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Il Ritratto di Niccolò

Creato il 30 settembre 2010 da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Invito tutti gli appassionati di letteratura a leggersi la meravigliosa intervista-confessione rilasciata ad Antonello Caporale dall’Avvocatissimo del Premier Niccolò Ghedini e pubblicata oggi su Repubblica.
A me sembra un piccolo capolavoro di narrativa: ne esce fuori un personaggio che Charles Dickens avrebbe pagato oro per averlo a disposizione in una delle sue trame.
“Passo per il demonio, ma sono fragile”, dice in sintesi l’uomo di tutti i Lodi e di tutte le lodi a un suolo uomo. "Anch'io infatti mi deprimo, sento il peso di una fatica che si fa sempre più dura. O pensa che non abbia momenti di fragilità? O non mi chieda: è giusto o sbagliato quello che sto facendo. E' opportuno o no che gli sia sempre vicino?"
Certo non ci vuole il genio sarcastico di Laurence Sterne, per accorgesi di come, ohibò, tale esternazione della propria sensibile interiorità arrivi immediatamente dopo un pesante scricchiolio delle certezze berlusconiane.
Che sia un tentativo di cominciare a smarcarsi?
No… certo che no… lo sfogo di Ghedini è senza dubbio sincero e spassionato, lontano da qualunque calcolo di convenienza.
“Non sono così presuntuoso da non sapere che avrò qualche colpa, né così impassibile da non ritenere che mezza Italia giudica me un diavolo, un cattivo, un orco. Uno al servizio del potente, senza scrupoli, senza mezze misure. Questa dimensione, il cattivo, è difficile da sostenere. Io sono liberale e faccio politica perché penso di contribuire con le mie idee a rendere più civile e degna il nostro Paese".
Ci mancava solo aggiungesse che il suo fine ultimo è quello di liberare la principessa Fiona dalle grinfie del crudele drago e poi il quadro sarebbe stato completo.
Sarà… ma io da contribuente italiano, comincio ad essere stanco da tutti questi filantropi così tanto interessati al bene della nazione.
“Non ho mai avuto bisogno di vendere la mia coscienza o le mie idee. Sono un liberale che sta con un liberale”, prosegue poi San Ghedino, e a quel punto viene da chiedersi da dove – allora - gli nascano i dubbi di coscienza che hanno aperto l’incontro con il giornalista.
Contraddizioni in meno di dieci righe, dire tutto e il contrario di tutto nel breve ambito di un solo paragrafo. Dickens puro, appunto, Balzac, Maupassant. Capolavori dell’umana idio-furbizia messi a nudo dal genio letterario.
Il Ritratto di NiccolòC’è però un’altra considerazione da fare, a sostegno della sincerità dell’Avvocato del Diavolo.
Se si pensa al personaggio che, per antonomasia, vende la sua anima a Satana in cambio di benefici terreni, viene subito in mente Dorian Gray. E certo a rileggere le pagine in cui Wilde descrive l’assoluta bellezza del viso e del corpo del suo antieroe, a lasciarsi trascinare dal suo fascino irresistibile e dalla sensualità che egli sprizza addirittura dalle virgole, e a confrontare tutto ciò con  l’immagine della faccia di Ghedini, effettivamente ci si convince che sì, ha ragione lui: intrombabile com’è, non risulta credibile che si sia venduto all’inferno. Oppure, se davvero l’ha fatto, non ci sono dubbi sul fatto che il buon Satana gli abbia tirato una sola.


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