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La vitiligine della lista

Creato il 25 settembre 2011 da Ilpescatorediperle
Questo è senza dubbio il paese delle liste. Dai sette re di Roma, le liste di proscrizione, le litanie dei santi, le profezie dei papi di Malachia, fino agli eroi morti per mafia, i latitanti di mafia, i pidduisti di Castiglion Fibocchi, i "dispersi" di Ustica, il tariffario di Tangentopoli, i punti di una trattativa con le parti sociali, fino agli outing di Aurelio Mancuso, la nostra vita pubblica è scandita, nel bene e nel male, da elencazioni, talvolta esplicite, talvolta spuntate fuori per caso, grazie a "manone" o a "manine", all'ultimo momento, quando ormai è troppo tardi o al momento giusto.La lista include. Chi è dentro la lista è uno che deve avere una lezione, è un morto che cammina, ha i giorni contanti, oppure è un privilegiato, un raccomandato, un amico degli amici, uno che merita rispetto.La lista esclude. Chi è fuori dalla lista è perduto, è sconfitto, è disperso, Oppure è salvo, è irreperibile, è scampato.La lista è un conto. C'è progressione, nella lista - che è l'unica differenza possibile tra le sue parti. C'è un numero uno e un numero due e un numero cento. Talvolta, la progressione non ha direzione, è casuale, caotica. E' la progressione del "mano a mano che" o del "come capita". Talaltra, la lista pretende di avere un senso, un orientamento, ascendente o discendente che sia. Capi, capetti e capibastone, dirigenti e sottoposti, pesci grossi e pesci piccoli, nemici dichiarati e semplici fastidi sono sulla lista, al contempo, ma recitando ognuno la sua parte."Quanti siamo? Come contiamo?" Qual è la misura della lista?La lista determina. Decide, regola. O di qua o di là. E facendo questo, la lista si consacra ad una disperata ansia di purezza. Tutto perde la propria pigmentazione, il proprio chiaroscuro, il proprio colore caratteristico e unico e si uniforma ad un accecante biancore. Nella lista, chi compare, appunto fa il suo ingresso su di un palco senza ombre, è posto sotto sorveglianza, è inchiodato alla propria condizione, quale che sia - ma comunque è ridotto al posto che occupa, sia pur solo in quel frangente, nella lista. Oppure è onorato, insignito, omaggiato, è uno che è arrivato, che ce l'ha fatta, che non ha più preoccupazioni di sorta. Chi è fuori dalla lista tira un sospiro di sollievo o si tira i capelli, si può fermare o deve scappare. In ogni caso, la lista non è senza effetti. Una volta che sei sulla lista (se non su più liste), sei un punto all'ordine del giorno, o sei condannato ad una perpetua irrilevanza.La lista è una collezione che vuole salvarsi, salvarci, dall'incertezza, dalla confusione, dalla fatuità. O, al contrario, mira a distruggerci, annientarci, fare piazza pulita, non mollare. Ma in ogni caso ciascun punto della lista è come un puntello per reggerci, o per reggere, dirigere, insomma tenere sotto controllo, disporre dell'indisponibile (del caso, del destino, della vita). In certi casi "lista" è anche "imbroglio", "astuzia", il percorso sottotraccia che gioca a dadi con il fato e con gli umani.E' che comunque c'è un'altra lista, la lista onnicomprensiva, la lista delle liste: la lista di tutti noi. Noi che siamo stati messi a giocare una partita senza conoscerne davvero le regole.da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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