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Tyson Chandler, il portiere dei Knicks

Creato il 02 febbraio 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Solitamente nel basket non esiste la posizione del portiere ma da quando Chandler ha iniziato a dominare la difesa qualche stagione fa ai Dallas Mavericks, e ora ai New York Knicks, il termine risulta più che appropriato anche nella NBA. Con il ragazzo di Compton a guardare le spalle a tutti, le guardie si sentono molto più tranquille in fase difensiva (a volte anche un po’ troppo) sapendo che in caso il loro avversario dovesse scappare, il portiere dietro di loro sarebbe in grado di fermarsi o quanto meno ostacolarlo.

L’approccio difensivo dei nuovi Knicks di Mike Woodson è proprio questo, cercare di mandare gli avversari dentro l’area pitturata dove a fare la guardia c’è sempre l’ex Bulls, Hornets e Mavs. Chandler lo scorso anno si è meritato il premio di difensore dell’anno facendo balzare New York dagli ultimi posti come difesa della Lega, ai primi, come aveva precedentemente fatto con Dallas. Dopo il regno di Dwight Howard (abbastanza inspiegabile) finalmente l’NBA ha aperto gli occhi premiando un giocatore che cambia veramente le partite nella sua metà campo, non solo con le giocate ma anche con l’atteggiamento e la leadership.

Giocare con Chandler vuol dire avere sempre un’intensità difensiva altissima, perché è proprio il centro losangelino di nascita che non la abbassa mai, costringendo con l’esempio anche i compagni a fare altrettanto.

Una maturazione quella di Tyson cresciuta negli anni e sbocciata ufficialmente superata la trentina. Basta pensare che quando i Clippers lo scelsero al draft e lo girarono immediatamente a Chicago, era considerato un’ala piccola e non di certo un lungo, per via di un fisico tutt’altro che importante. Entrare nella NBA direttamente dalla High-School, poi, porta sempre ovvi problemi, che Chandler ha iniziato a scrollarsi di dosso negli anni a New Orleans, dove in coppia con Chris Paul formava uno dei pick&roll più pericolosi della Lega. Un po’ quello che succede adesso a NY con Raymond Felton, perché Chandler pur non avendo movimenti offensivi degni di nota (dal post e tiro frontale sono semi inesistenti) riesce comunque a farsi sentire con tagli forti a canestro, dove si fa trovare spesso sopra al ferro.

Altra cosa in cui Chandler eccelle ed è il migliore al mondo sono i tap-out, ovvero tutti quei tocchi a rimbalzo d’attacco che servono per mandare la palla fuori dall’area in mano ai propri compagni. New York e i suoi grandi attaccanti stanno beneficiando enormemente di questa sua abilità per avere possessi extra, spesso con la difesa sbilanciata visto che i tap-out di Chandler sono anche incredibilmente precisi e mettono direttamente in ritmo le bocche da fuoco dei Knicks.

Com’era stato per Dallas due stagioni fa, anche per New York la strada verso il titolo NBA passa per la difesa e per la presenza dell’ex Dominguez HS, che quest’anno sogna anche una convocazione per l’All-Star Game.


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