Enrico Mentana usa le parole più appropriate per descrivere la strage di Barletta:” E’ una vergogna, lavoravano per 4€ all’ora, le donne che sono rimaste schiacciate dalle macerie a Barletta”…Lavoravano in nero, per poter vivere, anzi per sopravvivere nel sud, per pagare il mutuo della casa o semplicemente fare benzina e entrare al supermercato. In quel laboratorio di confezioni cucivano magliette e tute da ginnastica lavoravano dalle 8 alle 14 ore secondo richiesta, sedite alla macchina fino al momento in cui il soffitto è venuto giù.
Una storia tipicamente italiana, in un paese in piena crisi che denuncia da una parte, stipendi, pensioni d’oro, feste, sesso e truffe varie e contemporaneamente piange le vittime di quel mondo femminile costretto a combattere e a darsi da fare per dare una mano ai risicati bilanci di famiglia.
Una tragedia annunciata in quella palazzina fatiscente, piena di crepe e scricchiolii, che per Matilde, Giovanna, Antonella, Tina, è diventata la loro tomba. Giovani donne che si rimboccavano le maniche per avere qualche soldo in tasca e realizzare il sogno di una vita semplice e tranquilla. Sono morte mentre erano al lavoro, travolte dalle tonnellate di macerie, insieme alla figlia 14enne della coppia di proprietari della piccola azienda.Destino ha voluto che la piccola rientrasse da scuola un’ora prima e che si fosse diretta proprio nel laboratorio. Destino ha voluto che i genitori si siano salvati perché erano andati a trovare in ospedale l’anziana madre dell’uomo. Destino ha voluto che un’altra donna, incinta, venisse risparmiata e solo ferita, destino che poteva essere evitato se solo non ci fosse la necessita di sopravvivere, se solo l’ncertezza del domani non costringesse a dire addio alla stagione dei diritti da tempo sacrificato alle condizioni della precarietà.
Lavoro nero, fuori legge, ma pur sempre un lavoro, in questa Italia squilibrata dall’ingiustizia. E anche il sindaco di Barletta, Nicola Maffei, è di questo avviso: “Non mi stento di criminalizzare chi, dice, in un momento come questo viola la legge, assicurando, però, lavoro a patto che non si speculi sulla vita delle persone”. Nessuno ha sgomberato l’immobile, nonostante l’evidente stato di degrado, con crepe visibili da tempo, ma che erano aumentate nelle ultime settimane, tutti hanno continuato a rincorrere penosamente quei 4€ bagnati di sudore e miseria. Una sciagura piena di rabbia e dolore. Inaccettabile ora, a tragedia avvenuta, ma per chi fa fatica a sopravvivere come le giovani donne che sono state ingoiate dal cemento era semplicemente un dato di fatto, una quotidianità, era la loro realtà di vita.