Dal modo in cui una persona fa colazione, si possono capire molte cose.
Al bar per esempio, mi piace sedermi e osservare gli altri, tirando a indovinare su cosa ordineranno. Entra un tizio giacca e ventiquattrore, va di fretta (guarda l’orologio e sbuffa), berrà un caffè al volo, neanche fosse un chupito, giù tutto in un colpo, in piedi al banco; poi c’è la sciura strizzata nel cappotto deci taglie in meno, in bilico su tacchi altissimi, già truccata come Moira Orfei alle 7.30 del mattino.. lei chiederà il dolcificante, perchè lo zucchero non fa bene, si sa.. salvo poi mangiare avidamente una brioches rimpinzata di crema.. eh, mica si può stare attenti a tutto, vi pare?; poi ci sono quelli che si siedono, movimenti lenti col sonno ancora appiccicato addosso, quelli da tazzone smisurate di caffè, brioches e lettura del giornale annessa, in tutta calma.. a loro vanno gli sguardi invidiosi degli altri.. che poi, mi chiedo, se non avete da lavorare, che ci fate al bar a quest’ora?!? Io me ne starei ancora sotto le coperte, a crogiolarmi nel teporino almeno un altro po’..
.. comunque, lasciando da parte le mie fantasticherie mattutine, prima di partire per l’India, tra le tante domande che affollavano la mia mente, c’era proprio questa: ma lì, cosa mangiano a colazione?
Sbirciando i menù, alla voce BREAK FAST (perchè preferiscono scriverlo così, due parole anzichè una) ho trovato delle curiose vegetable soap (‘saponette vegetali’, ma credo intendessero soup, ‘zuppa’), corn flaks (‘granate di mais’, ma forse, più che una corazzata armata erano degli innocui corn flakes), insalata di straw verry (‘fravole’..), porridge a gogò (che poi, è un dolce tipico scozzese, e non so spiegarmi ancora come mai in India è O V U N Q U E!) e, immancabili, i momo.
Chi non li conosce alzi la mano! Bene, io ero tra questi, e una volta ordinati, di certo non mi aspettavo di trovarli a colazione..
I momo sono dei ravioli tibetani, possono essere fritti o a vapore, ripieni di verdure e spezie. Questo piatto mi ha subito conquistata (beh, magari non per iniziare la giornata..) perchè è molto semplice da realizzare, prevede pochi ingredienti, e soprattutto si presta alla cottura a vapore, quella che in genere preferisco.
E poi, a dirla davvero tutta, ho potuto finalmente usare il mio nuovo big bambooo, fresco fresco di acquisto da Shangaj.. manie da food blogger, ecco.. (non ci potevo credere, la mia amica Barbara si è fatta tutto il viaggio dalla Cina con un affare di 26 cm di diametro per 30 cm di altezza nel bagaglio a mano per esaudire il mio sogno proibito, la vaporiera in bambù, quella originale fatta a mano dalla Cina! Massima gratitudine e stima amica ;-)!)!!!!
Uh, per rispondere alla domanda di mezzora fa, la colazione tipica indiana solitamente è a base di paratha, un tipo speciale di pane simile a una piadina, che può essere servito con marmellata, miele, paneer (formaggio indiano) e una tazza di tè, meglio se nero o chai (tè nero con spezie, zenzero fresco e latte.. molto buono in versione veg con latte di riso!).
Ora, dopo tutta questa spatafiata, ricettina!?
INGREDIENTI
per i ravioli (circa 8 ravioli, una porzione)
100 gr farina di kamut;
mezzo bicchiere d’acqua;
per il ripieno:
1 carota viola (vanno bene anche quelle arancioni);
1 pezzetto grande quanto una noce di radice di zenzero fresca;
1/4 cavolo cappuccio;
mezza cipolla dorata;
50 gr di uva sultanina;
50 gr di anacardi;
per guarnire:
salsa tamari;
semi di sesamo;
Per questa ricetta ho voluto usare un ingrediente insolito: le carote nere o viola, che ho scoperto piuttosto di recenteAnche se il sapore è simile a quello delle cugine più conosciute, mi hanno colpito per l’aspetto rustico e il colore, che può essere impiegato come il succo delle barbabietole per colorare di viola le pietanze.. e macchiare le dita!
Approfondendo ho scoperto che il colore è dato dall’elevata presenza di antocianine, mentre nelle carote tradizionali l’arancione è dovuto al betacarotene. Quindi quelle viola non ci regaleranno un’abbronzatura da urlo, ma in compenso fanno bene alla circolazione e contrastano l’invecchiamento cellulare.
Il colore viola in realtà è il colore originario delle carote, diffuse in Europa a partire dal 1100; la carota arancione infatti è stata sviluppata nei Paesi Bassi solo nel 17° secolo circa.
Negli ultimi anni alcuni produttori hanno riscoperto queste carote, ricchissime di proprietà nutritive, e si possono trovare sempre più spesso nei negozi bio e in alcuni supermercati.
Mi sembra di aver detto tutto.. quindi chiudiamo la parentesi wikipediana e passiamo al procedimento!!
Ho impastato la farina con acqua bollente fino a ottenere un composto elastico e compatto, che ho messo a riposare mentre tagliuzzavo tutte le verdure per il ripieno.
Ho tagliato finemente il cavolo cappuccio, le carote viola, le uvette, la cipolla e sbriciolato gli anacardi nel pestello. Ho mischiato tutto e lasciato fare amicizia tra i sapori mentre stendevo la pasta.
Ho steso uno strato sottilissimo di pasta, tanto da ottenere 8 cerchi del diametro di 12 cm circa (mi sono aiutata con il bordo di una tazza).
Al centro di ogni cerchio ho sistemato una noce di ripieno e li ho chiusi a fagottino.
Ho sistemato i ravioli su una foglia di verza (per non farli attaccare) e poi sulla vaporiera di bamboo, dove li ho fatti cuocere per circa 20 minuti. Anche senza bamboo usate il sistema di cottura a vapore che preferite, io mi trovo bene anche con la retina da mettere direttamente in pentola.
Li ho lasciati raffreddare e serviti con salsa tamari di soia e una spolverata di semi di sesamo, che sono il mio prezzemolo.. li metterei ovunque!
Altre idee per riempire questi ravioli?-Zucca, carote, cipolla, noce moscata e chiodi di garofano
-Cavolo rosso caramellato con uvetta e mela verde
e via libera alla fantasia!!!
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