Tutto quello che ho imparato sul biologico negli Stati Uniti e sulla fissa “all natural”
ott 18 • Ingredienti • 40 Views • Nessun commento
Nella terra delle monoculture coast to coast e degli o.g.m., negli ultimi due anni (tanto tempo è passato da quando ci son stata l’ultima volta) si è diffusa come un virus la “organic mania“. Due cose stupiscono il turista europeo alla ricerca di cibo sano: i supermercati biologici grandi come campi da calcio e i prezzi molto più bassi dei nostri. Tuttavia forse non è tutto oro quello che luccica: il primo mi è sorto davanti ad un cestino di marshmallow vegani. Il secondo in una corsia kilometrica di medicinali e vitamine sintetiche. Il terzo quando ho cominciato a trovare un po’ dappertutto l’etichetta all natural: vicino a casa mia il primo supermercato biologico che ha aperto alla fine degli anni Novanta vendeva cibo biologico e poi cibo che definiva, più genericamente, “sano”. All natural più o meno è qualcosa del genere. Mentre “organic” è un termine la cui definizione è regolata dalla FAO, il termine “natural” non vuol dire nulla, anche se nella vulgata dovrebbe voler dire “non contraffatto” e privo di ormoni, antibiotici e additivi chimici. Però nessun ente statunitense si assume la responsabilità di questa definizione e addirittura la Food and Drug Administration scoraggia i commercianti dall’usare il termine. Quindi all natural sarebbe un ”facciamo a fidarci”. Il risultato è che nei supermarket biologici c’è tutto e in abbondanza: non solo 3 marche di uova ma 10, scaffali e scaffali di verdure, semi, cereali, e poi il caffè, i succhi di frutta, i biscotti i panini già pronti. Ci ho trovato anche il distributore del burro di arachidi: tu inserisci i semi da un lato e dall’altro esce il burro: una roba da fabbrica di Willy Wonka. Di supermercati biologici ce n’è davvero ovunque, ma la patria del supermercato biologico è NYC con lo storico Whole food, a Union Square, la piazza frikkettona della città. Un luna park per fanatici: due piani di naturalezza con il reparto saponi e cosmetici più grande del mio appartamento, e c’erano vere cicche come la cosmesi biodinamica che in Italia tengono sparute erboristerie di militanza. Ma la cosa più bella di questa mania per il cibo bio sono i farmer’s market, anche questa una tendenza un po’ frikkettona nata negli anni Sessanta (il farmer market di union square è forse il primo d’America, sicuramente il primo della East Coast e ancora oggi il più grande di NYC). I cumuli di rabarbaro o le zucchine di quattro o cinque colori che-nemmeno-noi-abbiamo-una-tale-biodiversità ti catturano lo sguardo. Quando il mio demone fighetto-europeo mi convincerà di nuovo che sono obesi e che mangiano solo hamburger gli darò in pasto la foto di una zucchina gialla e di una melanzana bianca, sperando che basti.biologico
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