Magazine Politica

Sgarbati quotidiani

Creato il 24 luglio 2011 da Ilpescatorediperle
Del sensazionalismo con esiti (tragi)comici dei quotidiani italiani nel loro insieme ha ben scritto Mattia.Della foga con cui Libero e il Giornale si sono buttati sulle stragi norvegesi urlando "dagli all'islamico", per poi essere costretti a fare marcia indietro, ha parlato il direttore de il Post. Anche se, caro Pescetto (in famiglia noi abbiamo sempre chiamato così Luca Sofri), detto da uno che non è certo un estimatore dei fogli sopraccennati mentre legge il tuo: ecco, sostenere che l'attentatore scandinavo sia un "potenziale lettore di Libero", avanzando, tra le righe, la tesi che leggere giornali così estremisti nelle opinioni e passare alle vie di fatto dell'ecatombe siano la stessa cosa, ecco, mi pare una scorciatoia intellettuale, e quindi, di nuovo, una posizione estremistica. Non va negato che il linguaggio della violenza è humus degli atti della violenza, ma, per favore, manteniamo la misura delle cose. Sennò arriviamo all'"antropologicamente diversi" di quel tale che piace tanto a Libero e a il Giornale e molto poco a noi due, no?Io aggiungo solo che se diamo un rapido sguardo alla stampa estera e la confrontiamo con le repubbliche e le stampe e i corrieri de noantri, facciam presto a notare una essenziale differenza. A fatica rintracciamo, là fuori, banner di immagini cubitali che si ripetono incessantemente, più che a documentare le tragedie di Oslo e dell'isola di Utøya, a riecheggiarne esponenzialmente i dettagli più agghiaccianti: pozze di sangue, volti feriti, distruzione, giovani in acqua, panico. Questo non è "il dovere di cronaca", ma "il vizio del gossip mortuario" . Questo è il conducente che si ferma a guardare i feriti di un incidente in autostrada che è in tutti noi. Se mi limito anche solo ai media tedeschi, trovo certo fotografie, articoli, interviste (in ogni caso non al pizzaiolo italiano che non ha sentito nulla perché aveva il tritatutto acceso, come segnala il post di Mattia), ma con una certa discrezione, con una certa cautela: se non fossimo tutti diventati cinici e incattiviti, in questo paese, si direbbe: con una certa pietas. Ora le repubbliche le stampe i corrieri ci dicono, bene o abbastanza male, come si stava bene in Norvegia, e ora non si può più.  Non so rispondere a questa questione (non mi sembra la questione, comunque). Anche se mi pare che il nostro sguardo sia sempre troppo provinciale per afferrare le cose (come un Gigilocascio megliogiovane in gita flowerpower ai fiordi - tanto poi lo aspetta un casale in Toscana e la ex di suo fratello). E che in queste reazioni ci sia una sorta di sottile, macabro sollievo, da parte di un paese stanco e indebitato, per il quale, per una volta, l'erba del vicino virtuoso del Nordeuropa non è più verde della sua. Peccato che questo significhi che è rosso sangue. E allora ecco le immagini, a fungere da specchietti per le allodole nello stesso modo (questo è davvero ciò che raccapriccia) con cui lo sono, ogni giorno, foto di veline e calciatori in villeggiatura.
Io so che tra un mese dovrei andare a Oslo, che ho degli amici che abitano là, che per fortuna stanno bene (non so se, nel mezzo di un lutto più grande di noi, cercare notizie degli amici potenzialmente coinvolti sia egoismo o l'unica umana possibilità di rendere conto di una tragedia indicibile). La mia amica canadese, Chloé, ha scritto su Fb (altra piccineria dei media italiani: affermare: "... e l'attentatore aveva persino un profilo Facebook!") un messaggio essenziale, che condensa quanto si può dire, almeno per ora, di una sventura atroce, da parte di una vera testimone: "Siamo salvi, stiamo bene, ma abbiamo sentito il boato dell'esplosione dal nostro appartamento. Oslo è silenziosa e sembra disabitata. Siamo ancora sotto schock ed è difficile capire che cosa sia successo."
Giornali italiani: forse ci vorrebbe un po' più rispetto di quelle morti - di quel disabitato silenzio.

Sgarbati quotidianida TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :