Nel corso della cena si è svolto anche una sorta di spettacolo con i ballerini del locale che si sono esibiti in coreografie particolari. Essendo il nostro tavolo dentro la pista, eravamo in una posizione privilegiata, o pericolosa, secondo i punti di vista. Io ero seduto con le spalle alla pista e sentivo distintamente il movimento d’aria provocato dalle evoluzioni dei ballerini e delle ballerine. Un passo falso e qualcuno mi avrebbe dato un calcio in testa o sarebbe franato sul nostro tavolo.
Una di queste esibizioni era ispirata ai film di James Bond ma il tizio che impersonava l’agente 007, più che a Sean Connery o a Pierce Brosnan, assomigliava a Beppe Fiorello. Cosa che non sembrava disturbare i russi, tutti in piedi a riprendere la scena con telefoni, videocamere e tablets. In compenso, le ballerine si avvicinavano già di più al modello di “Bond girls”.
Intanto la mezzanotte stava arrivando e hanno iniziato a distribuire lo spumante con candelotti e stelle filanti e, quel che è peggio, il vocalist ha iniziato il suo show. Si trattava di un ragazzotto sui 26-27 anni, di chiare origini meridionali, che ogni tre parole infilava una parolaccia e che ha subito ammesso di non avere la più pallida idea di quanto mancasse all’ora del brindisi e che, per questo motivo, rifiutava ogni tipo di responsabilità sul conto alla rovescia. Se pensava di risultare spiritoso od originale, per quanto mi riguarda, si era sbagliato.
Subito dopo la cena avevano ritirato dai tavoli i bicchieri flut per restituirceli dopo un veloce passaggio nella lavastoviglie in condizioni pietose: erano caldi, opachi e con vaste macchie di calcare e numerose ditate. Al nostro tavolo si è brindato nei bicchieri dell’acqua.
Dopo il brindisi, tempo un quarto d’ora e hanno portato via tavoli e sedie. Da ristorante, il locale è tornato ad essere discoteca e si è riempito di ventenni. Potevano essere figli o nipoti nostri. Sono scesi in pista i primi coraggiosi per dare avvio alle danze e tra questi c’erano alcuni russi e russe in evidente trance alcolica: qualcuno si dimenava come un forsennato, qualcun altro sembrava nuotare in un acquario, eppure la musica era la stessa per tutti.
Ad un certo momento è spuntato Michele Cucuzza. Oppure qualcuno che ci assomigliava in modo incredibile. Aveva anche gli occhialetti verdi alzati sulla fronte. Si dimenava a bordo pista intorno ad una morettina parecchio più giovane. Sarà stato davvero lui? Ancora oggi non sappiamo decidere.
Nonostante ci fosse molta più gente rispetto a qualche ora prima, la pista principale era quasi vuota. Si erano tutti diretti verso un altro settore del locale dove suonavano musica caraibica o meglio “reggaeton”. E qui sembravano tutti impazziti. Il particolare che mi ha colpito di più è stato vedere ragazzine di vent’anni e anche meno strusciare il bacino con ragazzi sudamericani o africani che erano sparsi ovunque, come se fossero essi stessi un’attrazione del locale. Qualcuno poteva essere un ballerino ma la maggior parte erano giovani che frequentavano regolarmente il posto e che, in un certo senso, fungevano da attrazione per le ragazze. Una sorta di “sala giochi” umana. Le più ardite si incastravano “a sandwich” tra due ragazzi e si facevano strofinare con una tecnica fronte-retro, come le macchine tra i rulli dell’autolavaggio.
Stordito dal volume altissimo della musica e più che altro perplesso dopo aver visto certe scene, mi sono diretto nella zona “Casinò” dove erano stati allestiti alcuni tavoli da gioco con relativi croupiers. Si giocava con buoni consumazione in cambio dei quali consegnavano delle fiches e si potevano vincere solo altri buoni consumazione. Ci ho passato un pò di tempo giusto per riprendermi un pò. Poco dopo, mi sono riunito con gli amici mentre il locale era giunto alla sua capienza massima. Era diventato difficile anche solo spostarsi. Alle 4 abbiamo gettato la spugna e siamo usciti anche considerando che avremmo dovuto camminare per un pò per raggiungere le macchine. La scarpinata all’aria fresca è stata però salutare per farsi passare il mal di testa e l’acidità di stomaco. Forse non si era rivelato il posto adatto a noi o forse non abbiamo più l’età per un certo tipo di divertimento…di sicuro c’era soltanto che anche quel Capodanno erano finalmente passato!
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