Tra le pieghe dei sogni

Stanotte ho fatto dei sogni assurdi. Ovviamente non mi ricordo quasi niente, se non qualche flash. Mentre provavo a concentrarmi per tirare fuori qualche immagine che mi aiutasse a ricomporre il puzzle, me ne sono venute in mente altre  appartenenti al passato. Tipo reazione a catena. Non riuscivo a stare dietro alle associazioni. Non so se sia una cosa che capita a tutti, ma a me succede spesso: ripenso a un sogno e inizio a ricordarne moltissimi altri che credevo dimenticati. Freud e altri psicoanalisti hanno dedicato libri all'argomento, Nolan ci ha fatto un film, i ciarlatani ci lucrano. E io? In questo momento devo confessare che mi sono persa un attimo. Oggi è una di quelle giornate in cui i pensieri saltano e si mischiano senza un ordine preciso. Mi stanno venendo in mente le cose più disparate. In realtà volevo parlare del sogni a occhi aperti. Vi (credo che sia la prima volta che mi rivolgo espressamente al pubblico invisibile che sta dall'altra parte di questo foglio bianco e mi rendo conto che dovrei farlo un po' più spesso) è mai capitato di perdervi in qualche dettaglio e iniziare a immaginare? Gli occhi fissano una crepa sul muro e si appannano, la mente inizia a muoversi piano e poi sempre più veloce. In pochi secondi si perde di vista la realtà. Si precipita in qualche immagine a colori e non si bada più a nulla. Ci si focalizza su di essa. Non c'è nient'altro. Un po' come quando si guarda un bel film: gli occhi si concentrano sullo schermo e si perde la visione periferica (dove in periferica si include anche il contorno della tv). Si è persi nel proprio mondo. E se fossimo in grado di perderci nel mondo di qualcun altro? Provate a immaginare di camminare sui prati che qualcun' altro immagina, di sentire profumi che non appartengono alla vostra infanzia, di provare emozioni diverse, di esplorare luoghi sconosciuti. Chissà...Magari Facebook arriverà a permetterci di condividere anche i sogni. 
B.