano anche molti castelli e splendide pievi, tra cui meritano certamente una visita il Castello di Volpaia, di origini medievali e perfettamente conservato, e la pieve romanica di Santa Maria in Prato con caratteristici capitelli romanici decorati con elementi zoomorfi e floreali.

Oggi Radda e i suoi splendidi dintorni sono diventati un’ambita meta turistica per coloro che amano il buon vino e la natura. Infatti questa graziosa cittadina offre ottimi ristoranti ed enoteche dove degustare i prodotti tipici della zona. Vi consigliamo di fermarvi anche all’ufficio informazioni per domandare quali siano le cantine aperte alla degustazione in quel giorno.

Cena veloce rientro al B&B (18 km)
——————————————————————————————————————
Giovedi ore 10.00 partenza verso ROMA


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :