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Gli Undrafted NBA, un mondo da tenere d’occhio

Creato il 01 luglio 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

Il Draft NBA da sempre non è una scienza esatta. Ogni anno, visto a posteriori, si trovano tantissime scelte sbagliate, giocatori presi che poi pian piano spariscono o anche semi sconosciuti che non calcheranno mai un parquet della Lega più bella del Mondo. Lo scout è forse uno dei lavori più difficili a questi livelli perchè vedere anche più volte un giocatore non ti permette di capire se dentro un certo sistema sarà in grado di adattarsi oppure no.
A volte però alcune scelte sono incomprensibili e spesso infatti succede che alcuni giocatori che in NCAA erano piuttosto quotati rimangono per strada: questi undrafted nella storia della NBA sono delle variabili impazzite che hanno fatto anche la fortuna di franchigie, brave a metterli sotto contratto dopo la Summer League.

Anche quest’anno, quindi, come gli anni passati, alcuni giocatori non sono stati scelti al Draft e ora vogliono cercare di mettersi in mostra per strappare un contratto (alcuni daranno anche uno sguardo all’Europa dove i contratti sono anche più ricchi che in NBA).
Vediamo chi sono:

James Michael McAdoo – Da prospetto interessante qualche anno fa a una caduta rovinosa oggi. Le stagioni difficili a North Carolina non l’hanno aiutato e la sua maturazione si è bloccata, pesando molto sulla sua non-scelta. In difesa le braccia lunghe e l’atletismo potrebbero aiutare ma per giocare ala nella NBA dovrà migliorare parecchio. Per chi avesse la voglia e la pazienza di prenderlo e aspettare la sua crescita potrebbe anche essere un buon colpo.

Sean Kilpatrick – La guardia di Cincinnati nel suo ultimo anno al College ha viaggiato ad una media di 24.4 punti sui 40 minuti, cifre davvero notevoli per un giocatore che nella metà campo offensiva non trova grosse difficoltà. Probabilmente quello che ha pesato è stata la sua età (24 anni) ma dalla panchina potrebbe essere molto utile per delle squadre che in attacco non hanno grandi alternative. Giocherà con i Philadelphia 76ers la Summer League.

Jahii Carson – Playmaker di Arizona State, ha viaggiato a 18.6 punti, 4.6 rimbalzi e 4.0 assist nell’ultima stagione e ha scelto di dichiararsi con ancora due anni di college da svolgere. E’ considerato undersized (178 cm per 79 kg) anche se la sua velocità e l’esplosività di cui è dotato potrebbero essere utili dalla panchina. Dovrà però dimostrare di essere tosto per cercare di ripercorrere le gesta dei suoi predecessori simili come Nate Robinson o Isaiah Thomas.

Patric Young – Doveva andare alla fine del primo giro per molti mock draft e invece è slittato fino a restare al palo. Il lungo da Florida (206 cm per 106 kg di muscoli) al college non aveva mai impressionato per le sue doti offensive e probabilmente non ha convinto neanche per quelle difensive; i paragoni con Ben Wallace non sono troppo accurati visto che Young non è un gran stoppatore, e il suo ruolo potrebbe essere più quello di un Reggie Evans, comunque sempre utile.

C.J. Fair – A Syracuse è stato sicuramente una delle colonne della squadra ma in NBA i dubbi sul suo ruolo hanno pesato parecchio; pur essendo un discreto difensore e muovendosi bene in attacco lontano dalla palla, non ha un gran tiro dalla lunga distanza per giocare da ala piccola e prende tanti tiri dalla media, che nel basket attuale non sono più così pregiati come una volta. Giocherà con i Dallas Mavericks la SL.

LaQuinton Ross – L’ala, compagno di Amedeo Della Valle a Ohio State ha avuto dei test atletici al Draft Combine piuttosto deludenti e questo ha pesato parecchio. Rimane comunque un buon tiratore (39% da sophomore e 35% da junior) con un’apertura alare notevole che gli permette di tirare sulla testa di quasi tutti i pari ruolo. Come specialista dalla panchina (alla James Jones o Rasual Butler) potrebbe anche trovare un posto, i Los Angeles Lakers hanno deciso di provarlo in Summer League.

Aaron Craft – Compagno di Ross ad Ohio State nonostante una carriera al college di qualità non ha trovato spazio tra i Pro; ottima visione di gioco e capacità di fare il playmaker rimane l’atletismo il suo più grande problema oltre ad una percentuale dalla lunga distanza che lascia a desiderare per il ruolo (30%). Dovrà migliorare sotto questo aspetto anche se il suo futuro sembra essere più in Europa che in NBA. Ci proverà comunque con Philadelphia 76ers e Golden State Warriors quest’estate.

Melvin Ejim – E’ stato nominato Giocatore dell’Anno nella Big 12 giocando ad Iowa State dopo una stagione notevole (17.8 punti e 8.4 rimbalzi) ma il suo principale problema è l’essere una power forward nel corpo di una guardia: 198 cm per 100 kg che gli rendono complesso marcare le altre small forward. Qualcuno nel passato con il suo fisico c’è riuscito, dovrà cercare di impressionare nella Summer League.
Artem Klimenko – L’altezza non si può insegnare. Forse è su questo che il centrone russo (214 cm) dovrà fare affidamento se vorrà varcare l’Oceano. Ma non basta, perchè se è vero che corre molto bene il campo e ha delle discrete mani anche per giocare il pick & roll, è altrettanto vero che il suo scarso atletismo e un fisico magro per l’altezza spesso non gli permettono di combattere dentro l’area.

Jabari Brown – La guardia di Missouri è un tiratore: spot-up, dall’arresto, uscendo dai blocchi. Ha tirato con il 40% da tre in carriera e per questo potrebbe interessare a più di qualche squadra. Difesa e atletismo sono i due principali punti deboli che circondano il suo gioco, e visto il livello fisico nella sua posizione non è una cosa da sottovalutare.

Deonte Burton – Forse il giocatore più esplosivo della classe 2014, il suo problema? Essere una point guard ed essere altro 185 cm. A Nevada ha dimostrato tutte le sue doti: rapidità ed esplosività nelle penetrazioni (un po’ alla James Harden) e buona difesa, anche di fisico. Il tiro da lontano e la sua capacità piuttosto contenuta nel fare il playmaker hanno inciso non poco. Dalla panchina però potrebbe anche portare un po’ di energia.


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