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Ancora sull'eroismo: il dubbio di Roberto Saviano

Creato il 17 febbraio 2014 da Nicola_pedrazzi @Nicola_Pedrazzi
   Ultimamente, non senza presunzione, su queste paginette si è tirato in ballo il tema dell'eroismo. Stamattina, manco a farlo apposta, mi è caduto l'occhio sull'intervista che Roberto Saviano ha rilasciato a «El Pais».
   Il mio dramma interiore è: avrei potuto aver fatto tutto questo ma senza mettere a rischio tutto. Perché, qual è il problema? Se tu anteponi un obiettivo, la verità, la denuncia, a qualunque altra cosa della tua vita, diventi un mostro. Un mostro. Perché tutte le tue relazioni umane e professionali sono orientate a ottenere la verità. Forse alla fine sarà nobile, una cosa generosa. Tuttavia la tua vita non si converte in generosa, le relazioni diventano terribili.
   Non è la prima volta che lo scrittore si interroga pubblicamente sulla sua scelta di vita. Ogni volta i giornalisti ci si tuffano di testa: e giù titoli, titoli, titoli. Titoli come questo: chi l'ha scritto dovrebbe andarsi a nascondere al Polo Nord, ma grazie a lui il dibattito impazza, su questa nuova TV senza cavi - dove più di sempre, ahimé, «la trasmissione la fate voi».
Ancora sull'eroismo: il dubbio di Roberto Saviano
   Molti giovani orfani d'esempi, puffi cercatori di idoli, hanno adottato Roberto Saviano con la stessa patetica commozione che, qualche strato sociale più sotto, spinge le persone a tatuarsi guerresche fantasie tribali sul braccio. Altri, spesso e volentieri sfoggiatori di tatuaggi simili, si compiacciono della loro scaltrezza controcorrente: «Saviano deve tutto al suo libro. Ma lo sai quanto ci ha guadagnato a scrivere quello che sanno tutti? Valà, valà, ci marcia su, te lo dico io». Ne sono tutti certi, prima di aprire «La Gazzetta».
   Io non so chi sia Saviano, non lo conosco. So che è uno che sta combattendo e che, mentre lo fa, ha il dubbio di star facendo o meno la cosa giusta. Fermo restando che nel momento in cui lo nomini, l'eroismo non esiste più, se proprio voglio trovare «l'Eroico» nella vicenda di questo scrittore, lo trovo nell'umana verità del suo dubbio. Un dubbio che dovremmo fare nostro, perché riguarda tutti, tutte le persone che esistono: anche coloro che non hanno mai messo sul piatto della lotta la propria vita. Ascoltare quel dubbio come se fosse nostro è l'unico modo che abbiamo per non lasciare solo quest'uomo - causa e conseguenza, come sempre accade, del proprio coraggio.
Non piangetemi, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un'idea.Willy Jervis
Non desidero morire per le mie idee, giacchè potrebbero essere sbagliate.
Bertrand Russell

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