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I razzi scaldano i motori in vista dei Playoffs!

Creato il 27 marzo 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

Dodici partite dividono gli Houston Rockets dalla post season, mai come quest’anno carica di aspettative da parte di tifosi, dirigenza ed addetti ai lavori. La lunga ed impegnativa regular season doveva servire per cementificare un gruppo giovane a cui si è aggiunta una guest star di primo livello come Dwight Howard, che in estate ha deciso di portare nel Texas il suo pesante bagaglio di gioco, ego e voglia di vincere.

La presenza nel roster di Superman, al netto della sua personalità dominante (non sempre molto apprezzata nelle “locker room” come potrebbe testimoniare un certo Kobe Bryant) ha permesso ai razzi texani di diversificare il proprio gioco in attacco: ad un efficace gioco sotto le plance, seconda miglior squadra per punti in pitturato, coach McHale può abbinare le doti da cecchino del solito barba-Harden, di Jeremy Lin e Chandler Parsons, con il primo autorizzato a prendere anche tiri dalla media distanza.

A pontificare l’efficace presenza di Howard in quintetto va anche citata la media di oltre 11 rimbalzi offensivi catturati (54.9 nel combinato con i rimbalzi difensivi) e le quasi 6 stoppate dispensate agli sfortunati avversari ad ogni allacciata di scarpe, statistiche che rendono Houston una squadra davvero temibile per produzione offensiva.
Dal punto di vista difensivo le cose vanno bene come segnalato dal defense rating di 105.6 (11th) anche se desta qualche preoccupazione la mole di falli personali a partita (più di venti richiami arbitrali), i punti concessi (101.8) e gli undici rimbalzi offensivi concessi, oltre a diversi passaggi a vuoto dei leader della squadra. Tuttavia benchè Houston non sia una squadra con elevate skills difensive (con il solo Patrick Beverley, oltre ad Howard, unico interprete di difensore vero) la presenza di Howard nello starting five aiuta e non poco ad incrementare le qualità di Houston nel settore difensivo.

Il gruppo allestito dal General Manager Daryl Morey annovera poi diversi elementi pronti ad offrire un contributo tangibile alla causa come quello offerto da Terrence Jones, che è passato dai 5.5 punti di media (in 14.5 minuti) dello scorso anno a 11.8 (in 27.6) di quest’anno! Una crescita davvero importante dell’ex prodotto di Kentucky che è cresciuto tantissimo anche nel tiro dalla lunga distanza, diventando il numero 4 ideale per le spaziature di coach McHale e per la filosofia di Morey.
Senza poi dimenticare i vari Omer Asik, Jeremy Lin, Motiejunas, Garcia, Casspi e Jordan Hamilton, ultimo arrivato via Denver e anche lui molto ispirato dall’arco.

Con meno di un mese al termine della regular season, Houston si trova al momento impegnata nella volata per il terzo-quarto posto contro i temibili Los Angeles Clippers, che al momento detengono la terza posizione.

I calendari a confronto di Houston e Los Angeles

Confrontando i rispettivi calendari appare evidente come lo scontro diretto al Toyota Center potrebbe risultare decisivo per definire le gerarchie subito dietro a San Antonio Spurs ed Oklahoma City Thunder. Tuttavia nel calendario degli uomini di Doc Rivers si annidano diverse insidie, con ben otto scontri contro avversarie con record di vittorie in positivo (contro le 5 di Houston che però ha due match in più da disputare) che potrebbero avvantaggiare i Rockets che sulla carta hanno un calendario più agevole.

Ciò che poi realmente riuscirà concretamente a fare Houston ai playoffs non è ancora facile da predire, ma molto dipenderà dal grado di maturità della squadra e dalla (tanto agognata) chimica di squadra raggiunta, vero caposaldo sul quale costruire la speranza del titolo.


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