Stralcio di conversazione svoltasi a bordo piscina in quel di Yogyakarta, in un pigro pomeriggio indonesiano d’agosto.
A. Ma tu non ti senti di avere delle lacune tremende? Non provi soggezione quando parli con persone molto colte?
G. Un casino. Ad esempio, quando stavo con (nome di ex fidanzato), lui seguiva tutti i programmi di approfondimento politico e conosceva i curriculum dei personaggi che intervenivano. Ma non solo ministri, capisci? Anche gli assessori alla sostituzione tombini di Cinisello Balsamo.
A. E tu?
G. Restavo ammirata e tacevo. Si registra solo un mio exploit, allorché Augusta Montaruli ebbe il suo quarto d’ora di celebrità da Santoro, ma giusto perché ai tempi dell’università era venuta alle mani con una delle mie amiche del cuore per questioni squisitamente politiche. La conoscevo bene, ma fu un caso isolato.
A. E lui te lo faceva pesare?
G. Mah, secondo me non era così fondamentale, era più un problema che mi ponevo io. Non mi ha mai dato dell’ignorante, almeno non in faccia.
A. Invece con (voi-sapete-chi, all’epoca disperso in Galizia e non reperibile per precisi accordi), di cosa ti vergogni?
G. In primis, film e libri. Li ingoia, non so cosa ci fa, ma per quanto uno ci provi sei sempre indietro. Anche sulla sottocultura è ferratissimo: conosce tutti i format televisivi degli anni ’80 e ’90, chi li ha ideati e che tipo di contributo hanno dato. Poi, la musica pop: ne sa tantissimo.
A. C’ha anche 10 anni in più. Ma poi scusa, sulle canzonette tu spacchi!
G. Sì, ma lui fa anche l’esegesi critica. E’ inutile, è troppo più bravo. Io anche sull’arte moderna sono scarsa. Sull’arte faccio schifo in generale, in verità. Musica classica, sono ignorantissima. Non guardo le serie, non leggo abbastanza giornali, ascolto radio decerebrate. Faccio bruttissime foto.
A. Non buttiamoci giù, noi parliamo diverse lingue. Non è mica da tutti, eh.
G. Ora che ci penso, ricordo i nomi delle vie di Torino, sono snodata e cucino abbastanza bene.
A. Vedi, vedi che su qualcosa sei ferrata? Che qualcosa di buono lo sai fare? Poi, c’è tutta la questione relazionale: noi siamo brave a chiacchierare e interessarci dei fatti degli altri, dare i consigli, rassicurare.
G. Hai ragione. Scusa, io qui sto dicendo tutto senza remore, ma la tua grande vergogna qual è?
A. La storia del ’900. Il problema è che non solo non so dare opinioni su fenomeni o personaggi: è che proprio non so di cosa si parli. Tipo la perestrojka, che cos’è? Non lo so e mi sento tantissimo in colpa perché dovrei saperlo. Tu lo sai?
G. A grandi linee sì, vuoi che te lo spieghi?
A. Sarebbe bello. Facciamo domani, però, che c’abbiamo 6 ore di autobus.
![cosa sarà mai la perestrojka occhio_alla_perestrojka_jerry_cal_castellano_e_pipolo_005_jpg_vbsg](http://m2.paperblog.com/i/216/2161223/cosa-sara-mai-la-perestrojka-L-Ln9sFP.jpeg)