Ricetta per persone n.
4
Ingredienti:
1 kg di Mele Renette Valle d’Aosta
500 g di farina 00
300 g di zucchero semolato
1 uovo
200 g di burro
1 bustina di vanillina
zucchero a velo
Per la torta:
1 uovo
150 g di zucchero semolato
1 cucchiaio raso di farina 00
1 bustina di vanillina
scorza di 1 limone grattugiata
5 dl di latte
3 tuorli
Preparazione:
- Mettete nel mixer la farina, 200 g di zucchero semolato, l’uovo, il burro e la vanillina, quindi azionate l’apparecchio alla massima velocità fino a ottenere una pasta frolla omogenea.
- Stendetela su un foglio di carta da forno, avendo l’accortezza di tenerne da parte un poco per il coperchio; ponete il tutto in frigorifero a riposare.
- Nel frattempo sbucciate le mele e tagliatele grossolanamente; mettetele in una terrina che possa andare in forno con sopra lo zucchero rimasto e fate cuocere in forno a 200 °C per circa 15 minuti.
- Quando saranno cotte, togliete la frolla dal frigorifero, distribuite sopra le mele e coprite con uno strato di frolla finissima.
- Adagiate il tutto in una tortiera e cuocete in forno a 190 °C per circa 40 minuti.
- Preparate la crema inglese: mettete in una terrina i tuorli e l’uovo intero, lo zucchero, la farina, la vanillina e la scorza del limone e amalgamate il tutto energicamente servendovi di una frusta.
- Scaldate il latte fino a quando formerà la pellicola in superficie, quindi versatelo lentamente, sempre mescolando, nella terrina con il composto appena preparato.
- Rimettete il tutto nella pentola usata per il latte e, a fiamma bassissima, fate rapprendere la crema fino al momento in cui velerà il cucchiaio, senza mai farla bollire.
- Servite la torta nei piatti individuali con un paio di cucchiaiate di crema inglese, spolverizzando di zucchero a velo e guarnendo a piacere con fette di mela e lamponi freschi.
Vino consigliato: abbinate al dolce, in cui mele e crema inglese costruiscono un equilibrio di sapori, il Valle d’Aosta Chambave Moscato Passito o il Ramandolo.
Il Ramandolo è un vino dal colore dell'oro antico, con un intenso profumo di albicocca passita e di miele di montagna ed un sapore gradevolmene dolce.
Il nome Ramandolo, che evoca qualcosa di nobile e gentile, non è un nome di fantasia, ma è legato a quello di una piccola frazione del comune di Nimis, in provincia di Udine. Siamo infatti nelle belle terre del Friuli, attraenti per la loro gente di cuore, per le mille espressioni artistiche, per le antiche tradizioni e naturalmente per la grande varietà di vini.
In particolare ci troviamo nell'area della Doc "Colli Orientali del Friuli", una denominazione che comprende circa 2300 ettari di vigna.
Fra le varietà coltivate in quest'area vanno segnalati interessanti vitigni specifici di questo territorio come Tocai friulano, Verduzzo friulano, Ribolla gialla, Schioppettino, Pignolo, Tazzelenghe, Refosco dal peduncolo rosso, Picolit.
Oltre a questo patrimonio viticolo specificamente locale, sono diffuse anche altre varietà come Cabernet, Merlot, Sauvignon, Pinot grigio, Chardonnay, Riesling italico, Traminer aromatico, Riesling renano, Malvasia istriana.
Il Ramandolo è una pregevole rarità. Se ne producono appena 150.000 bottiglie l'anno. Nasce dal Verduzzo friulano, coltivato in un anfiteatro di vigneti arrampicati sui versanti collinari fra i comuni di Nimis e Tarcento.
Ha recentemente ottenuto la DOCG. Nella sua zona di produzione si sta puntando al rilancio del vecchio clone di Verduzzo giallo, caratteristico di Ramandolo, poco produttivo e di alta qualità. Questo è stato appunto il clone del primo Ramandolo, un vino che ha almeno un secolo di vita, visto che ne parla un attestato di lode del 1893 assegnato al torlanese Giovanni Comelli detto Moro.
Le viti affondano le radici su terreni marnosi e sono allevate usualmente con il sistema a "cappuccina". Le operazioni di vendemmia iniziano di norma nelle ultime settimane di ottobre. La raccolta tardiva ha lo scopo di ottenere un leggero appassimento dei grappoli, favorendo la formazione di un maggiore contenuto zuccherino. Un tempo il Ramandolo era commercializzato solo localmente, mentre oggi le sue pregiate bottiglie, proporzionalmente al loro numero ristretto, sono presenti sul mercato nazionale e vanno anche all'estero.
Dal 1988 è stato costituito il Consorzio per la Tutela del Ramandolo che assiste i viticoltori dal vigneto alla cantina e organizza attività divulgative e promozionali per valorizzare questo prodotto di una piccola zona che ha i presupposti per diventare sempre più nota e ricercata.
E' in progetto la creazione di una bottiglia specifica, il cui uso sarà consentito solo ai produttori che hanno superato con successo l'annuale verifica della qualità del vino.
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