Magazine Cinema

Kung fu investigativo dall'oriente

Creato il 29 agosto 2011 da Presidenziali @Presidenziali
Kung fu investigativo dall'orienteTzui Hark, filmaker di Hong Kong dal grande successo anche internazionale, sforna un prodotto ponte tra spettacolarità all'occidentale di facile lettura, kung fu acrobatico tipicamente orientale, con l'aggiunta di un'obliqua riflessione sull'etica del potere, ricoprendo il tutto con dell'ottima salsa investigativa. Il colorito e divertente Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma è un classico esempio di cinema orientale (cinese) che mantenendo ben salde le proprie radici, riesce a sposare un gusto universale, mischiando sapientemente odori e sapori da tutto il globo. Nella Cina del quasi 700 dc, il popolo si appresta ad incoronare imperatrice la prima donna della loro storia (l'ambigua Wu Zetian, interpretata da Carina Lau). Un Buddha alto 220 metri giganteggia ancora incompiuto davanti al palazzo reale, e all'interno il capocostruttore mostrando dagli occhi del gigante la vastezza dell'impero a un emissario romano (che parla in latino) prende misteriosamente fuoco dall'interno, crepando nel giro di pochi secondi. A distanza di poco tempo anche un investigatore della commissione interna indagando sul caso è vittima dello stesso inspiegabile fenomeno. La regina ordina al suo braccio destro operativo, Shangguan Jing'er (la bellissima Bingbinj Li), di richiamare dalla prigione Di Renjie (Andy Lau) un vecchio capeggiatore di rivolte antimperialiste ora chiamato a dirigere la squadra per scoprire il mistero dietro a queste morti e alla fiamma fantasma. La squadra composta dal detective Di Renjie, la diffidente Shangguan e l'albino Pei Donglai, si distingue indubbiamente per eclettismo. Manco a dirlo, tutti e tre menano come i matti, saltano e zompano dappertutto (come su la Tigre e il Dragone) e sanno usare una varietà di armi e strumenti enciclopedica. Sotto questo punto di vista il curatore delle coreografie Sammo Hung ha svolto un gran lavoro, cercando sempre un'originalità autentica nel far svolgere ai tre protagonisti evoluzioni veramente spettacolari e ben studiate. La storia, interessante un po' meno dal profilo investigativo, un po' più da quello sottocutaneo della riflessione sul potere e sul contropotere (la commistione tra buoni e cattivi risulta veramente sottile a volte, difficile da distinguere), tira avanti dritta senza intoppi che ne rallentino il ritmo, veramente costante dal primo all'ultimo minuto. Le scenografie arcobaleno aitate da una fotografia accesa cozzano un po' con effetti a volte speciali a volte un po' de plastiga, ma a parte qualche eccesso di ricostruzione esageratamente computerizzata, gli scenari fanno da buon contenitore al concitato mischiaticcio fanta(sy)politico della vicenda. Momenti di azione dura e pura si alternano a silenziosi e intimi téte-à-téte tra i vari protagonisti. Eccezionale la scena del combattimento in cui Di Renjie è sotto l'effetto di un gas narcotizzante dove si esalta una regia al limite del visionario. In generale il film va che è una bellezza, e non si pone il limite di voler arrivare dove non gli compete, poichè già quello che fa lo fa benissimo. Tzui Hark mantiene saldo il polso della situazione dimostrando una solidità e una destrezza da grande autore plasmando un minuzioso e dettagliatissimo bricolage action investigativo ben recitato, ben caratterizzato, costumato da dio, con qualche perla di riflessione da cogliere lungo l'impervio cammino fino alla soluzione del caso che puntualmente arriva sul finale.
voto: 7

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines