Di formaggi e patate, di fragole e sale
Da Lollychant
@rossellaneri
A me sembra di ricordare che Claude, nella salotto della sua casa al confine tra Bretagna e Vandea, mi avesse detto 463, ma non posso affermarlo con certezza.
Tornata a casa ho fatto le mie ricerche: quanti formaggi ci sono in Francia? il numero oscilla da 365 (per via di una battuta di De Gaulle sul fatto che in Francia ci son più formaggi che giorni dell’anno) e 1500, numero indecente, che probabilmente comprende le supposizioni su formaggi fatti in casa, nei monasteri, ecc… ecc.. Il numero dei formaggi italiani invece pare ufficiale: sono 472. Anche sulle indicazioni geografiche protette li battiamo di un paio di unità, una cosa come 47 a 45, e solo dal 2012. Fatto sta che io che sono nata nella culla del Parmigiano reggiano (che, intendiamoci, non ha nulla a che vedere con il Grana padano) preferisco il Camambert, o il Saint Félicien o la Tête de Moine, tagliata sottile sottile all’aperò. Il meglio però era sicuramente quella formina di Curé Nantais, affinato nel Muscadet, che avevo comprato domenica mattina nel mercato di Pornic e che l’addetto alla sicurezza dell’aeroporto mi ha fatto buttare nella spazzatura perché non abbiamo il diritto di portare formaggi in aereo. Per la puzza ha detto.
In Bretagna ci sono andata per la prima volta nel 2001, ci ho fatto 6 mesi di Erasmus che mi son costati 10 kg sul girovita. Il mio è stato un Erasmus gastronomico per via di France Le Lamer, paladina della maionese fatta a mano, del far breton e di mezza tonnellata di ricette in archivio, che devo sbrigarmi a mettere “en-ligne”, come dice lei. Nei successivi 11 anni ci son tornata 6 volte.
Questa volta, per il ponte del 25 aprile, è stata la volta delle “patates” (per i fighetti pommes de terre) di Noirmoutier, un’isoletta di una 15ina di km di diametro che sta di fronte a Nantes e che non è più Bretagna, ma è già Vandea (questa cosa dei confini tra Bretagna e Vandea comunque risulta un po’ complicata…). La specialità di Noirmoutier sono le patate, nel senso che per 15 km vedi solo campi di patate. Le patate di Noirmoutier assomigliano alle nostre novelle, si mangiano con la buccia, vanno possibilmente cotte nel grasso d’oca o d’anitra, e costano 7 euro al kg. Se poi volete esagerare ci sono le “bonnottes”, delle patatine grandi come una nocciola, sempre tipiche di Noirmoutier, a 10 euro al kg. Entrambe si trovano solo da fine aprile a fine maggio, e io a maggio in Bretagna non c’ero ancora stata e, ci crediate o no, il volo in questo periodo l’ho prenotato anche per via delle patate.
Sempre a Noirmoutier fanno anche il sale, giusto per far concorrenza alla piccola città di Guerande, questa volta sì in piena Bretagna. Guerande vive di sale, Noirmoutier di patate. Ma anche Noirmoutier ha la sua fleur de sel (lo strato sottile della crosta di sale che si ottiene facendo evaporare l’acqua di mare in uno stagno artificiale) che è servita nei ristoranti della costa di Vandea, in cui la gente è un po’ campanilista.
L’altro fil rouge della vacanza son state le fragole, perché la Bretagna è anche una grande produttrice di fragole: da aprile a settembre almeno, i mercati domenicali hanno addirittura la “fraiserie” – banchi ricoperti solo di fragole, che vengono da Plougastel (Bretagna) e da Pornic (Vandea) divise anche per aroma tra zuccherine e fruttate.
Mentre guardavo quella distesa di fragole lo scorso 27 aprile, più o meno pensavo a questo: ma com’è che al mercato sotto casa mia le fragole di aprile han mezzo centimetro di bianco sotto il picciolo e a inizio maggio, quando cominciano a diventar tutte rosse, già devi affrettarti a comprarle che è finita la stagione?
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