Meno di un mese al ritorno ufficiale della Formula 1 negli States. Per il varo della pista di Austin che il 18 novembre ospita il circus, gli organizzatori hanno voluto un team d’eccezione: Patrick Dempsey di Grey’s Anatomy e Mario Andretti al volante della Renault R30 ridipinta con i colori della Lotus.
Pirelli in settimana aveva anche annunciato il completamento della fase di studio dell’asfalto, però il prospetto delle mescole le squadre ce l’avevano già da settembre: in America troveranno le medie e le dure, in abbinamento conservativo e cautelativo.
Austin ingrana, Port Imperial invece si prende un anno di proroga malgrado il Consiglio Mondiale della FIA l’avesse già inserito nel calendario a 20 tappe del 2013. Bernie Ecclestone comunque a settembre anticipava: “Temo non siano pronti, il tempo sta scadendo”.
Leo Hindery jr. che è l’attuale promotore della corsa a Port Imperial, promette: “Correremo. Purtroppo non così presto come speravamo. Ci serve altro tempo, ma restiamo concentrati al 100 percento su questo obiettivo”.
Ufficialmente l’intoppo è insorto in merito all’asfaltatura dei tratti che il circuito deve condividere con la viabilità ordinaria. In realtà la questione è più complessa perché lo stato del New Jersey non è direttamente coinvolto nei finanziamenti a differenza di quello che vorrebbe Ecclestone. Che comunque sta cercando una soluzione alternativa per salvare la location.
Nell’esclusiva di pitpass.com, Bernie rivela l’intenzione di coinvolgere Chalerm Yoovidhya che detiene il 51% della proprietà del marchio Red Bull e che sta già lavorando per organizzare una corsa di Formula 1 in Thailandia: “New York – dice Mr. E – per loro è un mercato importante”. Magari gli danno una mano.