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Vogliamo divertirci anche noi!

Creato il 19 gennaio 2011 da David Incamicia @FuoriOndaBlog
Vogliamo divertirci anche noi!
di David Incamicia
“Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono…”. Proporrei di sostituire l'inno di Mameli con la celebre canzone del geniale Giorgio Gaber, quanto mai attuale e pertinente, forse la migliore colonna sonora per festeggiare il 150° compleanno della nostra Patria unificata. La suggerirei non tanto per un sentimento di rassegnato sarcasmo, quasi cinico e compiaciuto, bensì per certificare il fallimento della Nazione italiana ridotta ad imbelle ed ibrida massa incapace di farsi Popolo.
Non mi dilungo sull'ennesima pagina hardcore della vicenda (politica?) del nostro immarcescibile Presidente del consiglio (i quattro gatti che ogni tanto mi leggono sanno cosa penso sul suo conto), figura ormai mitologica ritenuta invincibile fra i suoi "illuminati" sostenitori e nella folta schiera di lacchè, giullari e ballerine di corte. Invincibile seppur mortale (cosa che, sono certo, a quasi 80 anni suonati lo fa incazzare più dei finiani, dei comunisti e dei magistrati... thiè!). Voglio però soffermarmi sulle ultime sue parole proferite a commento del polverone che lo sta investendo, letteralmente: "Ah-ah-ah... Mi sto divertendo". Perchè mi interessa capire cosa c'è che non va in chi, come me, non riesce proprio a farsele due risate da qualche tempo a questa parte. E mi intriga conoscere se siamo davvero così pochi a tenere il muso, a non comprendere la situazione, a isolarci dal mondo "reale". Così, giusto per prendere precauzioni, per verificare se la mia "antiberlusconite acuta" (ma non cronica, ve lo assicuro... sopravviverò alla transeunte presenza del premier) va curata prima che sia troppo tardi.
Una sete di conoscenza, la mia, che viene casualmente appagata dalla visione dell'ultimo rullino fotografico dell'Istat, sviluppato proprio oggi. E in quel book non è che appaiano tanto sollazzati i miei apatici connazionali. Leggo nell'indagine "Noi Italia 2011" (che sembra il nome dell'ennesimo partitello e forse sarebbe il migliore) che nel 2009 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono il 10,8 per cento dei nuclei residenti e la povertà assoluta coinvolge il 4,7 per cento delle famiglie. Nel primo caso "si tratta - sottolinea l'Istat - di 7,8 milioni di individui poveri, il 13,1 per cento della popolazione residente. La povertà assoluta coinvolge il 4,7 per cento delle famiglie, per un totale di 3,1 milioni di individui". Si divertiranno questi? Mah, chissà...
Sfoglio l'album ed ecco un'altra istantanea: "Il livello del Pil pro capite nel 2009 è diminuito del 5,7 per cento, attestandosi a 24.400 euro e collocando l'Italia al dodicesimo posto della graduatoria europea". Dal dato, misurato in parità di potere d'acquisto, emerge che il Belpaese, in graduatoria, è "immediatamente sopra la Spagna ma sotto Francia, Regno Unito e Germania rispettivamente di 1.000, 2.000 e 3.000 euro. Le differenze regionali permangono sensibili mantenendo pressoché invariato il divario tra Mezzogiorno e Centro-Nord". E manco qua si ride...
Allora tuffiamoci nella "sezione giovani", specie se con la gonna e i tacchi alti. Là sicuro deve andar meglio... In Italia "il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è pari al 25,4 per cento, in aumento di oltre quattro punti rispetto al 2008 e superiore a quello medio dell'Unione (19,8 per cento)". Permangono notevoli le differenze di genere: "le donne occupate sono il 46,4 per cento - rileva l'Istat - gli uomini il 68,6%". Insomma, "nel 2009 il tasso di occupazione è diminuito di 1,2 punti percentuali rispetto al 2008 dopo un lungo periodo di crescita, tornando ai livelli del 2005. I livelli dell'occupazione nazionale restano ben al di sotto delle medie europee, soprattutto per quando riguarda la componente femminile". "Il tasso di inattività della popolazione tra i 15 e i 64 anni nell'Unione europea è pari al 28,9 per cento. L'Italia, con il 37,6 per cento - prosegue l'indagine Istat - si colloca al terzo posto della graduatoria a 27 paesi. Spicca il valore particolarmente elevato dell'inattività femminile (48,9 per cento)". Per concludere, "la quota di unità di lavoro irregolari è pari all'11,9 per cento. Nel Mezzogiorno può essere considerato irregolare quasi un lavoratore su cinque; nell'agricoltura circa uno su quattro". A voi sembra si tratti di gente che se la spassa?
E se oggi in Italia studiare pare non servire più a nulla, figurarsi che prospettive di realizzarsi può mai avere un giovane privo di istruzione e formazione adeguate! Perchè "dall'incidenza dell'istruzione sul Pil al titolo di studio conseguito più elevato, dai giovani con licenza media che non continuano a studiare alla partecipazione al sistema di formazione dopo il termine del periodo di istruzione: in fatto di risultati nel settore istruzione l'Italia è sistematicamente indietro rispetto alle medie dell'Ue ed è anche lontana dal raggiungere gli obiettivi comuni". Lo dice sempre il rapporto "Noi Italia 2011". Nel nostro Paese, spiega il dossier nello specifico, circa il 46% della popolazione in età compresa tra i 25 e i 64 anni ha conseguito come titolo di studio più elevato soltanto la licenza di scuola media inferiore, valore che ci colloca distanti dalla media europea (27,9% nel 2009). I dati relativi al 2009 sul livello delle competenze, derivati da un'altra indagine promossa dall'Ocse, mettono in luce che la quota di giovani (18-24enni) con al più la licenza media, che ha abbandonato gli studi senza conseguire un titolo superiore, è pari al 19,2% e fa retrocedere l'Italia in una delle posizioni peggiori nella graduatoria dell'Ue (media 14,4% nel 2009).
Disdetta! Non ci resta che confidare nella cara vecchia sanità... Però si scopre che da Nord a Sud, da Milano a Napoli, passando per Roma, la situazione che si vive negli ospedali del Paese è al limite: sovraffollamento, accessi impropri, mancanza di posti letto per i ricoveri, carenza di personale medico e paramedico, costretto spesso a stringere i denti e lavorare in condizioni sempre più difficili. Coi casi di "malasanità" a danno dei cittadini (soprattutto bambini, anziani e malati cronici) che si moltiplicano. L'ultimo in ordine di tempo è quello della paziente "ricoverata" a Palermo per tre giorni su una sedia, in attesa di un posto letto. Proprio così, per tre giorni su una sedia! Ma episodi del genere sono sempre più frequenti. In Campania, le cronache locali di questi giorni descrivono scenari choc nei reparti di emergenza: malati addirittura adagiati sulle scrivanie. Per dirla tutta, i pronto soccorso italiani sono a rischio collasso! E a riferirlo è un'analisi elaborata dalla Federazione italiana medicina emergenza catastrofi (Fimeuc) per conto di Adnkronos. Che ridere...
Sì, che ridere anche per quei soldati in Afghanistan che continuano a rischiare il culo e sovente a suonare "il silenzio" ai commilitoni caduti senza neanche sapere il perchè. E per quegli operai, spesso in nero e spesso tre alla volta (ma nei tiggì non ne parlano), che ci lasciano la pelle e diventano utili solo per le statistiche. E per i precari, i cassintegrati, i terremotati, i cervelli in fuga... Come dite? Sterili lamentele, solita demagogia? Ah, già... dimenticavo. Voi siete forse gli unici per i quali valga davvero la pena ridere. Voi con la puzza sotto il naso, che in fondo avete Silvio sulle palle proprio come me ma per carità... senza esagerare! Che vi definite Liberali con la elle maiuscola e avete l'obbligo di analizzare i fenomeni senza indignarvi e con distacco, magari indossando i panni dell'"advocatus diaboli" perchè fa chic, e diffidate di un rozzo liberal con la elle minuscola che invece si indigna e pure coi controcazzi, repubblicano e borghese, patriota e legalitario!
Quando pure voi vi convincerete che viviamo nella più grande cloaca a cielo aperto, innanzitutto sul piano della morale (qualunque essa sia per voi), quando la finirete di giustificare l'ingiustificabile e di tollerare l'intollerabile, quando smetterete i panni improvvisati e sofisticati dei Freud e indosserete l'elmetto, quando pronunzierete le paroline magiche "che schifo!" allora forse sarà finalmente possibile sconfiggere il principale cancro che affligge l'Italia: il berlusconismo! Arginando (emarginando!) i veri nemici della Patria, quelli che ancora lo sostengono e difendono, che sono pronti al suicidio civile pur di tenere a galla qualcosa che non può resistere oltre... Vogliamo divertirci anche noi!

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