Magazine Cultura
Ero una tredicenne timida, da sempre ossessionata dalla Seconda Guerra Mondiale, cresciuta a pane e storie clandestine di bombardamenti e marce, che io rivedevo lucide e vive per quelle strade di campagna dove anni dopo avrei imparato a portare la macchina. I racconti del nonno fascista che disertò, tornando a casa in bicicletta dal Nord, le favole sul bisnonno socialista nato il mio stesso giorno, ma un secolo prima.
Storie sempre uguali, con le stesse facce e gli stessi nomi, di ebrei nascosti e giovani tedeschi impauriti, salvati dalla pubblica lapidazione. Fischiettavo Bella ciao con l'ingenua ignoranza di una bambina che riporta familiari melodie. Quindi, arrivata la scuola, arrivate le lezioni di storia e le prime nozioni di neorealismo, mi risultava difficile fingere che tutto fosse l'ennessimo e noioso capitolo di un testo scolastico, l'ennesima e straziante lezione prima del sabato pomeriggio.
Non riuscivo a rimanere seduta al banco, il giorno in cui la professoressa di italiano, prima delle vacanze natalizie, ci consegnò dei romanzi presi dalla biblioteca. Lasciò scivolare dalle mani La casa in collina sul mio quaderno scarabocchiato, ma non ebbi nemmeno il tempo di toccarlo che tornò indietro, se lo riprese, porgendomi Il giardino dei Finzi-Contini. Quando si ha fame una cosa vale l'altra, e Bassani mi andava benissimo. Quindi lessi Bassani. E poi Cassola. E poi Carlo Levi. Pavese ha aspettato nove anni. Io ho aspettato nove anni per riprendermi quello che un'insegnante mi tolse, senza sapere che mi spettava di diritto. Se avessi letto questo libro prima, Pavese lo avrei già letto tutto. Sarei stata un'adolescente meno scontata, dalle idee meno piatte, dai toni meno denigratori nei confronti di un passato che avrei potuto capire meglio. Sostituendo Pavese con Bassani, quell'insegnate mi ha condannata ad anni di conformismo sinistroide. Se solo lo avessi letto prima. Se solo non avesse cambiato idea.
La casa in collina mi ha stregato, mi ha rubato il cuore. Nella semplicità dei pensieri, nel non essere ritenuto il "conclamato capolavoro", nella rassegnazione di Corrado, che è quella di Cesare, che oggi è un po' anche la mia. La rassegnazione che stabilisce la fallacità del sottile confine tra giusto e sbagliato, vita e morte.
Forse quella professoressa fu profetica. Forse non l'avrei capito Pavese e non l'avrei più letto e sarei stata comunque una adolescente scontata.
Non lo so, ma so per certo che Pavese oggi, per me, è la prova che essere consapevoli ed onesti profuma di libertà oltre ogni ideologia mascherata da giustizia.
"Ma ho visto i morti sconosciuti, i morti repubblichini. Sono questi che mi hanno svegliato. Se un ignoto, un nemico, diventa morendo una cosa simile, se ci si arresta e si ha paura a scavalcarlo, vuol dire che anche vinto, il nemico è qualcuno, che dopo averne sparso il sangue, bisogna placarlo, dare una voce a questo sangue, giustificare chi l'ha perso".
Cesare Pavese, La casa in collina
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Poeti contadini. Rocco Scotellaro e Giuseppe Giovanni Battaglia
“Rocco è del tutto nel mondo contadino, parte di esso per nascita, per costume, per lingua, per solidarietà di natura, e insieme ne è necessariamente fuori per... Leggere il seguito
Da Paolo Ferruccio Cuniberti
CINEMA, CULTURA, LIBRI -
CARA SICILIA | Luoghi, itinerari e storie di vita di un paese mediterraneo |...
La Sicilia di Brandi, Capote, Pasolini, Sciascia e altriLa casa editrice Libri Mediterranei esordisce in libreria con Cara Sicilia. Luoghi, itinerari e storie d... Leggere il seguito
Da Amedit Magazine
CULTURA, SOCIETÀ -
Soli eravamo, di Fabrizio Coscia
Come scegli i libri da leggere? È una domanda che mi fanno spesso, almeno quelli che conoscono la mia passione e il mio principale interesse. Leggere il seguito
Da Diletti Riletti
CULTURA -
“Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino – Un classico al mese
Per la rubrica “Un classico al mese” parliamo oggi di un testo bello e importante, non a caso ripreso anche per le tracce di Italiano della Maturità 2015. Leggere il seguito
Da Studio83
CULTURA, LIBRI -
Non Fate Troppi Pettegolezzi: Demetrio Paolin e la Dipendenza dalla Scrittura
"Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi". Queste le ultime parole di Cesare Pavese, parole che l'autore de La luna e i... Leggere il seguito
Da Dietrolequinte
CULTURA -
La casa in collina (Pavese)
Il mio primo incontro con Cesare Pavese risale a circa sei anni fa: lessi La luna e i falò, ma, francamente, non ne ebbi un'impressione positiva. Leggere il seguito
Da Athenae Noctua
CULTURA