L’arrivo di coach Van Gundy agli Orlando Magic tre stagioni fa è coinciso con un netto aumento delle vittorie (da 48.8% il record è passato a 63% e poi a 72%) e finalmente il passaggio del primo turno di playoff (semifinale di Conference, finale NBA, finale di Conference), ma la squadra ora sembra essere sì forte, ma priva di qualcosa di veramente importante: la leadership. Dwight Howard, anima e personaggio di questa squadra non sembra ancora in grado (e forse non lo sarà mai) di prendersi sulle spalle, anche piuttosto larghe, tutta la franchigia e portarla al successo; nel 2008/09 la finale persa contro i Lakers ha mostrato a tutti che il sistema di gioco di Van Gundy è vincente fino ad un certo punto: una difesa abbastanza aggressiva abbinata ad un gioco in transizione incredibile con uno dei centri più dominanti in circolazione, può farti arrivare fino alla finale NBA, ma quello che ti fa vincere è un fuoriclasse con la faccia tosta e la capacità di prendere la palla in mano quando conta.
Vince Carter e Rashard Lewis non sono questo tipo di giocatori nonostante il loro ingaggio dica l’opposto (17.3 milioni il primo, 20.5 il secondo) anche se rimangono due grandissimi campioni adattissimi a questo sistema di gioco; le chiavi in mano ce le avrà anche questa stagione Nelson, altro giocatore che troppo spesso esagera e si eclissa quando conta, oltre che avere grossi problemi nella sua metà campo. Ma le scelte di mercato della dirigenza Magic sono state chiare: mantenere il nucleo che ha fatto bene in queste stagioni (ovviamente la partenza di Turkoglu la scorsa estate è stato un brutto colpo, ma era diventata impossibile la coesistenza tra lui e il coach), e per farlo sono stati fatti anche alcuni sforzi economici mica da ridere.
Intanto sono state confermate due pedine importantissime della panchina, ovvero il francese Mickael Pietrus e JJ Redick, rifirmato con un contratto triennale da 21 milioni di dollari totali…probabilmente un po’ troppo per il valore del giocatore, che andranno a far rifiatare i due titolari nel ruolo, ovvero Carter e Lewis, e dovranno cercare di non far rimpiangere la partenza di Barnes, volato ai Lakers. Oltre a loro due ci sarà anche Quentin Richardson, un tiratore da tre formidabile che dovrà punire i raddoppi sui compagni, soprattutto quelli su Howard, passato da una squadra della Florida ad un’altra visto che l’anno scorso ha giocato per i Miami Heat; poi per rinforzare il ruolo di playmaker è arrivato Chris Duhon per la difesa ed è stato trattenuto Jason Williams per l’attacco.Lo spazio salariale intasatissimo dimostra che la squadra è stata costruita per cercare di vincere l’anello, e questa potrebbe anche essere l’ultima stagione con Van Gundy in panchina, sia per la fine di un ciclo, sia perchè i suoi rapporti con alcuni giocatori chiave di Orlando non sono più idilliaci. La prossima stagione, inoltre, la franchigia potrà decidere se trattenere Carter per 18 milioni di dollari e sembra difficile questo possa accadere (attenzione a una possibile trade prima della deadline di febbraio se le cose non dovessero andare troppo bene), questo per lui, perciò, potrebbe essere un ulteriore incentivo a fare bene per vincere finalmente qualcosa.
Tutto comunque dipende da Superman Howard, se dimostrerà di essere cresciuto anche mentalmente oltre che tecnicamente allora i Magic avranno qualche chance in più, e il derby con gli Heat potrebbe farsi davvero infuocato.