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Elsa inglese (e non c'entra re Artù)

Creato il 24 ottobre 2012 da Ilpescatorediperle
Tutti i giovani choosy sono choosy allo stesso modo.Tutti i giovani non choosy sono non choosy a modo loro.Che dire, ad esempio, della figlia del ministro Fornero? Di certo non è stata molto schizzinosa, lavorando (sono sicuro, senza ironia, sia un'ottima ricercatrice), nell'università di mamma e papà. A proposito: i giovani che abitano con i genitori e vivono nella stessa città sono dei bamboccioni. E i figli che condividono il luogo di lavoro che cosa sono?Sulla frase infelice di Elsa unalacrimasulviso Fornero a proposito dei giovani troppo esigenti nel cercare la prima occupazione, si è già detto molto. Forse troppo. La frase si inserisce in una sequela di affermazioni simili (dai ragazzi che non vogliono scaricare cassette al mercato di Brunetta agli "sfigati" di Martone).Poi è già partita la Repubblica dei Post-it, e la protesta basta. Certo, vorrei che qualche laureato in Lettere ammettesse che la sua scelta gli rende più difficile la vita, e che non è tutta colpa del sistema (io studio filosofia, e sono ben conscio dei rischi che sto correndo), ma non importa, il motivo è fondato.
La frase getta una luce sull'impotenza della politica, ed è, soprattutto, un'affermazione da everyman. Come il "non c'è la crisi, i ristoranti sono pieni" di Berlusconi. Se sei ministro, se sei primo ministro, è proprio per cercare di cambiare le cose; è proprio perché si pensa tu sia abbastanza competente per fare ragionamenti oculati, senza dire la prima cosa che ti passa in mente, ché per questo siamo già sessanta milioni. A maggior ragione per una tecnica, che di queste cose ne sa, o ne dovrebbe sapere.In più, Elsa Fornero ha fatto una riforma del lavoro che non piace a nessuno. Non solo per colpa sua, ché questa (vorrei che si ricordasse, ogni tanto), non è la sua riforma (le proposte iniziali erano diverse), ma l'esito di un tentativo di accordo con le parti sociali. Se è venuta male, la colpa è anche un po' loro. Il colpo d'ala non ce l'ha avuto nessuno (laddove per me, che sia chiaro, il colpo d'ala è nella direzione della proposta Boeri&Co. sul contratto unico). Insomma, Fornero aveva molte ragioni per non parlare, o almeno per farlo in modo più ragionato.Invece Fornero ha parlato. E in inglese.Ora, è su questo in realtà che vorrei dire una cosa.Siamo davanti all'ennesimo esempio del rapporto sbagliato (quando c'è) che la nostra classe politica ha con le lingue straniere. Parlucchiate, ignorate, viste con l'ammirazione di chi non le sa e non le pratica, le lingue straniere dei politici italiani sono spesso lingue mute. Salvo essere riesumate, con qualche lemma a caso del dizionario bilingue del liceo, come ennesima rappresentazione del latinorum italiota, come ci aveva spiegato Manzoni.Anche in questo caso, perché dire choosy? Una foglia di fico su un pensiero che non ha il coraggio di dire il suo nome ("schizzinosi", o simili) e assieme un modo per far pesare la propria autorità attraverso una frase non direttamente chiara.Purtroppo il nostro è ancora il paese dove in politica l'inglese più fluente lo parla, si pensa, ancora Lambertow Dini, e l'unico poliglotta pare sempre nientepopodimenoche Rocco Buttiglione. Ora, come questi esempi mostrano, sapere le lingue non basta. Se Buttiglione, nella famigerata audizione al Parlamento Europeo del 2005, dice "penso che l'omosessualità sia un peccato", poco importa che lo dica in spagnolo, tedesco, francese e inglese. Se prende appunti in tedesco al Consiglio dei Ministri, è solo sinnlos.Poi ci sono modi e modi di usare le lingue (questo, per dire, non è certo questo). In ogni caso, Fornero ha scelto il peggiore, il più provinciale. Mostrando ancora una volta, purtroppo, una classe dirigente che elude i problemi invece di affrontarli.
da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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