Innanzitutto abbiamo chiesto a Giuditta come sia nato il suo percorso politico, e da dove è nata la sua voglia di fare politica: si è trattato di una strada intrapresa fin da piccolissima, poi proseguita alle superiori, con la carica di rappresentante della consulta degli studenti, e poi in modo più strutturato nei Giovani Democratici, quando ha iniziato a fare militanza attiva dentro al Partito Democratico.
Il motivo per cui ha deciso di candidarsi alle parlamentarie è stato che c'era un forte desiderio di garantire anche a Modena la possibilità di parlare di certi temi, come i diritti civili, la riforma del lavoro, il precariato: per questa ragione è stato fatto un appello, firmato da più di 200 persone, per chiederle di candidarsi.
All'epoca delle dichiarazioni omofobe di Giovanardi avevamo intervistato Giuditta a proposito di diritti civili: abbiamo quindi chiesto quali altre istanze ha intenzione di portare in Parlamento. A suo avviso si parla molto di Europa, ma in realtà in Italia non abbiamo gli stessi diritti che hanno gli altri cittadini europei: dobbiamo pensare al diritto all'istruzione, e a quei 50.000 ragazzi che hanno deciso di non immatricolarsi all'università quest'anno, il diritto al lavoro, e a quei 5 milioni di lavoratori senza alcun diritto di maternità, malattia, etc. Dobbiamo pensare al diritto alla salute, e alle migliaia di coppie costrette ad andare all'estero per avere un figlio, al diritto alla felicità, e a quelle coppie che non possono sposarsi nonostante lo desiderino, oppure il diritto di scegliere del proprio fine vita: chi dice che questi diritti non siano importanti sta omettendo un pezzo fondamentale della società, e non si tratta di qualcosa di secondario.
Per quanto riguarda il terremoto in Emilia Romagna, i Giovani Democratici sono stati subito molto attivi sul territorio, specialmente nel comune di Camposanto, dove la Protezione Civile non è arrivata subito. Per quasi due mesi i giovani dei GD hanno gestito una palestra con 180 sfollati, aiutati dai Giovani Mussulmani e altre piccole associazioni in zona. Si è riusciti, nonostante le circostanze tragiche, a costruire un senso di comunità, in cui tutti mettevano a disposizione le proprie conoscenze e capacità.
Attualmente gran parte dei lavori sono ripartiti, anche se nei centri storici ancora si sta valutando, insieme all Sovrintendenza dei Beni Artistici, quale sia il modo migliore per ricostruire. Si è dovuto fare tutto da zero, anche se poi fortunatamente si è riusciti a fare arrivare il 100% del rimborso per la ricostruzione, nonostante Monti, la Lega e il PDL avessero votato contro. Le procedure ci sono, i soldi anche, bisogna iniziare. L'idea è di fare urgentemente anche una legge quadro per la catastrofi naturali, perché non è accettabile che qualsiasi frana, alluvione o terremoto sia un'emergenza in Italia, anche perché accadono ogni 6 mesi circa.
Matteo Renzi ha introdotto il mantra della rottamazione nel PD, e nello scenario politico italiano, un tema che non era mai stato toccato nel dibattito nazionale. Secondo Giuditta i modi e i temi non erano adatti alla situazione, anche perché il semplice "essere giovane" non è un merito, ma una fase transitoria della propria vita. Renzi ha sicuramente il merito di essersi fatto portavoce di una voglia di cambiamento, di rinnovamento dei visi e delle idee, nonché delle proposte: ma cita Bersani, secondo il quale "le foglie nuove nascono dai rami vecchi". Questa ventata d'aria fresca si è concretizzata nelle primarie parlamentari, che hanno visto un rinnovamento quasi totale dei candidati, la maggior parte dei quali sono giovani o molto giovani.
Abbiamo chiesto a Giuditta se sia renziana o bersaniana: quando c'erano le primarie era bersaniana, ma ora è del PD. Fortunatamente dopo il 3 Dicembre non si sono create correnti all'interno del partito, e si è tornati ad essere tutti insieme. Le vecchie correnti non stavano più in piedi, ma finalmente è nato il PD, un partito coeso: ci saranno sempre delle visioni differenti riguardo a certe tematiche, ma l'importante è che la meta sia la stessa.
Abbiamo parlato anche di rapporto col territorio, l'influenza che la sua provenienza dai GD avrà sulla sua carriera politica e molto altro: per cui vi invito a visionare l'intervista integrale, molto più ricca di questa mia breve sintesi!
Maria Petrescu | @sednonsatiata
10minuteswith Giuditta Pini
We interviewed Giuditta Pini, candidate at the Parlaiment for the Democratic Party, and member of the Young Democrats.
First of all we asked Giuditta how she started her political activity: shows the candidates to elections that have a Twitter account: from the application interface it is possible to send tweets to any candidate and see some aspects of their political position, such as the party they belong to.
We asked what the current situation regarding open data and civic hacking is in Italy: it is surely a very stimulating situation, because there haven't been any important results at a national level, which leaves space to doing much better. At the same time no datasets that are truly useful have been released, and often they're not even updated.
The data is released by the administrations in a easily readable format: the task of the civi hacker is to take the data and feed it to the machines, or write programs that use that data. Unfortunately both datasets and civic hackers are lacking, even though inside Spaghetti Open Data and Open Coesione there are many people who are doing their best to make a difference.
The ideal situation as for the transparency of the PA and the availability of open data would be to have regularly updated data, based on the frequency with which the data is collected: of course this requires a lot of work, and a place where you can easily find them and - why not - more colleagues to work with in order to get useful information out of them.
Alessio believes there is a tendency to say that data has a sense: data doesn't have any sense by itself, you need to read it and give an interpretation. Civic hackers are people who do a great fantasy work in order to understand how to use raw data, to make apps or get insights. There are already quite a few good examples, such as the app that gives an alert whenever you enter high risk neighborhoods, or the app that allows citizens to report problems with streets or urban decor.
In Italy there is also another problem, which is the randomness of data: they are released under several formats or subformats, which makes it difficult to normalize it. It becomes a huge task for the civic hacker, which is why it would be a great idea to introduce some laws regarding open data: for example, the PA should have to release a minimum number of datasets in a given format, and keep them updated, so that apps can be built upon them. Currently none of this has any legislation.
Open data represent an important tool of democracy and direct control, as Alberto Cottica has stated: getting in touch with political representatives, having in depth insights on the efficiency of the PA, the safety of the neighborhood, and even the efficiency of ambulances.
Of course, I invite you to view the full interview, much richer than my brief synthesis.
Maria Petrescu | @sednonsatiata