Bagetti bagetti bagetti
Creato il 18 maggio 2011 da Presidenziali
@Presidenziali
Machete arriva al cinema avendo fatto i conti senza l'hostes (o era Lost?). Devastanti aspettative, menti ottenebrate dal nuovo mito di Danny Trejo, ex galeotto, ex attore monoespressione, ex messicano maledetto, ex dj ibizenco (O_o). E poi c'è tutta la storia di Rodriguez, la costola b dell'Hollywood nera targata Tarantino&Co. Insomma, un sacco di carne al fuoco e il miglior teaser di tutti i tempi facevano ben sperare, ma anche presupporre (come spesso in questi casi accade) a un bel buco nell'acqua. La retta via come disse Jon Bon Jovi (?), sta nel mezzo e difatti nel mezzo rimaniamo, a gongolare alla seconda secca (dove si tocca) senza il pericolo di affogare. L'ultima fatica di Rodriguez riesce facilmente nell'intento di creare quell'atmosfera da cinema/gastigo, cinema/galera, come non accadeva dai tempi di Star Wars o di altre robette simili; questo dovrebbe già bastare per passare una bella serata, tra risate, bestemmie libere, cazzotti ai compari vicini e urla incondizionate. Tutto molto bello, se non fosse che il film ha anche una trama ed una storia che ostinatamente cerca di portare a compimento. Peccato, spero che un giorno qualcuno riesca a fare della successione di cazzotti e violenza pura una trama già di per sè (confido molto in Tsukamoto) senza bisogno di giustificarsi, cosa che invece fa Machete, cerca di dare un senso dove non ce n'era assolutamente bisogno e anche peggio il climax generale della pellicola precipita pericolosamente a valle. Si parte benissimo e si finisce (lo posso dire?) annoiati. E poi diciamocelo, senza entrare nella banale comparazione Tarantino vs Rodriguez che non ha ormai più senso, il regista messicano manca di quella scintilla in più che trasforma un grande film in un capolavoro (anche se dovrei riguardarmi Dal Tramonto all'Alba, forse il suo unico capolavoro). La più grossa pecca di Machete è quella di fare il verso (cosa che fa molto bene) al genere trash, b-movie ecc ecc senza però generarne il mito. Lontanissimi da personaggi leoniani o tarantiniani, Danny Trejo rimane alla fine la caricatura dell'idea filmica di se stesso. Positivissime le protagoniste femminili, una Michelle Rodriguez cazzuta e mozzafiato e una Jessica Alba lisergica e stratosfericamente sexy, un po' meno Lindsay Lohan, che comunque a tette al vento fa sa sua porca figura (daltronde era questo il suo ruolo). Nota a parte il povero Robert De Niro, ormai ridotto a zimbello ad ogni sua nuova apparizione, provo pena per lui (per fortuna poi si commuove a Cannes, forse pensando a quello che fu rispetto a quello che è adesso). Che dire, Steven Seagal in versione harakiri raggela le budella (best interpretazione ever) e si finisce per rimpiangerlo nella versione ossidata dei Simpson. A visione finita si rimane un po' con l'amaro in bocca pensando che forse invece del Montenegro avremmo preferito un succulento Vodka Sour. Poco importa, gli sganascioni non sono mancati e il prode Rodriguez con questa opaca visione del chiassoso cut 'n' paste citazionale non fa che confermare una linea marcata da ottimi momenti di delirio a pacatezze sceneggiative da metà classifica.
voto: 6
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